Giovanni Falcone: ecco le anticipazioni sul documentario Rai

In commemorazione della morte di Giovanni Falcone, la rete Rai diffonderà un documentario sulla vita e sulle gesta del magistrato. Ecco dove e quando vederlo.

A trent’anni dalla morte di Giovanni Falcone, Rai 3 ha pensato di dedicare una prima serata al lato meno conosciuto del giudice palermitano senza mai allontanarsi troppo da uno degli eventi storici che ha maggiormente segnato l’Italia: la strage di Capaci. Vediamo quali saranno le testimonianze presenti in questo documentario e quando potremo vederlo in tv.

Documentario su Falcone: dove e quando andrà in onda?

A 30 anni dalla morte nella strage di Capaci (1992) insieme alla moglie Francesca Morvillo, Rai 3 ci omaggia con un documentario intitolato “Chiedi chi era Giovanni Falcone”in onda stasera alle ore 21:20.

In questa raccolta di testimonianze e reperti d’archivio si andrà ad analizzare chi era davvero il magistrato che ha rivoluzionato la lotta contro la mafia, al di là del suo ruolo pubblico. Il regista Gino Clemente e l’autrice Francesca Lancini offriranno agli spettatori un ritratto inedito e privato dell’uomo attraverso le parole di chi ha vissuto ed è cresciuto con lui, partendo dalla sorella Maria all’amico del cuore Girolamo Loverso fino ad arrivare a chi ha lavorato al suo fianco fino alla fine.

L’obiettivo del documentario? Non solo ricordare il grande magistrato e l’uomo che fu, ma far conoscere questa figura ai più giovani, spesso poco consapevoli del nostro passato e dell’impatto che ha avuto – e ha ancora oggi – la criminalità organizzata.

Di cosa parla il documentario su Falcone: le anticipazioni

Il titolo del documentario che Rai 3 ha realizzato insieme a Rai Documentari sembra più un’incitazione, una frase imperativa che deve valere per tutti.

Chiedi chi era Giovanni Falcone e poi mi dirai.

Chiedi chi era Giovanni Falcone, avanti!

Nessuna intestazione aveva mai avuto un peso così importante sul palinsesto televisivo, nemmeno sull’interesse del pubblico da casa. Eppure è riuscita a catturare l’attenzione su colui che ha combattuto contro la mafia senza mai tirarsi indietro e senza mai indurre nella tentazione del dio denaro, simbolo di corruzione e delinquenza.

Ad aprire le danze sarà Marcelle Padovani, giornalista de “Le Nouvel Observateur” che racconterà il loro primo incontro nel 1983 al Palazzo di Giustizia di Palermo e la nascita di quella che è stata un’amicizia destinata a cambiare la vita di entrambi. L’intera narrazione si snoderà attraverso le immagini ritraenti la quotidianità più intima del magistrato: dalle serate trascorse a Trapani con gli amici al suo primo matrimonio, dalla passione per il mare a quella del calcio fino ad arrivare al trasferimento a Palermo dove potrà affinare il suo metodo di indagine.

Lo si vedrà a Roma per un breve periodo per poi ritornare indietro e conoscere quello che sarà il percorso più difficile della sua vita, insieme alla sua amata Francesca Morvillo. Ovviamente non mancheranno le immagini struggenti della strage di Capaci, le rivelazioni inedite e le reazioni del popolo nei giorni seguenti la tragedia.

Questo documentario sarà un prodotto unico nel suo genere perché andrà a scandagliare le profondità di un evento storico ancora scioccante e drammatico, volgendo uno sguardo a 360° sull’uomo che era Giovanni Falcone e su come abbia contribuito alla sconfitta della mafia. Si parlerà anche del collega Paolo Borsellino, caduto  a due mesi di distanza nella strage di via D’Amelio, insieme a 5 agenti della sua scorta.

Il legame di profondo rispetto e stima che lo legava a Giovanni Falcone sarà un altro punto sul quale si discuterà molto, soprattutto all’avvicinarsi al fatidico momento della loro scomparsa. Il magistrato dai baffi folti rimarrà senza dubbio una figura giudiziaria importante in questo documentario, ma ciò che davvero preme analizzare è il suo lato umano, quello fatto di curiosità, divertimento, buon cibo e qualche sigaretta. Si parlerà molto di Giovanni Falcone come uomo, approfondendo il lato meno conosciuto e non cristallizzato dai media giornalistici. Si racconterà di lui senza mediazioni né retorica, senza mai essere celebrativi ma affidandosi solamente a un’ammirevole e cruda verità.

Appuntamenti tv con Giovanni Falcone: date e orari

Sebbene il documentario “Chiedi chi era Giovanni Falcone” andrà in onda in prima serata, è possibile che in molti non possano prenderne visione ed è per questo che tutta la rete Rai ha pensato di dedicare un intero filone alla commemorazione del magistrato palermitano.

