I migliori anime degli ultimi anni: Erased su Netflix!

Gli anime giapponesi sono da sempre passione di molti, anche se quelli piú conosciuti rimangono sempre i soliti. Ci sono però molte perle che meriterebbero piú attenzione (molte delle quali facilmente recuperabili su Netflix!). Oggi vi racconterò di Erased, un piccolo capolavoro nato nel 2016 che, unendo il tema dei viaggi nel tempo al genere giallo, affronta tematiche come la violenza su minori e l'amicizia.

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L’altra sera ho deciso di provare a percorrere una strada per me ancora sconosciuta, in cui non avevo mai investito particolari speranze, ma che nonostante questo ogni tanto tornava a chiamarmi e incuriosirmi.

Parlo degli anime giapponesi, ma nemmeno proprio degli anime, quanto piu dei film di animazione in generale, che raramente mi commuovono e quasi mai prevalgono qualsiasi altra forma di intrattenimento.

Gli anime giapponesi però, su questo non si può far confusione, hanno qualcosa di diverso da un qualsiasi film Pixar o Disney: non sempre possono essere guardati da un bambino.

Tento subito di frenare le ire degli estimatori di questa precisissima tipologia di cartoni animati: no, non sto dicendo che i cartoni animati della Disney siano indirizzati unicamente a bambini di otto anni ma anzi riconosco la tenerezza delle storie e la possibilità di essere apprezzata anche da un adulto.

Diciamo però che invece alcuni anime giapponesi no, non sono affatto consigliati alla visioni di ragazzini sotto i quindici anni. Quello di cui parlerò oggi è proprio uno di quei casi.

Ne ho sentito parlare pochi giorni fa e, intuita la trama e il genere (viaggi nel tempo uniti al genere giallo), ho capito che era proprio l’occasione giusta per sperimentare questa tipologia di film.

Erased (“Boku dake ga inai machi?”, letteralmente "La città in cui io non ci sono") è un anime giapponese del 2016 per la regia di Tomohiko Itō, tratto dal manga nato dalla penna di Kei Sanbe.

Successivamente è stato prodotto anche un live action, che ancora non ho avuto il tempo di guardare.

Di seguito vi lascio come sempre il trailer, pubblicato questa volta dal canale ufficiale di WatchAnime.

La mia prima serie TV anime (dopo i classici Naruto e Dragon Ball)

Come ho detto, ad attrarmi è stata proprio la trama di questo anime, non il semplice ed elementare desiderio di staccare ed intrattenermi con qualcosa di diverso; e dunque, per farvi capire di che cosa stiamo parlando, vi racconto in poche (anche se poche, ipocrita me, non sono mai) parole, che cosa ci racconta Erased.

Incontriamo Satoru Fujinuma, un ventinovenne che lavora come porta-pizze insieme alla dolce e protettiva diciassettenne Airi Katagiri. Satoru è, fin da subito, silenzioso, introverso e con un super potere che lui stesso chiama Revival: riesce a tornare indietro nel tempo di pochi minuti, giusto il necessario per evitare eventi drammatici e, in un certo senso, rimettere in ordine le cose.

Un giorno, durante uno dei suoi revival, fa un incidente con il motorino e finisce stordito in ospedale. Ecco che conosciamo una figura altrettanto controversa: Sachiko Fujinuma, la madre del protagonista.

La donna ha raggiunto in città il figlio ed intende prendersi cura di lui durante il periodo di recupero, nonostante sia evidente l’imbarazzo e il fastidio che Satoru prova.

Se il potere del revival pare essere totalmente involontario (a parte una sola volta verso la fine della serie), questa condizione complica non poco le cose ad nostro Satoru, che di volta in volta si ritrova catapultato in dietro di cinque minuti senza saperne la ragione.

Quando però, rientrando a casa di sera, ritrova la madre stesa a terra, priva di vita poiché pugnalata a morte alle spalle, e rischiando a tutti gli effetti di essere accusato del matricidio, sarà ben chiaro il motivo. Il problema è che, questa volta, si ritroverà trasportato in dietro di diciotto anni, nel 1988.

