Secondo i dati diffusi dall'Istat nel mese di luglio 2009, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, i flussi commerciali con i paesi extra Ue registrano una diminuzione del 17,1 per cento per le esportazioni e del 34,9 per cento per le importazioni. Nello stesso mese il saldo commerciale con i paesi extra Ue è risultato positivo per 1.711 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto al disavanzo di 1.622 milioni di euro registrato nel mese di luglio del 2008.Rispetto al mese di giugno 2009, al netto della stagionalità, in luglio le esportazioni sono aumentate del 5 per cento, mentre le importazioni sono diminuite del 2,9 per cento.Nel trimestre maggio-luglio 2009, rispetto ai tre mesi precedenti, i dati destagionalizzati mostrano una crescita dello 0,3 per cento per le esportazioni e una diminuzione del 7,4 per cento per le importazioni.Da gennaio a luglio 2009, rispetto allo stesso periodo del 2008, le esportazioni sono diminuite del 19,7 per cento e le importazioni del 28,6 per cento. Il saldo è stato negativo per 2.197 milioni di euro, notevolmente inferiore al disavanzo di 14.393 milioni di euro registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.A luglio 2009, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si registrano variazioni tendenziali positive delle esportazioni verso i paesi ASEAN (più 17,2 per cento), la Corea del Sud (più 7,3 per cento), i paesi EDA (più 6,4 per cento) ed il Giappone (più 3,2 per cento). Le flessioni più significative si rilevano verso la Russia (meno 35,3 per cento), gli Stati Uniti (meno 24,6 per cento), la Turchia (meno 22,6 per cento), i paesi Mercosur (meno 20,9 per cento), i paesi OPEC (meno 15,5 per cento) e la Svizzera (meno 10 per cento). Per le importazioni si rilevano variazioni negative generalizzate ad eccezione del Messico (più 17,1 per cento). Si segnalano in particolare le flessioni dai paesi OPEC (meno 50,9 per cento), dai paesi EDA (meno 45,4 per cento), dalla Russia (meno 31,6 per cento), dal Giappone (meno 29,5 per cento), dagli Stati Uniti (meno 28,2 per cento), dalla Turchia (meno 27,7 per cento) e dalla Cina (meno 21,7 per cento).