Brutta giornata quella di ieri per le piazze finanziarie internazionali: Wall Street ha terminato con ribassi del 2% circa, il Nasdaq è tornato sotto i 2.000 punti e lo S&P 500 è scivolato sotto la soglia dei 1.000 punti. Il PMI manifatturiero UE è migliorato, così come quello US, ma hanno ampiamente deluso i dati in arrivo dalla Gran Bretagna, dove lo stesso PMI è ritornato al di sotto di quota 50 punti e il credito al consumo è diminuito più del previsto. Il forte calo delle spese per costruzioni US ha trainato al ribasso i listini, già penalizzati dai rinnovati timori sull'andamento del settore bancario e dalla paura che si verifichi una nuova ondata di fallimenti. Preoccupa anche il dato sulla disoccupazione in Europa, balzato come previsto a 9.5 punti percentuali e che si traduce in 15 milioni di disoccupati. L'avversione al rischio è ritornata a muovere i mercati e, come di consueto, abbiamo visto un rafforzamento dello yen, che ha recuperato posizioni contro tutte le principaali valute. In particolare, la divisa giapponese ha guadagnato quasi tre figure contro euro, toccando un minimo a 131.50, così come contro sterlina (più quattro figure e minimi a 149) e contro dollaro (più una figura e minimo a 92.50, livello più basso dalla metà di luglio). Sembra invece aver tenuto la moneta unica, che non è scesa al di sotto di 1.42 dollari, mentre la sterlina, penalizzata anche dai fondamentali, si è deprezzata ulteriormente: cable a 1.6150 ed eur/gbp a 0.88. Attenzione ai dati macro di oggi: Pil Eurozona, report ADP US e riunione del FOMC.