Green bond e cambiamento climatico: boom di vendite

Pensiamo al binomio Green bond e cambiamento climatico. Quest’ultimo è stato al centro di diversi eventi in programma della diciottesima edizione del Festival della Mente 2021. Tutti i bond dichiarati 'verdi' lo sono davvero? Mentre ci poniamo questa domanda, diamo qualche numero sulle vendite di 'obbligazioni verdi'. Nel 1° semestre 2021, la vendita di Green bond ha sfiorato i 300 miliardi di dollari (294, per l'esattezza). A giudicare dai risultati dell'analisi di Bloomberg del 1° semestre 2021, con i Green Bond la finanza globale dimostra di essere un grande alleato nella lotta contro i cambiamenti climatici.

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Pensiamo al binomio Green bond e cambiamento climatico. Quest’ultimo è stato al centro di diversi eventi in programma della diciottesima edizione del Festival della Mente 2021. Tutti i bond dichiarati 'verdi' lo sono davvero? Mentre ci poniamo questa domanda, diamo qualche numero sulle vendite di 'obbligazioni verdi'. Nel 1° semestre 2021, la vendita di Green bond ha sfiorato i 300 miliardi di dollari (294, per l'esattezza). A giudicare dai risultati dell'analisi di Bloomberg del 1° semestre 2021, con i Green Bond la finanza globale dimostra di essere un grande alleato nella lotta contro i cambiamenti climatici. Nella prima metà di quest'anno, sono stati emessi green bond in 49 Paesi e 29 valute. Il record assoluto di vendite è stato registrato nel 2020 (309 miliardi di dollari). In 5 anni, il numero di Paesi è raddoppiato (24 nazioni e 16 valute). Il principale mercato resta quello europeo. Nel 1° semestre 2021, il 53% dei green bond venduti nel mondo è stato emesso in Europa, Medio Oriente e Africa. Euro, dollaro USA e yuan cinese si piazzano rispettivamente al primo, secondo e terzo posto della classifica delle valute. Le istituzioni finanziarie hanno giocato un ruolo chiave nelle vendite: hanno emesso circa 9 miliardi di dollari di 'debito verde'. Le vendite maggiori provengono dal Groupe BPCE in Francia (1,84 miliardi), Norway's DNB Bank ASA (1,82 miliardi) ed Intesa San Paolo (1,49 miliardi).

Green bond e cambiamento climatico: la curiosa analisi di NN Investment Partners

Un'analisi di NN Investment Partners rivela che soltanto il 53% delle aziende del mercato obbligazionario globale fa la sua parte nel prevenire il cambiamento climatico e limitare l'aumento delle temperature globali a 2°C. E' un dato preoccupante visto che è nell'interesse di tutti raggiungere lo scenario di 1,5°C e zero emissioni nette entro il 2050. Tutti (governi, cittadini, investitori, imprese) dovrebbero puntare a questo traguardo e farlo subito. In realtà, per molte aziende i green bond sono marketing, non gli strumenti di un vero cambiamento in atto nel modello di business di un'impresa. Alcune aziende hanno fatto passi significativi, altre non sono credibili. Secondo il punto di vista di NN Investment Partners, bisognerebbe escludere dall'emissione di green bond le aziende che non rispettano gli standard di transizione ecologica, migliorare la trasparenza delle aziende, abbandonare attività ed asset non genuinamente 'verdi'.

Solo il 2% di investimenti green reali

Le 'obbligazioni verdi' vengono emesse da progetti ad impatto positivo in termini di sostenibilità e rispetto per l'ambiente. Progetti ecologici come utilizzo di fonti rinnovabili, riciclo, efficienza energetica generano emissioni di green bond che verranno poi investiti in tali settori. Le obbligazioni verdi servono per finanziare progetti sostenibili in vari settori. Emettono green bond le principali istituzioni finanziarie (Banca Europea e Banca Mondiale) ma possono farlo anche agenzie statali e singole aziende. Dal 2007 ad oggi, ogni anno le emissioni di moneta verde sono cresciute del 54%. Mentre la Commissione Europea annuncia un ulteriore investimento di 177 miliardi di euro all'anno per raggiungere gli obiettivi fino al 2030-2035, gli investimenti green reali sono scarsissimi (solo il 2%).

Green bond: serve trasparenza e maggiori controlli

Attualmente, non esiste una certificazione che attesti se un green bond sia realmente 'verde'. Mancano i controlli, la possibilità di verificare se le obbligazioni verdi siano emesse per finanziare sul serio progetti ecologici. Il CPI (Climate Policy Initiative) denuncia "gravi mancanze in termini di dati accessibili" per un quadro regolatorio complesso e linee guida incoerenti. Il problema reale, quindi, è l'accesso ai dati che, invece, dovrebbero essere trasparenti, specie quelli relativi a Paesi extra-europei. Molte industrie che dovevano adeguarsi alla transizione ecologica ricevono aiuti statali e finanziamenti ma continuano ad inquinare. Alcune hanno trasferito le proprie fabbriche all'estero (in Oriente) trasferendo in altri Paesi le conseguenze dell'inquinamento. Serve chiarezza, trasparenza nella gestione delle risorse, maggiori controlli sui progetti legati ai green bond, altrimenti le obbligazioni verdi si trasformeranno in uno strumento sfruttato da mani sbagliate, pronte a ricevere risorse per arricchirsi a scapito di molti e, soprattutto, del pianeta.