Ecco che parte la vera storia dell'anime, complessa e articolata, ma comunque molto toccante e profonda: un trentenne nel corpo di un bambino di dieci anni (Conan ce lo ricordiamo tutti, ma qui sti assiste ad una storia di un livello e stampo totalmente differenti) che, forte delle proprie conoscenze, lotta con tutte le forze per impedire ad un killer e pedofilo senza volto (nella prima timeline era stato accusato Yuuki, un amico di Saturo che però sappiamo essere innocente), di rapire e uccidere le sue tre compagne (due bimbe e un bimbo).

Tutto quello che ho amato di una delle migliori serie TV anime degli ultimi dieci anni

Inutile a dirlo, la cosa che sicuramente piú mi ha colpito è stata la trama: complicata ma ben retta.

Ognuno di noi sa quanto è semplice ricadere in errori logici, o mancanze di spiegazioni difficili da non notare, quando si parla di viaggi nel tempo, perché a chiunque è capitato di guardare un film o una serie TV che alla fine lasciava lungo il percorso dei buchi di trama, dei fatti che non avevano mai una spiegazione.

Il mio film preferito è Donnie Darko, e questo fa di me, a conti fatti, una che ama e apprezza la fantascienza e il fantasticare sopra a viaggi spazio-temporali molto di piú di quanto non vorrei ammettere. Dark mi annoia come poche cose al mondo per ben altri motivi.

Tornando all’anime Erased, bisogna ammettere e dare per buoni sicuramente alcuni fatti, primo fra tutti il potere di Satoru, perché altrimenti non ne usciamo vivi.

Non viene mai contestualizzato il suo potere, ma proprio perché, sebbene sia grazie ad esso che tutto avviene e tutto cambia, non diviene mai esso il punto della questione.

Il revival è infatti, in un certo senso, il piú autentico dei superpoteri: quello che viene usato senza che nessuno lo sappia; e Satoru a sua volta è il supereroe per eccellenza: quello che salva senza aver mai una riconoscenza vera e propria.

Per ulteriori e interessantissime riflessioni, consiglio la visione di questa recensione di Mortebianca, che analizza nel suo video youtube la filosofia dietro all’anime.

Un altro aspetto da non sottovalutare sono poi i personaggi raccontati, che ci accompagnano all’interno di vicende complesse, dolorosissime e vere, con le quali non possiamo evitare di sentirci coinvolti.

Satoru, primo fra tutti, è buono e intelligente, e ha messo il suo potere (e la sua vita) a servizio del mondo intero, proprio come i supereroi piú famosi, e piú si tiene a distanza da tutti, piú la sua natura rimane generosa e sensibile. 

Anche Sachiko, la madre del ragazzo, è saggia e scaltra, dotata di una grande capacità di comprendere le persone e i loro dolori. Il rapporto tra i due è un rapporto fortissimo, seppur apparentemente compromesso, che pur tuttavia non riesce a rompersi, ma si ritrova ancora e ancora, e nel corso delle varie timeline che si susseguono nei dodici episodi resiste, coerente e commuovente.

Kayo rimane però su tutti il vero capolavoro di Kei Sanbe.

Lei è la prima bambina che scomparirà per essere poi ritrovata morta qualche giorno dopo, e rimane a lungo il punto focale della vicenda. Satoru prova un grande senso di colpa per non averla salvata, per averla vista sola la notte prima della scomparsa e non averla invitata a proseguire la strada insieme.

Kayo è sola, vittima di una madre violenta (figura che a tempo debito verrà spiegata, non tanto per giustificare la cattiveria del genitore, quanto piú per completare un profilo psicologico che non vuole dividere personaggi buoni da personaggi cattivi) e profondamente disillusa.

Nonostante sia una bambina di dieci anni, è dotata di una grande intelligenza e profondità, consapevole del dolore che vive, ma senza il coraggio di affrontarlo.

