I fondi per gli investitori coraggiosi

Le strategie che puntano sulle fusioni e acquisizioni e quelle contrarian, dicono gli analisti di Morningstar, possono dare soddisfazione nel tempo. Ma bisogna fare molta attenzione ai rischi.

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Il mondo della finanza ha sempre saputo regalare brividi a chi cerca forti emozioni. Anche con i fondi di investimento. Il segmento delle fusioni e acquisizioni (Merger and acquistion, M&A) e le strategie contrarian, in questo senso, sembrano opzioni dove è possibile trovare le giuste scariche di adrenalina.

M&A in Europa e Usa

Le fusioni e acquisizioni sono tornate alla ribalta dopo una prima fase del 2020 in cui, a causa della pandemia, avevano tirato i remi in barca. In Europa, in particolare l'attività si è dimostrata sorprendentemente forte: per il quinto anno consecutivo, dicono i dati di PitchBook, il valore delle transazioni ha superato i mille miliardi di euro.

Nel quarto trimestre, il numero di deal ha anche raggiunto il livello trimestrale più alto dal primo quarter 2017. La forte attività nel cosiddetto middle market (dimensioni delle operazioni tra 250 milioni e 500 milioni) ha dato una mano, ma non bisogna dimenticare il contributo dei megadeal, cresciuti del 2%.

Andamento fusioni e acquisizioni in Europa

“Guardando al 2021, ci sentiamo ottimisti riguardo all'Europa”, dice Dominick Mondesir, Private Capital Analyst di Morningstar. “Lo slancio visto nella seconda metà dell’anno scorso darà la spinta anche nel 2021. Gli operatori del settore sono positivi per tre ragioni: l’esito delle elezioni statunitensi, la maggior chiarezza riguardo a Brexit e l’inizio delle vaccinazioni, anche se a velocità diverse, a livello globale.

La situazione per le fusioni e acquisizioni è stata più complessa negli Stati Uniti. Nel 2020, il valore delle operazioni di M&A è sceso al di sotto dei 2mila miliardi per la seconda volta dal 2015. In totale ci sono state 12.265 operazioni.

Andamento fusioni e acquisizioni in Usa

“Nel 2021 l’attività di M&A sarà probabilmente in calo rispetto al 2020, ma ci sarà ancora un numero considerevole di operazioni nel corso di quest’anno”, spiega Wylie Fernyhough, Senior analyst di PitchBook. “Nessuno vuole una recessione globale, ma se ci fossero difficoltà per l’economia, allora ci potrebbero essere sofferenze in alcuni settori come il tempo libero e l’alberghiero che farebbero arrivare sul mercato interessanti occasioni di acquisizioni. Senza contare che molte aziende si dovranno riorganizzare e questo potrebbe portare a delle fusioni”.

I fondi M&A

Per sfruttare la possibile nuova ondata di M&A, nel mercato dei fondi di investimento esistono strumenti dedicati all’arbitraggio che Morningstar raccoglie nella categoria Alternative Event Driven (strategie che si concentrano su eventi specifici che possono portare a creare valore come, appunto, una fusione).

Sulla carta la strategia di un fondo di questo tipo è semplice. Dopo l'annuncio di un accordo di fusione, il gestore acquista le azioni della società target e intasca la differenza (o spread) tra il prezzo di mercato della società target in seguito all'annuncio e quello registrato alla chiusura dell'operazione. Questo spread esiste perché le azioni della società target spesso non raggiungono immediatamente il prezzo dell'operazione a causa di incertezze che possono essere legate a questioni normative, alle decisioni dell’antitrust o di altri fattori che possono intervenire.

”Si tratta di strategie interessanti che, se non ci sono crisi di liquidità che possono mettere in pericolo le M&A, forniscono una buona diversificazione perché sono decorrelate dal mercato”, dice Francesco Paganelli, Senior Fund analyst di Morningstar.

