I fondi a basso a rischio ESG da mettere sotto l’albero

Nell’ultimo anno è esplosa l’offerta di soluzioni sostenibili, spinta dalla nuova normativa europea SFDR. Ecco cinque strategie che meritano l’attenzione secondo gli analisti di Morningstar.

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Sono passati nove mesi da quando è entrata in vigore la normativa europea sull’informativa sostenibile nei servizi finanziari (SFDR), che richiede alle società di gestione di classificare i fondi in base agli articoli 8 (promuove caratteristiche sostenibili) e 9 (ha obiettivi ESG). In questo periodo, gli investitori hanno visto esplodere l’offerta di strumenti attenti ai fattori ambientali, sociali e di governance, sia per effetto del lancio di nuovi prodotti, sia per la riclassificazione di quelli esistenti. Morningstar ha contato 5.079 “articoli 8” e 668 “articoli 9”, che rappresentano quasi il 25% dell’universo dei fondi domiciliati in Europa. In termini di asset, si stimano 3,32 mila miliardi di euro (dati al 30 settembre 2021).

Ripartizione dei fondi europei in base alla SFDR

Quest'anno, gli investitori interessati ai fondi sostenibili possono trovare sotto l'albero di Natale molte più scelte rispetto al passato, ma è anche diventato più difficile orientarsi all’interno dell’offerta. La classificazione in base al regolamento SFDR è stata fatta “in proprio” dalle stesse società di gestione, senza avere delle linee comuni, perché l’introduzione dei Regulatory technical standard (RTS) è stata posticipata dall’Unione europea a giugno 2022, con entrata in vigore da gennaio 2023.

Come trovare i migliori fondi sostenibili

Per orientarsi, tuttavia, gli investitori hanno diversi indicatori a disposizione. Se cercano fondi con un basso rischio legato ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) e poco esposti alla transizione verso un’economia a basse emissioni inquinanti, possono utilizzare il rating di sostenibilità di Morningstar e l’indicatore di carbon risk.

Il Sustainability rating (indicato da globi) è una misura dei rischi ambientali, sociali e di governance finanziariamente rilevanti di un portafoglio rispetto a un gruppo di strumenti comparabili ed è oggi disponibile anche per i comparti bilanciati e governativi. Il carbon risk score, invece, prende in considerazione non solo l’esposizione al carbonio, ma anche come le aziende nel portafoglio di un fondo stanno gestendo i rischi derivanti dalla transizione verso un’economia più pulita.

Basso ESG e carbon risk

Tra i fondi disponibili in Italia, classificati come “articolo 8” in base alla SFDR, i tre con cinque globi, ossia il massimo del rating, il più basso rischio carbon e un Analyst rating positivo sono Xtrackers MSCI USA ESG ETF, Comgest growth Europe e Schroder ISF Global Sustainable growth.

Xtrackers MSCI USA ESG ETF

E’ un ETF (Exchange traded fund) specializzato sulla Borsa di Wall Street con un Analyst rating pari a Bronze (report di Briegel Leitao del 22 giugno 2021). All’interno dell’universo esaminato, questo fondo indicizzato ha il migliore punteggio di Carbon risk (3,92 - l’indicatore utilizzato è quello medio a dodici mesi. Un basso score indica un rischio contenuto). L’ETF espone a una selezione delle aziende incluse nel più ampio indice MSCI USA, escludendo quelle con peggiori performance ESG. Gli investitori, avvertono gli analisti di Morningstar, devono però prestare attenzione al rischio di concentrazione su singoli titoli. Le commissioni competitive (0,15%) hanno dato un supporto alle performance negli anni, in una categoria dove i concorrenti hanno costi anche più bassi.

Cogest growth Europe

Il fondo ha un Analyst rating Silver (nella classe inclusa in questo articolo, report di Mathieu Caquineau del 16 settembre 2021), grazie a un team consolidato e coeso e a una strategia orientata alla crescita che ha prodotto risultati corretti per il rischio eccellenti nel lungo periodo, proteggendo dai ribassi. I gestori ricercano aziende di qualità con capacità di crescita degli utili indipendentemente dalla fase congiunturale. Sono preferite quelle che hanno una posizione di vantaggio competitivo nel loro settore, sono bene gestite e solide finanziariamente. I comparti ciclici, come finanziari ed energia sono deliberatamente esclusi. I fattori ESG sono integrati nel processo di costruzione del portafoglio. Inoltre, Comgest ha solidi programmi di azionariato attivo.

Schroder ISF Global Sustainable growth

Il fondo è un azionario globale con Analyst rating pari a Bronze (report di Ronald van Genderen del 20 ottobre 2021). La strategia è gestita da un duo molto affiatato, composto da Katherine Davidson e Charles Somers, che lavora insieme da oltre un decennio e può contare sul supporto di un team di analisti settoriali e di specialisti sulla sostenibilità. Il fondo è stato riposizionato nel novembre 2017, perché prima era un tematico specializzato sulla demografia. I gestori ricercano aziende di qualità con caratteristiche ESG positive che mostrano un gap nelle prospettive di crescita tra quello che si attendono i portfolio manager e il consensus del mercato.

Obiettivo ESG e basso rischio

Tra i fondi disponibili in Italia, classificati “articolo 9”, con cinque globi e un buon punteggio di carbon risk ci sono due settoriali (Pictet - Global Environmental Opportunities e BNP Paribas Funds Global Environment) e un azionario emergenti (Steward Investors Global Emerging Markets Sustainability VI).

Focus sul settore ecologia

I fondi di Pictet e BNP Paribas sono specializzati sull’ecologia e hanno entrambi un Analyst rating pari a Bronze (report di van Genderen, rispettivamente del 16 luglio 2021 e del 22 dicembre 2020). Il primo è guidato dal 2014 da due manager, Luciano Diana e Gabriel Micheli, con grande competenza nel settore, che selezionano le aziende in base al loro basso impatto ambientale, oltre alle valutazioni e alla qualità della gestione. Il secondo è affidato a Impax, che ha una forte competenza in questo campo e un consolidato processo di investimento. Il portafoglio è composto da azioni growth che derivino almeno il 20% del business da attività in industrie come le energie pulite, l’acqua, il riciclo dei rifiuti, il cibo e l’agricoltura sostenibili e le foreste. La strategia è concentrata e con una forte esposizione al segmento delle mid cap, che rappresenta circa metà del patrimonio.

Sostenibilità e mercati emergenti

Il fondo Steward Investors sui mercati emergenti ha un Analyst rating pari a Silver (nella classe inclusa in questo articolo. Report di Christopher Franz del 16 settembre 2021). Il team di gestione, guidato da Jack Nelson, ha una grande esperienza nel campo della sostenibilità e adotta una strategia ben codificata e robusta, volta ad identificare 30-75 titoli con solide prospettive di crescita e una buona qualità del management. Dove è possibile si affianca ai fondatori di aziende a conduzione familiare. La preferenza va alle imprese che hanno meno probabilità di essere colpite dalle crisi economiche, come quelle dei beni di consumo primari. Per contro, l’attenzione ai fattori ESG determina una minore esposizione all’industria energetica e dei materiali di base. “Il portafoglio ha retto bene durante il sell-off causato dallo scoppio della pandemia all’inizio del 2020”, dice Franz. “Il fondo è il meno volatile della sua categoria da quando Nelson è alla guida (2017). Grazie al suo approccio, ci sono buone ragioni per pensare che queste caratteristiche persistano nel tempo”.

Di Sara Silano