Festa degli uomini in Friuli, sconcerto per la gara di mangiatrici di banane

Mangiatrici di banane alla Festa degli uomini in Friuli. Perché sta facendo rumore e la petizione lanciata sul web. Tra le firme anche quella di Patrick Zaki.

A Monteprato di Nimis, in Friuli, ogni 2 agosto come da tradizione si celebra quella che è conosciuta come la “Festa degli uomini”. Ed è proprio per questa occasione che è scoppiata un’accesa polemica tra chi giudica l’evento (e un gioco particolare previsto all’interno di questo) come sessista e con una petizione ne richiede addirittura la cancellazione. Ma andiamo più nel dettaglio.

Festa degli uomini: cosa si celebra e i giochi che la compongono

Ogni anno dal 1977 in Friuli si celebra la Festa degli uomini. Si tratta di festeggiamenti propiziatori che girano tutti intorno all’uomo, o per meglio dire, al maschio. Balli, “riti” e soprattutto giochi organizzati per eleggere il “David” dell’anno. Non mancano poi riferimenti fallici e sessuali rivolti alle donne

Tra i giochi organizzati, uno in particolare ha attirato l’attenzione di chi, indignato (uomo o donna che sia) ne richiede la rimozione.

Si tratta della gara delle mangiatrici di banane, che se in un primo momento può sembrare goliardico in realtà stride e non poco con un femminismo sempre più attento alle tematiche sociali più delicate tra cui anche il problema dell’oggettificazione della donna e del suo corpo.

La gara delle mangiatrici di banane

In cosa consiste questa gara è presto detto. Le donne dopo essere state bendate vengono fatte inginocchiare davanti a dei pannelli.

Dietro di questi sono posizionati gli uomini e attraverso una fessura all’altezza dei loro bacini spuntano appunto delle banane, che le donne devono mangiare il più velocemente possibile a suon di frasi come “facci godere!”.

Alla fine si elegge la donna che più di tutte (e ci scuserete la volgarità) ha “fatto godere” gli uomini, ovvero quella che è riuscita a mangiare il maggior numero di banane.

È sessista”, la petizione avviata sul web

Dopo il caso scoppiato tra Repubblica e Giorgia Meloni si torna quindi a parlare di sessismo. Come è facile immaginare, proprio questo gioco che nel giro di poco tempo ha fatto il giro del web grazie a video girati nelle precedenti edizioni, è stato giudicato profondamente sessista.

Il popolo dei social network ne ha chiesto infatti l’annullamento attraverso una petizione su cui come si può ben leggere è riportata una riflessione che va al di là della semplice “trovata goliardica” e ne sottolinea il vero problema.

La domanda che si pone chi ha creato la petizione e chiunque l’abbia firmata è la seguente: “perché ciò che è festa per l’uomo si traduce in una forma di oppressione, denigrazione, oggettificazione e sessualizzazione per e della donna?”.

A firmare e poi a diffondere la petizione attraverso il proprio profilo su Twitter è stato anche Patrick Zaki, l’attivista per i diritti umani e ricercatore egiziano dell’Università di Bologna salito alle cronache per essere stato arrestato proprio dalle autorità del Cairo nel 2020 nello sgomento generale anche del popolo italiano e scarcerato poi nel 2021.

Su Facebook la replica degli organizzatori della Festa degli uomini

L’ago della bilancia, come sempre e soprattutto in queste situazioni, è posto nel mezzo e tira un po’ da una parte e un po’ dall’altra.

Difficile stabilire un equilibrio, perché se è vero che si oggettifica il corpo della donna, è anche vero che le donne chiamate in causa, almeno in questo caso, si prestano di loro spontanea volontà al gioco e c’è quindi da prendere in considerazione la tematica della libertà personale.

Infatti, se da un fronte è partita una petizione per richiedere la rimozione del gioco delle mangiatrici di banane, dall’altro, su Facebookgli organizzatori dell’evento lo difendono

Sorridono, dicono, nel leggere i messaggi giudicati più divertenti degli utenti che invece difendono questa particolare usanza rimproverando gli oppositori e consigliando loro di “farsi una risata”.

Arianna Giago
Arianna Giago
Content editor, classe 1992.Sono nata nella caotica Milano e mi sono diplomata al liceo linguistico. In quel periodo hosviluppato una profonda passione per tutto quello che riguarda la comunicazione, che ho semprevisto come un'arte. Tutto quello che so sul mondo della scrittura web e cartacea l'ho imparato sulcampo. Ho infatti fatto la mia prima esperienza in questo mondo collaborando per un quotidianocartaceo e successivamente mi sono avvicinata al mondo della SEO e della scrittura webcollaborando con diverse realtà.Mi ritengo una persona creativa, a tratti anticonformista, ma che comunque si adatta bene alleregole.Il mio motto? Prendo in prestito un grande classico attribuito a Walt Disney per dire che... se puoisognarlo
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