Per capire come funzionano questi strumenti Paganelli indica come esempio l’unico fondo della categoria che ha un Analyst rating: BSF Global Event Driven (Neutral. Rating del 21 marzo 2021). “Il fondo investe in tutto lo spetto di quelle che vengono definite corporate action (operazioni che possono cambiare la struttura di una società, Ndr), concentrandosi principalmente sulle fusioni annunciate, ma anche sui cosiddetti soft-catalyst come il cambio del management. Le posizioni in portafoglio sono studiate in maniera tale che, se l'affare non si dovesse più fare, il colpo non inciderebbe più del 3% sul net asset value del fondo”.

I rischi

Ma quanto sono pericolose queste strategie? Per certi versi questi fondi possono essere paragonati a degli strumenti che investono nei bond che, a una determinata scadenza, pagheranno una cedola”, dice Paganelli. “Il rischio grosso è quello di una fusione che non vada in porto”.

Nella tabella in basso sono elencati, in ordine alfabetico, i fondi della categoria Morningstar Alternativi-Event Driven disponibili per gli investitori italiani.

I fondi della categoria Alt-Event Driven

Fonte: Morningstar Direct

Un fenomeno nuovo che sta attirando l’attenzione dei gestori specializzati in M&A è quello delle operazioni fatte tramite Spac. “L’attività in questo segmento ha toccato un record”, dice Paganelli. “Di recente Churchill Capital ha chiuso un deal da 11 miliardi di dollari con la società Healthcare Multiplan. Al momento rappresenta l’operazione più grande effettuata tramite Spac”.

I fondi contrarian

Restando nel campo degli investimenti da coraggiosi, i fondi contrarian (o contra fund) sono una opzione interessante per quegli operatori anticonformisti a cui non piace seguire il gregge.

Anche in questo caso la teoria sembra facile: se, come dicono molti, l’opinione comune spesso è errata, allora ci sarebbe la possibilità di ottenere buoni rendimenti andando nella direzione opposta al resto del mercato. In pratica, tuttavia, le aree che non piacciono al mercato spesso vengono dimenticate a lungo (senza contare che possono esserci dei buoni motivi per i quali gli operatori non se ne occupano). Nello stesso tempo, i beniamini del mercato possono rimanere sotto i riflettori più a lungo di quanto dovrebbero.

“Avere il giusto orizzonte temporale è un elemento chiave per chi vuole investire con successo in maniera contrarian”, spiega Amy Arnott, portfolio strategist di Morningstar. “Gli studi accademici dicono che, generalmente nel breve termine, i titoli che hanno avuto una forte performance tendono a continuare ad andare bene. Lo slancio può durare per periodi di circa un anno, ma può andare avanti anche più a lungo”.

Questo significa che una strategia contrarian, che consista semplicemente nella scelta di azioni, settori o classi di attività in disgrazia potrebbe non funzionare. “In effetti, il settore o la classe di attività con la peggiore performance in un anno solare spesso resta indietro l'anno successivo e, talvolta, per diversi periodi successivi”, dice Arnott. “Tuttavia, non va dimenticata la teoria finanziaria chiamata reversal to the mean secondo cui il valore e il rendimento di un asset out of favor, nel corso del tempo tendono a ritornare al loro livello medio. I nostri studi sull’efficacia delle strategie contrarian in diversi archi temporali dicono che i fondi che si concentrano su asset class che nei quattro o cinque anni precedenti sono rimaste indietro, nel tempo ottengono buoni risultati”.

I rischi

Ci sono però altri elementi da considerare. Ad esempio: lo scenario economico in cui molte aziende lavorano, nel giro di poco tempo può cambiare radicalmente portando a una situazione in cui i vecchi player non saranno più in grado di competere.

“Se si ha il sospetto che un asset o un settore continueranno ad essere snobbati dal mercato, probabilmente andare controcorrente non è l'approccio migliore”, dice Arnott. “Per questo è sempre meglio limitare l’esposizione del proprio portafoglio a questo tipo di strategia”.

Nella tabella in basso sono elencati (dal migliore da inizio anno) i fondi disponibili alla vendita in Italia che seguono una strategia contrarian.

I fondi contrarian

Di Marco Caprotti