Innumerevoli sono i momenti di commozione che investono lo spettatore durante le tante scene che raccontano il dolore della piccola Kayo.

Erased, l’anime giapponese che affronta la solitudine

Come ho già anticipato, la prima vittima dell’assassino è Kayo, una bambina che soffre e nella sua sofferenza rimane isolata. Sta qui la grande intuizione di Satoru: è nella solitudine che il killer colpisce.

Nasce cosí l’amicizia tra i tue bambini, con il protagonista che si avvicina alla piccola Kayo per non lasciarla facile preda del nemico, e finendo per nutrire, quasi inevitabilmente, un affetto che profuma di qualcosa di piú.

Questo sarà poi il piano anche per le altre due vittime, anche se il racconto diviene comprensibilmente piú sbrigativo: avvicinare le bambine isolate creando un gruppo forte e unito di amici che non lasciano soli i piú deboli ma anzi è a loro che verranno date piú attenzioni e affetto. 

Una bellissima morale insomma, quasi da fiaba di altri tempi, che si scontra con la brutalità degli eventi, dando origine ad un insieme di emozioni che fanno di Erased uno degli anime piú potenti e belli degli ultimi anni.

Quello che dell’anime non è piaciuto

Ho letto molti pareri e riflessioni riguardo questo anime, proposti spesso da spettatori dallo sguardo ben piú esperto del mio.

Se la critica principale verte intorno alla mancata spiegazione del revival di Satoru, che viene data per buona senza nessuna argomentazione sulla possibilità del viaggio nel tempo (dimenticando spesso che, secondo menti ben piú filosofiche, si sa che il viaggio nel tempo esiste eccome, essendo la nostra vita in fin dei conti un continuo viaggio dal passato al futuro), la seconda critica principale si scaglia senza pietà contro il finale.

Questo perché l’anime si conclude con Satoru che si risveglia dopo quindici anni di coma, senza ricordare piú nulla.

Ironia della sorte, da adulto nel corpo di un bambino, a bambino nel corpo di un adulto.

Rincontra l’assassino che (si scopre) ha atteso tutti quegli anni il suo risveglio, con la possibilità di ucciderlo, ma senza riuscire a farlo mai.

Il killer ha ritrovato in Satoru una parte di sé, senza il quale non può vivere, perché rivede in lui una capacità di vivere, di sopravvivere che ammira e rispetta. Ecco che quindi, nel momento in cui decide di ucciderlo, scoppia in un pianto commosso e liberatorio, pronto, ora più che mai, a suicidarsi e seguire la morte del povero protagonista.

Il nodo da sciogliere sta proprio qui, nelle lacrime del maniaco che, secondo molti, non sono state ben motivate e sorprendono lo spettatore in modo negativo.

Posso capire tali perplessità, ma non posso fare a meno di constatare che, se non avessi letto determinate critiche, questo dettaglio non lo avrei nemmeno vagamente pensato. Spero apprezzerete la mia onestà intellettuale.

La figura dell’assassino è sempre stata poco chiara (nonostante la sua identità fosse prevedibile), ma chi ha goduto della visione di Erased conosce il monologo che apre l’undicesima puntata.

Sono le parole del killer che racconta l’insorgere della sua indole sanguinolenta, violenta, e dell’attrazione complicata che inizia a provare per Satoru, basando la propria filosofia proprio sul racconto del filo di ragno dell’autore Ryūnosuke Akutagawa.

Infine, un ultimo dettaglio che non ho ancora detto: non esiste la versione doppiata in italiano, dunque è necessario guardare l’anime con i sottotitoli.

Conclusioni sull’anime

Consiglio vivamente la visione di questo piccolo capolavoro di anime, dalla visione scorrevole e intrigante.

Non è umanamente possibile non guardare una dopo l’altra queste dodici puntate, perché ogni episodio si conclude lasciandoti quel bisogno di vedere subito quello dopo, alla ricerca di un finale che rimetta in ordine le cose e che ti mostri il lato umano e debole di ogni personaggio.

Una delle opere meglio scritte che io abbia mai visto.

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