Gaslighting, la parola dell’anno 2022: cosa significa per chi ancora non lo sa

Gaslighting è parola dell'anno 2022. Perchè è così ricercata e che cosa significa questo termine che sentiamo utilizzare sempre più spesso.

Avete presente quella brutta sensazione che assale quando la persona con cui state discutendo cerca in ogni modo di far sembrare prive di senso le vostre posizioni, tanto da mettere in dubbio i vostri ricordi o la vostra percezione della realtà?

Ecco, se vi è successo e molto probabile che siate stati vittima di gaslighting.

Ma cosa significa esattamente gaslighting e come fare per riconoscerlo e difendersi al meglio?

Gaslighting: ecco il significato della parola dell’anno 2022

Letteralmente il significato della parola gaslighting è:

Sottile forma di manipolazione mentale che induce la vittima a mettere in dubbio e in discussione la propria percezione della realtà e addirittura la veridicità dei propri ricordi.

Patrick Hamilton, quando nel 1938 esordì con la sua pièce teatrale Gas Light, certamente non pensava che il titolo della sua opera sarebbe diventato più di un secolo dopo, la parola più ricercata nel mondo.

Infatti, secondo quanto riportato dal sito di uno dei più antichi editori di dizionari americano, Merriam-Webster, quest’anno le ricerche del termine sarebbero aumentate addirittura del 740%.

I motivi potrebbero essere diversi, come per esempio un’aumento della consapevolezza legata alle forme di violenza psicologica, ma anche l’esponenziale espansione dei social network che hanno abituato tutti noi ad essere messi costantemente di fronte al racconto di una realtà e al suo esatto contrario, solo scorrendo qualche post nella timeline dei nostri account social.

Ad esempio, durante gli avvenimenti di Capitol Hill, la Cnn aveva definito l’ex presidente Donald Trump “gaslighter in chief“.

Alcuni esempi di gaslighting: come riconoscerlo e come difendersi

Quando si parla di gaslighting si parla di una forma di violenza psicologica e di manipolazione molto sottile, dove la vittima tendenzialmente attraverserà tre fasi differenti:

  • Fase 1: aumento della fiducia e dell’ammirazione verso il gaslighter, affezione nei suoi confronti e apertura della propria sfera più privata e personale. É in questa fase che vengono generalmente gettate le basi di una comunicazione distorta e di messaggi dalla dubbia interpretazione;

  • Fase 2: la vittima in questa fase cerca con il dialogo e con il buon senso di riportare la comunicazione ad un livello più sano, probabilmente con scarso successo;

  • Fase 3: resa della vittima e inizio della fase depressiva.

Proprio per la difficoltà del riconoscere questa forma di manipolazione e per la mancanza di legislazione in tal senso, molte vittime tendono a provare vergogna, mentre la vera soluzione al problema potrebbe essere quella di riconoscere il gaslighter nelle prime fasi del processo per poi poter chiedere aiuto ad uno specialista che aiuti la vittima fornendole gli strumenti per non essere più soggiogata a questo tipo di violenza psicologica.

Perfetta per riassumere il concetto di gaslighting è la scena del film (tratto dall’opera teatrale di Hamilton) del 1944 con Ingrid Bergman e Charles Boyer.

La giovane sposa, dubbiosa della realtà che la circonda, dopo che il marito costruisce intorno a lei tutta una serie di situazioni che la conducono a dubitare di se stessa e della sua sanità mentale, chiede all’uomo:

Stai forse cercando di dirmi che sono pazza?

e il marito risponde:

Ora, forse capirai perchè non posso farti incontrare persone.

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