Eni ha annunciato oggi che è stata avviata la produzione di greggio del giacimento angolano offshore Tombua-Landana, localizzato a circa 80 chilometri dalla costa. Situati nel blocco 14 a circa 366 metri di profondità, i due campi, con riserve recuperabili pari a circa 350 milioni di barili di greggio, raggiungeranno il picco di produzione di oltre 100.000 barili al giorno entro il 2011. Il progetto, costituito da 46 pozzi, comprende una torre di perforazione (compliant piled tower) di 474 metri, una delle strutture petrolifere più alte al mondo, e un centro sottomarino che consente di accedere ai campi di Tombua e Landana. Il progetto, inoltre, è stato concepito per evitare sia gli scarichi di acqua in mare, sia le emissioni legate al gas flaring in atmosfera; il gas associato prodotto, infatti, alimenterà l’impianto Angola Liquefied Natural Gas attualmente in costruzione a Soyo, sempre in Angola. Eni partecipa al progetto, attraverso la società interamente posseduta Eni Angola Exploration B.V., con una quota del 20%, insieme con Chevron, operatore con il 31%, Sonangol P&P 20%, Total 20% e Galp 9%. L’avvio della produzione del giacimento di Tombua-Landana rafforza ulteriormente la posizione di Eni in Angola, dove è presente dal 1980 e dove produce circa 135.000 barili di olio equivalente al giorno in quota Eni, di cui circa 20.000 al momento provenienti dal blocco 14. Dal 1995, la joint venture ha effettuato in questo blocco 11 scoperte esplorative.