Quotazione oro: è il momento opportuno per venderlo?

In Italia, la vendita dell’oro viene legittimata dalla Legge numero 7 del 17 gennaio 2000 e va conosciuta e seguita per la compravendita dell'oro.Ciò che molti non sanno è che l'oro è quotato in borsa e le oscillazioni del prezzo dell'oro, possono permettere una vendita più redditizia.Quindi, prima di procedere con la vendita del proprio oro, è bene che siate adeguatamente informati sul prestigio del metallo e sulle oscillazioni del mercato, oltre che sulle leggi sul suo possesso e vendita.

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Immaginate di effettuare un trasloco e di trovare in uno scatolone impolverato della propria soffitta un cofanetto contenente quei famosissimi gioielli d’oro che i vostri parenti vi hanno regalato per la Cresima, ma che non avete mai indossato. 

Sicuramente il primo impulso è quello di conservarli, come ricordo. 

E se, invece, voleste venderli?

In Italia, la vendita dell’oro viene legittimata dalla Legge numero 7 del 17 gennaio 2000, oltre alle direttive europee 98/80/CE del 12 ottobre 1998.

Quindi, prima di procedere con la vendita del proprio oro, è bene che siate adeguatamente informati sul prestigio del metallo e sulle oscillazioni del mercato, oltre che sulle leggi sul suo possesso e vendita. 

Difatti, il prezzo dell’oro è soggetto a delle oscillazioni; la sua quotazione cambia molto spesso, ecco dunque qual è la quotazione dell’oro attuale.

Vediamo insieme come si calcola il valore dell’oro al grammo e soprattutto se sia questo il momento propizio per poter vendere il proprio oro.

Come si calcola il valore dell’oro al grammo?

Innanzitutto, occorre sapere che l’oro puro esiste, ma solo in natura: una volta che viene estratto, infatti, deve necessariamente essere mescolato insieme ad altri metalli, andando così a formare una lega, al fine di poter essere lavorato con una maggiore stabilità. 

Questo perché – come nel caso del rame e dell’argento – l’oro fa parte della categoria di metalli definiti “malleabili”, morbidi, facilmente lavorabili. Sulla base del metallo con cui si decide di creare la lega, l’oro assumerà colorazioni differenti: in molte gioiellerie è possibile trovare oltre al classico oro giallo, anche l’oro bianco e l’oro rosa, senza dimenticare che esistono anche l’oro rosso, l’oro verde e l’oro nero.

Secondo la legislazione, gli orafi sono tenuti ad incidere su ogni gioiello in oro un timbro: si tratta di un numero, incorniciato da un rombo, che rivela la quantità di oro di cui l’oggetto è composto. 

Tale numero indica i carati dell’oro (siglati con la lettera K), ovvero la purezza della lega aurea con cui il gioiello è stato prodotto: pertanto maggiore è il numero dei carati, maggiore è la quantità di oro presente nella lega. 

Ne esistono di diverse tipologie:

  • 24 carati: rappresenta l’oro puro, ovvero quello in cui su 24 parti di metallo, 24 sono d’oro
  • 18 carati: il rapporto è di 18/24 parti di oro rispetto al totale. Probabilmente si tratta della tipologia più diffusa in commercio ed è contraddistinta dal marchio 750, il quale indica che su 1000 parti totali, 750 sono composte da oro puro e le rimanenti 250 da altri metalli
  • 14/9/8 carati: si scende a proporzioni rispettivamente di 14, 9 o 8 parti di oro su 24

Dunque, come possiamo scoprire da quanti carati è caratterizzato il nostro gioiello?

Esistono principalmente tre modalità:

  • Cercando direttamente sul gioiello stesso il timbro in merito ai carati 
  • Effettuando un test acido tramite un apposito kit da acquistare presso rifornitori specializzati, composto da una pietra particolare e da una boccetta di acido nitrico. Si strofina la pietra sul gioiello in questione e poi si versa sullo stesso punto una goccia di acido: se il gioiello è realmente ai carati che l’acido è in grado di testare resterà invariato, altrimenti si modificherà, mutando il proprio colore in marrone
  • Acquistando un test skey, sotto forma di pennino: si traccia una linea della lunghezza di circa mezzo centimetro sulla superficie del gioiello per quattro volte, senza mai staccare la punta del pennino dall’oggetto; ucscessivamente occorrerà tracciare un’altra linea con quella stessa penna su un foglio bianco. Sulla base del colore che apparirà sul foglio, il gioiello avrà più o meno carati

Una volta individuata la proprietà fondamentale del nostro gioiello, scopriamo insieme come possiamo calcolarne il valore effettivo. Il primo passo da compiere è quello di pesare il nostro gioiello, servendoci di una bilancia adeguata: si tratta di un bilancino che è possibile acquistare presso un rivenditore specifico. Mi raccomando, è importante suddividere gli oggetti da pesare sulla base dei carati che possiedono!

A questo punto sarà piuttosto semplice procedere con il calcolo: occorre informarsi sul prezzo attuale in grammi o in kg del mercato dell’oro – varia costantemente, perciò il nostro consiglio è quello di rimanere sempre aggiornati sulle oscillazioni dei prezzi – e in un secondo momento moltiplicare tale cifra per il peso del gioiello.

In altri termini, se si è in possesso di 10 g d’oro a 24K e il prezzo attuale è di circa 50 euro/grammo, il valore complessivo si aggirerà intorno ai 500 euro, ottenuti in Borsa, come vediamo su ilsole24ore.com.

Come varia il prezzo dell’oro usato?

L’esempio citato nel paragrafo precedente è attendibile, oppure no? 

