COME RISPARMIANO GLI ITALIANI IN TEMPO DI CRISI

Il 78% degli italiani ritiene che la gravità della crisi è forte e il 57% prevede che ci vorranno più di tre anni per uscirne del tutto.

Il 78% degli italiani ritiene che la gravità della crisi è forte e il 57% prevede che ci vorranno più di tre anni per uscirne del tutto. Tuttavia il risparmiatore italiano dimostra una buona capacità di adattamento, riorganizza la propria vita in conseguenza della crisi e relativizza le proprie aspettative. Modifica, quando è necessario, ridimensiona i propri consumi, risparmia o tenta di farlo anche quando è in difficoltà e pensa che gli sforzi per uscire dalla crisi debbano essere fatti con coesione totale e buon coordinamento a livello internazionale, quindi incrementa la sua fiducia nell'Ue e guarda al futuro con un ottimismo nuovo che non è euforico. E' quanto emerge dall'indagine sul risparmio degli italiani realizzata in collaborazione Acri-Ipsos e presentata oggi in occasione della 85 giornata mondiale del risparmio che si celebra domani a Palazzo della Cancelleria.Costante la percentuale di coloro che consumano tutto il reddito (38). E cala, per la prima volta dal 2004, il numero di coloro che consumano più di quanto incassano (sono il 25%: una famiglia su quattro, contro il 27% del 2008); tra queste rimane costante il numero di coloro che ricorrono ai risparmi accumulati (18%) mentre diminuisce quello di coloro che hanno dovuto ricorrere ai prestiti (sono il 7%, erano il 9%).Gli italiani quindi mantengono una forte propensione al risparmio (l’87% vorrebbe risparmiare) e lo considerano saldamente ancorato al concetto di economia reale (lo e’ per il 60% del campione). Il 48% riconosce inoltre alle banche il ruolo di soggetto intermedio tra l’economia finanziaria e quella reale e l’88% ritiene fondamentale il loro radicamento sul territorio.Ma quali sono le modalità di risparmio preferite? L’indagine evidenzia che la preferenza per la liquidità rimane ancora il tratto che ci caratterizza. Il 62% (era il 60% nel 2008) tiene o terrebbe i risparmi liquidi, mentre solo il 33% (era il 35%) li investe o li investirebbe: tra questi calano sensibilmente coloro che hanno la tendenza a investire buona parte dei loro risparmi (dal 12% del 2008 al 9%). Tra le possibili forme di investimento, i più considerano ancora ‘il mattone’ (54%) l’investimento ideale; aumentano i propensi all’investimento a rischio, che raddoppiano, passando dal 3% nel 2008 all’attuale 6%.