Intesa Sanpaolo rinnova il proprio impegno nella lotta alla violenza contro le donne ricordando gli oltre 3,5 milioni di euro destinati al Fondo di Beneficenza, un fondo istituito dal gruppo bancario a sostengo di progetti sociali e culturali per contrastare la violenza di genere.
Il Fondo di Beneficenza
Istituito nel 2019, il fondo di beneficenza di Intesa Sanpaolo ha raccolto oltre 3,5 milioni di euro, grazie ai quali il gruppo bancario ha potuto sostenere e aiutare l’istituzione di numerosi centri di accoglienza, sportelli di ascolto antiviolenza, case rifugio e laboratori.
Progetti che hanno permesso la costituzione di una rete, sempre più ampia e strutturata a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza.
La rete supportata dal fondo si costituisce di Centri, Sportelli, Case Rifugio e promuove attività ricreative e di ascolto, laboratori, percorsi psicologici e gruppi di auto mutuo aiuto il cui obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza delle vittime ed aiutarle ad incrementare l’autostima, in prospettiva di un indipendenza e autonomia lavorativa, abitativa e sociale.
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I dati Istat
Secondo i dati Istat, oltre il 31,5% delle donne italiane ha subito nel corso della propria vita e in modo diverso, episodi di violenza di genere. Tra le tipologie di violenza più comuni sono state identificate la violenza fisica, la violenza psicologica e la violenza sociale, tuttavia i dati mostrano l’esistenza anche di altre forme di violenza, tra cui la violenza economica, quest’ultimo caso è maggiormente concentrato nei ceti economici più bassi e nelle famiglie colpite dalla crisi economica.
Dal 2019 al 2021 il numero antiviolenza 1522, supportato dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, ha registrato un forte incremento delle segnalazioni, passate da circa 8600 ad oltre 16.300.
Circa il 44% delle segnalazioni riguardava episodi di violenza fisica, il 33% violenza psicologica e circa l’1% violenza economica.
Stando ai dati raccolti dall’Istat e analizzati dai vari esperti, l’ultimo biennio ha visto il susseguirsi di una serie di episodi particolari, tra pandemia e crisi economica, con conseguenti lockdown e difficoltà economiche per le famiglie, che hanno intensificato l’isolamento sociale e deteriorato le condizioni economico-finanziarie, creando un terreno fertile per l’incremento di tensioni familiari che hanno dato vita a forme di violenza.