La risposta è una via di mezzo. 

Nel senso che quei famosi 500 euro, che corrispondono al valore di 10 grammi di oro a 24K, fanno riferimento alla quotazione attuale dell’oro in Borsa. La realtà dei fatti, invece, è leggermente diversa, come leggiamo su quifinanza.it.

Per prima cosa è bene sapere che l’oro viene, per l’appunto, quotato in Borsa, prendendo come punto di riferimento quello puro, cioè quello da 24K: a seconda delle sue oscillazioni di mercato positive o negative, deriveranno le medesime oscillazioni anche per quanto riguarda le altre carature inferiori.

Il fenomeno conosciuto come “fixing” impone un prezzo universalmente accettato dell’oro o di altri metalli preziosi, decretato dalla Borsa di Londra sulla base del rapporto tra la domanda e l’offerta di tali materiali. 

Le bullion banks, ovvero le maggiori banche che trattano queste tipologie di metalli, si riuniscono quotidianamente per due volte al giorno, al fine di stabilire il prezzo dell’oro in dollari per oncia troy (circa 31,1 g); successivamente comunicano il valore al London Bullion Market Association, il quale se ne servirà come punto di riferimento per i vari mercati finanziari.

Solitamente, ad ogni modo, come abbiamo già accennato in precedenza, i gioielli più comuni in commercio sono quelli da 18K. 

Quindi dalla quotazione della Borsa, dovremmo già eliminare un 25% di valore tra i 24K presi in considerazione ed i 18K effettivi del nostro gioiello. 

Questo ci porta ad una notevole riduzione dei soldi che potremmo ricevere qualora decidessimo di vendere i 10 grammi di oro dell’esempio.

In più bisogna tenere in considerazione un secondo elemento: il fatto che l’oro in questione sia usato e non nuovo. 

La maggior parte delle volte che decidiamo di rivolgerci ai cosiddetti “Compro Oro” sparsi su tutto il territorio nazionale, proponiamo ai rivenditori gioielli di seconda mano, che certamente perdono il loro valore rispetto a quelli nuovi.

Dove vendere il proprio oro usato?

Conviene, dunque, vendere il proprio oro usato? Generalmente la risposta dipende dalle proprie esigenze: se si ha necessità di soldi liquidi immediati, sì, altrimenti il nostro consiglio è di attendere momenti migliori, poiché, nonostante alcuni periodi di svalutazione, in generale l’oro è un materiale in costante crescita di valore, come leggiamo su soldioggi.it.

Se siete interessati a vendere comunque i vostri gioielli, sappiate che è possibile procedere attraverso tre modalità: online; presso una qualsiasi gioielleria; presso un negozio “Compro oro”. In ogni caso sarà necessario essere muniti di un proprio documento di riconoscimento in corso di validità e del proprio codice fiscale, nonché di un apposito modulo che va compilato inserendo le caratteristiche specifiche dell’oggetto in questione. 

Successivamente il commesso del negozio procederà con una proposta e, se doveste accettarla, ricevereste la somma pattuita.

Vademecum per la vendita dell’oro

Vi presenteremo qui di seguito una breve lista degli errori più comuni commessi da coloro che hanno intenzione di vendere il proprio oro usato:

  • Ricerca di informazioni insufficiente: come accennavamo all’inizio, il mercato dell’oro è in costante mutazione. Occorre, dunque, informarsi spesso circa le oscillazioni dei prezzi, onde evitare di ricevere meno denaro di quanto previsto 
  • Mancata verifica del valore del gioiello: conoscere il valore del gioiello, quindi il peso ed i carati vi consente di stimare con maggiore precisione il prezzo di vendita ad esso associato
  • Non controllare il peso sulla bilancia del rivenditore: optate sempre per i rivenditori che utilizzano bilance digitali, con l’indicazione del peso in vista, così da consentirvene la verifica
  • Non rivolgersi ad esperti in caso di dubbi: “chi fa da sé, fa per tre!” non è sempre vero. Il nostro consiglio, anzi, è di recarvi presso una persona esperta qualora non sapeste bene come muovervi all’interno del mercato dell’oro
  • Rivolgersi ad esperti non qualificati: ricollegandoci al punto precedente, mi raccomando, che siano esperti certificati quelli presso cui vi recate in caso di dubbi! 

In particolare, per quanto riguarda i Compro Oro, verificate che siano iscritti presso l’Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi (il cosiddetto Registro OAM). A prescindere date sempre un’occhiata alle recensioni online dei clienti che si sono già rivolti al rivenditore presso cui avete l’intenzione di recarvi

  • Non richiedere la ricevuta della vendita: nel momento in cui il rivenditore avrà pagato la somma prestabilita al momento della trattativa richiedete sempre la ricevuta che ne certifica l’avvenuta transazione
  • Accettare contanti per una cifra superiore ai 500 euro: fate attenzione, poiché con la normativa proposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per quanto riguarda l’antiriciclaggio di denaro, non è possibile effettuare transazioni di compravendita di oro in moneta contante superiore ai 499,99 euro. 

Se l’importo supera tale cifra, è necessario usufruire di strumenti tracciabili, quali assegni, bonifici o carte di credito

  • Farsi prendere dalla fretta: a meno che non vi servano soldi liquidi immediati, non agite di fretta! 

Al contrario, varate diverse opzioni, rivolgetevi a diversi rivenditori, così da trovare la migliore offerta nel momento migliore del mercato finanziario dell’oro.

Quindi, non fate vendite sprovvedute, né dettate dalla fretta, affidati al vostro buon senso e aspettate il momento giusto.