Perché investire nell’acqua e nel cibo

Il maggiore interesse per le tematiche ambientaliste e la scarsità di materia prima stanno facendo crescere l’interesse degli investitori per il cosiddetto oro blu. Il segmento food, intanto, si sposta su nuove tendenze.

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Alcuni dei fatti riguardanti la scarsità d'acqua forse non sono molto noti. Ad esempio: secondo la Fao (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) solo l’1% di tutta l'acqua presente nel mondo è effettivamente potabile.

Eppure, la tendenza comune è quella di trattarla come se fosse una risorsa infinita, con enormi quantità che, letteralmente, finiscono nei tubi di scarico ogni giorno. Secondo alcuni studi, ad esempio, una doccia quotidiana della durata di 10 minuti può richiedere fino a 100 litri d’acqua (più 5 kilowatt per portarla alla temperatura giusta). Riducendo di qualche minuto il tempo della doccia, si potrebbe arrivare a risparmiare fino a 80 litri.

Questo spreco assume una dimensione più grave se si considera che vaste aree del globo hanno bisogno di acqua. Secondo una ricerca del 2020 dell’Unesco, in tutto il mondo 3,6 miliardi di persone (quasi la metà della popolazione mondiale), vivono in zone che registrano scarsità d'acqua almeno un mese all'anno. La cifra è destinata ad aumentare fino a 5,7 miliardi entro il 2050.

Alla luce di questi numeri è evidente il perché le Nazioni Unite nel 1992 abbiano deciso di istituire la Giornata mondiale dell’acqua (il 22 marzo) e accrescere la consapevolezza riguardo alla crisi idrica globale. Dal 2012 è anche un sistema per tenere accesi i fari sul punto 6 dei  Sustainable development goal (SDG): acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030. 

Investire nell’acqua

La gestione dei servizi idrici rappresenta una sfida importante per le generazioni future.  Ma è anche un’opportunità per gli investitori per prendere esposizione su quello che viene definito “oro blu”. “La principale tesi di investimento alla base della scelta di strumenti dedicati a questa materia prima ruota attorno alla scarsità di acqua dolce”, spiega Kenneth Lamont, analista di Morningstar. “Negli ultimi anni la richiesta di acqua dolce è aumentata più del doppio rispetto al tasso di crescita della popolazione globale, portando a previsioni drammatiche di future carenze tra domanda e offerta”.

Va anche sottolineato che le risorse di acqua dolce non sono distribuite uniformemente in tutto il mondo.  “Ci sono zone, anche altamente sviluppate come la California, che possono andare incontro a carenze preoccupanti”, dice l’analista. “È probabile che questa situazione offrirà un numero crescente di opportunità alle aziende coinvolte nel trattamento e nella distribuzione dell'acqua a livello globale e a chi ci investirà”.

Complice la pandemia di Coronavirus, che ha portato maggiore attenzione verso gli investimenti legati a tematiche ambientalistiche, l’acqua sembra aver scalato posizioni nelle preferenze degli investitori più attenti alla natura. La categoria Morningstar destinata ai fondi che puntano su questo settore da inizio anno (fino al 9 marzo e in euro) ha guadagnato quasi il 5%, piazzandosi al secondo posto dopo il segmento Azionari Agricoltura e in deciso vantaggio rispetto agli strumenti che investono nell’ecologia e a quelli che guardano alle energie alternative. Una situazione diversa rispetto non solo all’anno scorso, ma anche allargando l’orizzonte temporale.

Categorie Morningstar a confronto

Nella tabella in basso sono elencati (a partire dal migliore da inizio anno), i fondi della categoria Morningstar Azionari Acqua disponibili per la clientela retail in Italia. Da notare che diversi fondi presenti all’interno del segmento esprimono nel nome l’intenzione di investire in aziende che si occupano di acqua anche da un punto di vista della sostenibilità.

I fondi dedicati all'acqua

Intanto il cibo corre

Strettamente collegata alla questione dell’acqua c’è quella del cibo, anche considerando l’uso intensivo che ne viene fatto per la produzione di alimenti. Secondo le elaborazioni del Water Footprint Network (una piattaforma di collaborazione tra aziende, organizzazioni e privati per risolvere le crisi idriche mondiali promuovendo un uso equo e intelligente dell'acqua), per produrre un chilo di mele servono 822 litri d’acqua, che diventano 15,4 litri per avere un chilo di carne di manzo. Per arrivare alla stessa quantità di caffè occorrono 18.900 litri di acqua.

La questione alimentare diventa più complessa se si considera l’aumento dei prezzi del cibo. Secondo l’ultimo report della Fao, a febbraio sono cresciuti per il nono mese consecutivo. L'indice dei prezzi elaborato dall’organizzazione dell’Onu (che segue le variazioni mensili dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari comunemente scambiate), ha registrato una media di 116,0 punti a febbraio, il 2,4% in più rispetto al mese precedente.

Nella tabella in basso sono elencati i fondi che investono in società del settore agricoltura.

I fondi che investono nell’agricoltura

Ambiente e nuovi trend

Quando si parla di cibo, non va sottovalutato l’elemento dell’inquinamento ambientale. Secondo le Nazioni Unite, il bestiame rappresenta circa il 14% delle emissioni di gas serra a livello globale. Ridurre il consumo di carne – con una contestuale diminuzione degli allevamenti intensivi - potrebbe quindi dare un contributo molto concreto al rallentamento del cambiamento climatico.

Una mano in questo senso sembra arrivare dalle nuove abitudini alimentari che si stanno radicando e che stanno anche creando nuove tendenze di investimento. Sta crescendo, ad esempio, la preferenza dei consumatori per fonti di nutrimento sempre più sane e sostenibili. Secondo uno studio della società di ricerche Markets&Markets, il mercato globale della carne a base vegetale, che nel 2020 valeva 4,3 miliardi di dollari, crescerà di quasi il 15% all'anno fino al 2025.

"L'aumento della domanda di prodotti vegani e vegetariani è un'ulteriore prova del cambiamento generazionale con il quale i consumatori millennial stanno trasformando i paradigmi della domanda", spiega Elizabeth Stuart, analista ESG di Morningstar.

Per venire incontro al crescente interesse dei mercati per questa trasformazione, stanno nascendo una serie di fondi dedicati a quelle società (che alcuni definiscono smart food) il cui obiettivo è offrire prodotti o soluzioni che contribuiscano a risultati ambientali e sociali positivi lungo l'intera catena di approvvigionamento alimentare.

Nella tabella in basso sono elencati (in base alla performance da inizio anno) gli strumenti dedicati a questo tipo di società (la selezione è stata effettuata fra i fondi che hanno nel nome le definizioni comunemente usate in questo tipo di industria).

I fondi dedicati allo smart food

Di Marco Caprotti