Nelle giornate successive ci sarà possibilità di approfittare di alcuni appuntamenti trasmessi dalla rete giornalistica de Tg1 come “L’ultimo respiro” speciale a cura di Maria Grazia Mazzola (22 maggio) e “La memoria di tutti. L’Italia, Palermo 30 anni dopo” speciale condotto da Emma d’Acquino (23 maggio).

Nel pomeriggio del 23 maggio il programma “Vita in Diretta” trametterà alle 17:48 la cerimonia con l’esecuzione del Silenzio della banda della Polizia di Stato e la lettura dei nomi delle vittime delle stragi di Capaci e via d’Amelio.

Lo stesso giorno, sui canali secondari andranno in onda diversi film sempre dedicati a Giovanni Falcone, quali:

  • “Era d’estate” Rai Movie ore 14:00
  • “Parole di pace e di guerra” Rai Gulp ore 17:00
  • “Giovanni Falcone, l’uomo che sfidò Cosa nostra” Rai Premium ore 23:00
  • “Il giorno e la storia” Rai Storia ore 00:00
  • “Visioni – Ceneri. Storia di un depistaggio” Rai 5 ore 21:15
  • “Speciale Medea – Un canto per Falcone e Borsellino” Rai 5 ore 21:45

Inoltre, il canale Ray Play metterà a disposizione di tutti gli spettatori film, documentari e materiali di archivio mentre rainews.it  realizzerà uno speciale sulle bombe che hanno ucciso i magistrati che hanno rivoluzionato la lotta alla mafia.

Un inedito da non perdere visto che analizzerà il momento in cui il corteo accompagna Falcone all’aeroporto di Palermo fino all’esplosione dei 500 kg di tritolo nascosti sotto l’autostrada dai sicari di Totò Rina, a pochi passi dall’uscita di Capaci.

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Giovanni Falcone e la morte nella strage di Capaci

La foto dell’auto incenerita dove viaggiavano Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta è un colpo al cuore.  La carica di esplosivo che la fa volare in aria e la fa atterrare per poi mandarla in fiamme è opera dell’artificiere Pietro Rampulla mentre a dare l’ordine è Giovanni Brusca, entrambi mandanti di Cosa Nostra.  A 30 anni dalla strage di Capaci, quell’evento ancora ci scombussola e ci fa sentire impotenti di fronte a un potere così diabolico e distruttivo, seppur le ideologie e la forza del magistrato palermitano camminino con le nostre gambe.

Si perché anche se Giovanni Falcone ci ha lasciati, il suo essere così determinato e combattivo rimane nelle maglie giudiziarie di uno Stato che ancor oggi avrebbe bisogno della sua presenza. Giovanni Falcone impersonava il simbolo della lotta a Cosa nostra e le sue inchieste sui boss malavitosi hanno segnato il confine tra la giustizia e la delinquenza.

È l’uomo che in tutti gli anni dedicati al lavoro, è riuscito a ricostruire la struttura militare della mafia individuandone i protagonisti insieme a Paolo Borsellino e altri componenti importanti che, di fatto, hanno istruito il maxiprocesso che ha mandato al patibolo 474 imputati.

Analizzando il patrimonio della mafia e il terreno nel quale si formano le gerarchie e le alleanze, Falcone riporta accuse fondate senza pensare a quelle che saranno le conseguenze di li a pochi mesi. Il primo segnale che prelude la vendetta da parte della mafia è stato l’assassinio dell’ Onorevole Salvo Lima, poi le lettere del “corvo” che lo accusano  di aver protetto le vendette di Totuccio Contorno e per finire, la fuga da una potente carica esplosiva scoperta sulla scogliera dove si trova la villa in cui trascorre l’estate.

Le ostilità lo accompagneranno al “Palazzo dei veleni” mentre il magistrato già sente di non avere molto tempo a disposizione. Nel maggio 1992, a pochi metri dall’uscita di Capaci avviene il colpo finale e 57 giorno dopo ci lascerà anche Paolo Borsellino.

Le reazioni del popolo nei giorni successivi all’accaduto sono le più probabili: rabbia, indignazione, sgomento. Portano sulle spalle cartelloni con la foto del magistrato e urlano a gran voce per le strade mentre chi è rimasto delle loro famiglia piange lacrime amare.

La fine di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino li ha fusi insieme, come un’unica pietra miliare della storia italiana alla quale nessuno può non rivolgere un pensiero di cordoglio e gratitudine.

In ricordo di Giovanni Falcone a breve verrà piantato un abete di oltre 15 metri  per nove di ampiezza e in ogni suo ramo verrà innestata una gemma per rappresentare tutti i caduti nella lotta alla mafia.

L’opera di Gregor Prugger verrà installata nel complesso monumentale di S.Maria dello Spasimo a Palermo  dove si esibirà anche la Fanfara dei Carabinieri. Nella buca lasciata dall’esplosione di via D’Amelio, invece, già compare un ulivo proveniente da Betlemme voluto dalla madre per onorare il figlio Paolo Borsellino.

Due simboli di rigenerazione e solidarietà, un impegno civile e di giustizia per tutti i popoli che ancora vivono grazie alle gesta di due giudici che non conoscevano cos’era la paura. 

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