La crisi economica finirà entro un anno secondo quasi due italiani su tre (62 per cento). E’ quanto emerge da un sondaggio on line effettuato sul sito della www.coldiretti.it reso noto al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio dal quale emerge peraltro una sostanziosa minoranza del 30 per cento che ritiene la crisi irreversibile e ben il 8 per cento che la ritiene già superata o superabile nei prossimi mesi. In agricoltura, dai primi risultati di un’indagine campionaria condotta dal prof. Donato Romano emerge che la crisi picchia duro sulle aziende agricole di medie e grandi dimensioni che producono merci indifferenziate (commodities) ma colpisce l’intera agricoltura, anche se con un certo ritardo rispetto agli altri settori economici. Secondo l’indagine, condotta in collaborazione con la Coldiretti su un campione di 326 aziende che coprono tutte le principali filiere, in termini assoluti le performance del settore agricolo peggiorano a causa delle caratteristiche strutturali della filiera agricola e del potere di mercato degli intermediari commerciali, che determinano una trasmissione asimmetrica delle variazioni dei prezzi, sia a valle che a monte dell’azienda agricola. In pratica, ciò determina un peggioramento notevole dei redditi agricoli attesi per effetto di un peggioramento della ragione di scambio della fase di produzione agricola, di un aumento dei margini distributivi e di un’amplificazione delle fluttuazione dei prezzi all’azienda. In altre parole, la crisi mette in evidenza i mali antichi del settore, come la presenza di una struttura di mercato largamente imperfetta lungo tutta la filiera, in cui le imprese agricole rappresentano i vasi di coccio tra i vasi di ferro degli intermediari a valle e a monte. Lo conferma l’indagine realizzata da Coldiretti-Swg nell’ ottobre 2009 e presentata dal Presidente della Coldiretti Sergio Marini secondo la quale gli italiani ritengono che le cause della moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola sono da imputare nell’ordine a tutti i passaggi intermedi, ai ricarichi eccessivi applicati dalla distribuzione e alle speculazioni. Per rilanciare l’economia l’80 per cento degli italiani ritiene che occorra sostenere le imprese legate al territorio mentre solo una esigua minoranza, il 5 per cento, è a favore di aiuti alle grandi imprese multinazionali e globalizzate e il 2 per cento di quelli alle banche.