Start up: ecco i migliori Paesi in cui avviarne una

Sono tantissimi i Paesi che si occupano di fornire sostegni e incentivi per le start up di nuova fondazione. Nell'UE, per esempio, numerose realtà statali permettono di affidarsi al credito bancario per i finanziamenti della crescita delle start up; in America, invece, le start up possono spesso contare su ingenti finanziamenti elargiti da enti privati. Tra gli stati che maggiormente incentivano l’avvio delle start up, tra l’altro, troviamo anche l’Italia, che ha destinato a questo tipo di azienda un pacchetto di leggi dedicato. Ma quali sono i Paesi dove si contano i maggiori incentivi per avviare una start up?

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È ormai passato più di un anno da quando la pandemia di Covid-19 ha sconvolto le vite di tutti noi, non solo nel nostro Paese, ma un po’ dappertutto nel mondo. E l’economia globale ne ha di certo ampiamente risentito. Ma, se alcune imprese sono state costretta a dichiarare il proprio fallimento, altre hanno invece saputo cogliere le opportunità che la crisi offriva, o comunque sono riuscite ad imporsi, proponendo innovazioni: stiamo parlando delle start up.

I segreti del successo di una start up sono tantissimi, ma non possiamo tralasciare il fatto che questo tipo di impresa può godere di numerosi incentivi, soprattutto in determinati Paesi.

Nell'UE, per esempio, numerose realtà statali permettono di affidarsi al credito bancario per i finanziamenti della crescita delle start up; in America, invece, le start up possono spesso contare su ingenti finanziamenti elargiti da enti privati.

Tra gli stati che maggiormente incentivano l’avvio delle start up, tra l’altro, troviamo anche l’Italia, che ha destinato a questo tipo di azienda un pacchetto di leggi dedicato.

Vuoi sapere quali sono i Paesi dove si contano i maggiori incentivi per avviare una start up? 

Allora prosegui nella lettura di questo articolo.

Start Up in Italia: lo Start Up Act e le agevolazioni

Come accennavamo poco sopra, tra i Paesi che si preoccupano di incentivare maggiormente l’avvio e il sostegno delle start up innovative troviamo anche l’Italia.

Con lo Start Up Act, infatti, il Governo e il MiSE si sono preoccupati non solo di indentificare i requisiti specifici di una start up innovativa, ma anche di garantire alle aziende che rientrano tra le caratteristiche prestabilite tutta una serie di incentivi.

Per quanto riguarda le caratteristiche che, nel nostro Paese, rendono una start up innovativa come tale, si rimanda alla lettura dell’articolo Start up innovativa, tutti i requisiti per avviarne una, nel quale sono stati ampiamente descritti i requisiti necessari all’iscrizione della start up nella sezione specifica per questo tipo di aziende nel Registro delle Imprese.

Nel caso in cui si riesca ad avviare una start up innovativa che rientri nei requisiti previsti, l’azienda avrà a disposizione tutta una serie di benefici e agevolazioni:

  • incentivi fiscali (credito di imposta fino al 40%, più ulteriore credito di imposta del 35% nel caso di assunzione di nuovo personale qualificato)
  • sgravi fiscali che vanno dal 19 al 27%
  • diritto al raccoglimento di fonti tramite equity crowdfunding
  • esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo ed eventuali altre spese per il rilascio di documenti ufficiali
  • fondazione gratuita, con procedura totalmente online e convalida senza la necessità di ricorrere ad un notaio (ossia, è garantita una procedura semplificata)
  • procedura del sovraindebitamento garantita in caso di fallimento

Esistono, inoltre, degli incentivi statali patrocinati da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa.

Il primo programma è Smart&Start Italia, l’agevolazione che sostiene le start up italiane in fase di avvio, ma anche nella loro crescita; si tratta di un incentivo che vuole finanziare progetti che hanno un budget compreso tra i 100mila euro e i 1,5 milioni di euro. 

Invitalia promuove poi Smart Money, un contributo a fondo perduto che può raggiungere i 10mila euro che siano però stanziati per l’acquisto di servizi da quegli enti, quali incubatori, acceleratori, organismi di ricerca e innovation hub, che sono necessari per la vita della start up; Smart Money prevede poi un secondo contributo, anche questo a fondo perduto, “se presentano piani sviluppo che prevedono finanziamenti in equity da parte degli enti abilitati, business angels e investitori qualificati”.

Ma le start up italiane possono anche contare su tutti gli altri progetti Invitalia che riguardano le imprese, quali Nuove Imprese a Tasso Zero, Resto al Sud, Cultura Crea, SelfiEmployment e FactorYmpresa, purchè ovviamente si rispettino i requisiti dei rispettivi bandi pubblicati sul sito ufficiale Invitalia.

Start up negli Stati Uniti: gli investimenti privati

Ma quando parliamo di Paesi che riescono a garantire il maggior numero di incentivi per le start up innovative di recente fondazione, non possiamo non citare gli Stati Uniti.

In Nord America, infatti, troviamo un grandissimo numero di acceleratori di start up, che hanno l’obiettivo di aiutare le aziende ad accelerare la crescita dei loro prodotti durante un programma (che in genere dura dai 3 ai 6 mesi), al fine di raccogliere un adeguato finanziamento durante il "Demo Day" che conclude il programma.

