Milano, aumentano i prezzi delle case nel secondo trimestre

Il prezzo medio nel capoluogo meneghino si attesta a 4.075 euro/m2. Boom per le periferie: Vigentino-Ripamonti (11,4%), Famagosta-Barona (7,6%), Lorenteggio-Bande Nere (7,5%). Frena il Centro (-0,2%).

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La pandemia non ha arrestato la crescita dei prezzi delle case usate a Milano, che segnano un incremento dell’1,8% nel secondo trimestre del 2021, dopo la flessione accusata a inizio anno. Il valore al metro quadro sotto la Madonnina tocca i 4.075 euro, con una crescita del 4,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo l’ultimo indice dei prezzi dell’Ufficio Studi di idealista.

La tendenza dei prezzi zona per zona 

La maggior parte delle (18) zone cittadine analizzate, osserva una tendenza rialzista rispetto al trimestre scorso a partire dalle aree periferiche di Milano che segnano gli incrementi più sensibili, come dimostrano le performance di Vigentino-Ripamonti (11,4%), Famagosta-Barona (7,6%) e Lorenteggio-Bande Nere (7,5%). Sopra la media degli aumenti trimestrali troviamo anche Cermenate-Missaglia (6,9%), Fiera-De Angeli (4,2%), Certosa (2,6%), Porta Vittoria (2,5%) e Greco-Turro (2,3%). 

Timidi i rimbalzi di Baggio (1,7%), Garibaldi-Porta Venezia (1,6%), Forlanini (1,3%) e Navigli-Bocconi (0,4%), mentre 6 i quartieri hanno sperimentato dei cali, dai quelli “soft” del Centro Storico (-0,2%), Vialba-Gallaratese, Comasina-Bicocca (entrambe -0,5%) e Corvetto-Rogoredo (-1,5%), ai più drastici ribassi di San Siro-Trenno-Figino (-5,9%) e Città Studi-Lambrate (-7,9%).

Il Centro Storico è la zona più esclusiva di Milano con i suoi 8.979 euro/m2. La seguono distanziate Garibaldi-Porta Venezia (6.350 euro/m2), Fiera-De Angeli (6.252 euro/m2), Navigli-Bocconi (5.982 euro/m2) e Porta Vittoria (5.711 euro/m2). Prezzi al di sotto della media cittadina per le restanti zone, dai 3.870 euro di Vigentino-Ripamonti, fino ai 1.657 euro di Vialba-Gallaratese, l’area più economica della città per l’acquisto.

I quartieri periferici sono quelli in maggiore aumento, il più caro è Brera-Montenapoleone. Un rapido sguardo ai quartieri mostra le rivalutazioni maggiori proprio nelle zone più decentrate. Alcuni esempi sono Turro (l’area che oggi va di moda chiamare NoLo, North of Loreto), e Ortles, nella zona Vigentino-Ripamonti, dove gli incrementi trimestrali hanno toccato punte rispettivamente del 34% e del 20,6%. Tra i quartieri nella fascia alta dei prezzi cittadini, Fiera (14%) segna il maggiore incremento dopo i mesi primaverili. 

I prezzi più alti di Milano sono del Quadrilatero, Brera-Montenapoleone con una media di 10.900 euro al metro quadrato, i più bassi quelli di Quarto Oggiaro-Euromilano (Vialba-Gallaratese) dove bastano 1.244 euro.

Gli altri comuni in provincia di Milano

I prezzi di vendita delle case in provincia di Milano hanno registrato una variazione positiva del 1,3% rispetto a tre mesi fa, a una media di 2.659 euro al metro quadro.Equamente distribuito invece l’andamento dei valori di vendita nei comuni della cintura milanese, con la metà dei centri monitorati (62 su124 analizzati) in rialzo, con richieste che toccano i massimi a Robecco sul Naviglio (42,5%), seguito da Cassinetta di Lugagnano (38,9%), Solaro (21,7%) e Mediglia, (20,5%). L’unico comune a mantenere valori invariati sul trimestre è Rozzano, per il resto le diminuzioni vanno da quelle marginali di Cambiago (-0,2%), al crollo vertiginoso dei valori di Pioltello (-32%), che segna la performance peggiore provinciale nel periodo di analisi.  

Il capoluogo, con i suoni 4.075 euro di media, è il centro con i prezzi di vendita più cari, seguito da Assago (3.290 euro/m2), Segrate (2.779 euro/m2), Buccinasco (2.761 euro/m2), Basiglio (2.675 euro/m2) e Cormano (2.666 euro/m2). All’opposto, i comuni dove è più acquistare sono Baranzate (787 euro/m2) e Turbigo (714 euro/m2).

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista:

aumentando la fiducia sull’uscita dalla pandemia cresce la voglia di acquistare casa, anche se sono cambiate le caratteristiche di una domanda sempre più orientata al comfort abitativo. Con prezzi fermi o in calo, tranne che nei centri top rispetto a dieci anni fa e tassi ai minimi, una prima casa diventa il migliore investimento possibile per una famiglia. In questa situazione potremmo aspettarci un aumento più deciso dei prezzi immobiliari dovuta alla politica espansiva delle banche centrali.

I prezzi delle case usate in Italia hanno segnato un incremento dello 0,6% nel corso dei mesi primaverili, portandosi a 1.729 euro al metro quadro. La pandemia sembra non aver ha provocato alcuno shock sui valori, pressoché stagnanti, con un modesto (0,4%) rispetto a 12 mesi fa, secondo l’analisi dell’ufficio studi di idealista, portale leader per sviluppo tecnologico in Italia.

Tendenza contrastata a livello regionale e provinciale con leggera prevalenza di variazioni positive distribuite a macchia di leopardo sul territorio nazionale, anche se la maggior parte dei mercati in terreno positivo sono quelli del Centro-Nord. A livello di mercati cittadini il tenore è più marcatamente rialzista, con oltre il 60% dei capoluoghi che hanno chiuso i mesi primaverili all’insegna dei rialzi.

Milano fa registrare ancora un incremento dell’1,8% nel secondo trimestre, per un valore al metro quadro che si è attestato a 4.075 euro/m2. I prezzi nel capoluogo meneghino sono aumentati di un ulteriore 4,4% riportandosi sui massimi del luglio 2020. 

Le altre città

Roma fa registrare una variazione trimestrale negativa dello 0,4%, per un valore medio di 2.858 euro al metro quadro. I prezzi nella capitale sono in fase di stabilizzazione dopo un decennio di crisi in cui i valori sono calati 30,5%.

Rallenta il calo dei prezzi degli immobili residenziali nella città di Napoli, diminuiti di un modesto 0,6% a nell’ultimo trimestre, a 2.236 euro/m2. Negli ultimi 12 mesi il calo percentuale era stato addirittura del 9,2%, segno che il capoluogo partenopeo il ciclo negativo dei valori è ancora in pieno svolgimento. Rispetto massimi toccati dalle quotazioni nel capoluogo campano a maggio 2012 il valore delle case è sceso del 28,2%.

Tra le grandi città Torino (2%) stavolta si distingue per la performance migliore davanti a Bari (1,9%) e Milano (1,8%), mentre Roma (-0,4%), Napoli, Firenze (entrambe -0,6%) e Bologna (-0,9%) segnano il passo. 

Le rivalutazioni maggiori a livello di capoluoghi spettano a Vicenza e Frosinone (entrambe del 6,5%), seguite da Andria (6,4%) e Macerata (6,3%). All’opposto è Latina (-12,3 %) seguita da Lecco (-8%) e Rieti (-6,7%) segnano le performance peggiori del trimestre.