Spread BTP-Bund, l’impatto su ETF e fondi

Lo spread tra titoli di stato italiani e tedeschi si è allargato in modo significativo dopo la riunione della BCE del 9 giugno.

Dopo la riunione della Banca centrale europea, lo scorso 9 giugno, lo spread tra BTP e Bund decennali ha continuato ad allargarsi superando i 240 punti.

Il Buono poliennale del tesoro italiano sta subendo pesantemente la prospettiva di un rialzo dei tassi aggressivo, una revisione al ribasso delle prospettive di crescita e un maggior pessimismo sull’andamento dell’inflazione.

A complicare la situazione, spiega Fabio Castaldi, Senior Multi-Asset Investment Manager di Pictet Asset Management, c’è “l’assenza di una discussione concreta su un nuovo programma di sostegno che possa evitare quello che la Bce definisce ‘rischio di frammentazione’. Gli investitori temono ora un ulteriore allargamento dello spread in un contesto macroeconomico in deterioramento, tassi al rialzo, una complicata manovra finanziaria in autunno da parte del governo italiano ed elezioni generali nella primavera prossima”.

Il rischio di frammentazione deriva dal fatto che la fine dei programmi di espansione monetaria (Quantitative easing) può rappresentare una minaccia per la stabilità finanziaria dell’Eurozona. Con l’aumento dei tassi di interesse, i paesi più indebitati, come l’Italia, si troveranno a dover pagare interessi più elevati sui titoli di Stato, facendo lievitare ulteriormente il debito pubblico.

BCE tra lotta all’inflazione e scudo anti-spread

La BCE, dunque, si trova nella difficile situazione di dover combattere l’inflazione, che a maggio ha raggiunto l’8,1% nell’area euro, senza causare una crisi del debito sovrano dei paesi periferici.

“E’ una sfida importante per la BCE”, dice Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist, Schroders. “La banca centrale ha annunciato che le sue disponibilità di titoli di Stato nell’ambito del PEPP (il programma di acquisto di titoli varato per contrastare i rischi per il sistema economico e finanziario derivanti dalla pandemia di Covid-19, Ndr) potrebbero essere riassegnate per bloccare aumenti significativi del costo dei prestiti per i governi periferici rispetto a quelli centrali”.

Rischio debito sovrano?

Il fatto che lo spread tra BTP e Bund sia continuato a salire dopo le parole di Christine Lagarde, presidente della BCE, suggerisce che gli investitori siano preoccupati di un’altra crisi del debito sovrano dopo quella del 2011.

“È ancora presto per dirlo, ma con le elezioni, considerate cruciali, che si terranno l’anno prossimo in Italia, Spagna e Grecia, il rischio politico potrebbe tornare a interferire con il modo in cui la BCE deve e può impostare la politica monetaria”, afferma Zangana.

Quello che ha ipotizzato l’istituto di Francoforte è uno “scudo parziale” a protezione degli stati periferici. “La BCE ha dichiarato che ha partire dal 1° luglio 2022 interromperà il suo programma di acquisto degli asset; tuttavia, continuerà comunque a reinvestire almeno fino alla fine del 2024”, afferma Hetal Mehta, Senior European Economist di LGIM.

“Riteniamo che, con queste mosse, l’istituto di credito speri di non dover creare un nuovo programma a supporto dell’Italia. Il fatto che i tassi d’interesse si siano mantenuti bassi negli ultimi otto anni ha permesso al Tesoro di rifinanziare il debito a costi contenuti. Il loro aumento mette in discussione la sostenibilità del debito di un paese come l’Italia e questo obbliga la banca centrale a essere molto più ‘trasparente’ circa le sue intenzioni di effettuare ulteriori rialzi”, conclude Mehta.

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In calo i fondi ed ETF con focus sui titoli italiani

L’allargamento dello spread ha avuto un effetto negativo sul rendimento dei fondi e degli ETF specializzati sui titoli governativi in euro e più esposti all’Italia. L’ETF Lyxor EuroMTS 10Y Italy BTP Government bond ha perso quasi il 5% in una settimana e oltre il 20% da inizio anno, contro una performance negativa dell’11,57% in media per la categoria (al 13 giugno 2022). Il comparto replica l’andamento dell’indice FTSE MTS Target Maturity Government Bond Italy (Mid Price) che è rappresentativo dei titoli di Stato italiani con scadenza residua target di 10 anni.

Registra ribassi un po’ più contenuti l’ETF iShares Italy Government Bond, che in una settimana ha perso circa il 4% e da inizio anno il 15,68%. La differenza di performance potrebbe essere spiegata dal diverso indice preso a riferimento. In questo caso si tratta del Bloomberg Barclays Italy Treasury Bond, che è composto da un paniere di titoli di stato con interesse a tasso fisso e una vita residua di almeno un anno.

Tra i fondi attivi più esposti ai titoli di stato italiani e con dati di portafoglio aggiornati, Anima Tricolore segna -2,4% in una settimana e -14,3% da gennaio (al 10 giugno 2022). I governativi italiani rappresentano il 97,71% del portafoglio al 30 aprile 2022. Nello stesso periodo, Fideuram Rendimento ha perso l’1,93% in sette giorni e il 12,21% da inizio anno. Il peso delle obbligazioni del Belpaese è del 93,94% (al 31 maggio 2022).

Di Sara Silano

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