L’America conta inoltre un enorme numero di angel investor, ossia coloro che decidono di investire il proprio capitale personale in start up in fase iniziale; l’angel investor, generalmente, fornisce solo un piccolo investimento una tantum per aiutare l'azienda a crescere. 

Gli Stati Uniti, poi, contano un impressionante numero di società di Venture Capital, le quali forniscono capitale di avvio o crescita e/o capitale di prestito a iniziative promettenti per rendimenti superiori ai tassi di interesse di mercato e in genere si concentrano su società in fase avanzata. L’unico inconveniente delle Venture Capital è che questo tipo di società, di solito, investe solo in aziende che hanno un potenziale di crescita a lungo termine di almeno dieci volte l’investimento iniziale.

Nonostante sia un mercato favorevole per le start up, però, il mercato statunitense è così eterogeneo da risultare spesso molto difficile da afferrare e comprendere, soprattutto per startupper stranieri che sono estranei alla logica del mercato statunitense, oltre che al suo sistema amministrativo e fiscale.

Gli Stati Uniti, infatti, possono contare su incentivi a livello federale, statale o locale.

Per quanto riguarda gli incentivi federali, esiste un ente specializzato, denominato Small Business Administration, cui spetta il compito di erogare prestiti e assistere le imprese durante tutto l’iter per ottenere le agevolazioni.

Sono inoltre previsti, sempre a livello federale, degli incentivi a livello fiscale nel caso si provveda ad assumere in team categorie svantaggiate (quali soggetti affetti da handicap, veterani o soggetti precedentemente carcerati).

Ma gli incentivi più sostanziosi, negli Stati Uniti, sono quelli a livello statale e locale.

Ovviamente, questo settore di incentivi varia a seconda della tipologia, della località e delle misure di tutela sociale legate all’investimento.

In linea di massima, anche se si consiglia di consultare la normativa vigente nello Stato americano nel quale si voglia aprire la propria start up, di solito anche gli investitori stranieri possono ottenere finanziamenti statali o locali (a patto di costituire la propria società entro i confini dello Stato dove si vorranno poi richiedere gli incentivi).

Cina e start up, tutte le agevolazioni

Anche la Cina, a partire dal 2014, si è attivata nel tentativo di dare un supporto non solo alle aziende innovative, ma anche agli aspiranti imprenditori.

Solo durante quell’anno, infatti, sono nati circa 1600 incubatori per start up innovative: questo ha condotto all’aumento del numero delle start up da 6900 a 12000 nel giro di soli due anni.

Ci sono moltissime motivazioni per cui la Cina è un luogo potenzialmente fruttuoso per avviare una start up (queste considerazioni, in ogni caso, valgono per qualsiasi tipo di azienda, non solo per le start up).

Innanzitutto, la politica e la regolamentazione in merito alle attività d’impresa è volta a favorire le nuove attività: il Paese punta molto su settori come la finanza su Internet, la salute digitale e l'e-commerce transfrontaliero, che non sono ancora però completamente regolamentati. La mancanza di regolamentazione è una sfida, ma anche un’opportunità, in quanto la Cina rappresenta un buon laboratorio vivente per gli imprenditori per provare le loro idee di business. 

Inoltre, l'ambiente imprenditoriale cinese è abbastanza facilitante per la costruzione di ecosistemi aziendali e partnership esterne con le parti interessate.

Il mercato cinese, poi, è molto ampio e in costante crescita. Ciò significa che gli imprenditori hanno la possibilità di ampliare la propria attività. Molto più che in altri Paesi, un business ha spazio e possibilità per espandersi.

In ultima analisi, poi, le start up godono del supporto del Governo cinese, che fornisce non sono sussidi e misure di supporto, ma favorisce anche l’incontro con gli incubatori per start up; il mercato cinese, tra l’altro, vanta un’ampia disponibilità di venture capitalist e private equity.

Agevolazioni per start up in Europa

Quelli finora citati sono tra i Paesi più favorevoli da tenere in considerazione se si vuole aprire una start up; ma non sono di certo gli unici: anche numerosi altri Paesi europei prevedono delle agevolazioni per questo tipo di aziende.

Il sito altar.io ha stilato il proprio elenco di Paesi europei che favoriscono le start up. Nell’elenco, troviamo quali sono i Paesi dell’UE dove conviene avviare una start up: Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.

In Portogallo, per esempio, esistono incentivi fiscali basati sul modello inglese Enterprise Investment Scheme. Lo schema prevede, per un Business Angel, la possibilità di fare un investimento in una start up, richiedendo poi una detrazione sull'imposta sul reddito delle persone fisiche del 20% dell'investimento effettuato.

In Belgio, invece, per le start up di recente fondazione (o per PMI che non siano state fondate da più di quattro anni), è prevista un’agevolazione, fornita dallo sportello fiscale, che aiuta l’azienda a raccogliere fino a 250mila euro da destinare all’attività. L’azienda richiedente, però, deve essere regolarmente registrata in Belgio e non deve essere il risultato di una fusione o di uno spin-off aziendale.

Per fare un ultimo esempio, in Francia i Business Angel possono beneficiare di una riduzione dell'imposta sul reddito del 18% dell'importo investito con il limite di 50.000€. L'investimento deve essere detenuto per almeno cinque anni e l'impresa deve essere una PMI (anche le start up, dunque, sono ammesse).