Inquinamento, nasce il progetto mangia plastica PlasticLess!

LifeGate lotta contro l'inquinamento dei mari e mette in atto il progetto PlasticLess, un dispositivo che permette di raccogliere la plastica e le microplastiche presente nei nostri mari. Attualmente il dispositivo è installato in tutta Italia e anche nel Regno Unito, ma ci si aspetta un coinvolgimento molto più ampio. Incrociamo le dita!

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LifeGate lotta contro l'inquinamento dei mari e mette in atto il progetto PlasticLess, un dispositivo che permette di raccogliere la plastica e le microplastiche presente nei nostri mari. L'inquinamento dei mari è un'emergenza planetaria che coinvolge tutti indistintamente, dai pesci all'uomo. Ormai anche nelle acque che beviamo dalle bottiglie di plastiche sono presenti le microplastiche. Un danno enorme per la salute umana e non solo.

Tonnellate di rifiuti vengono riversati in mare ogni giorno, ma non solo i mari ma anche nei fiumi, nei laghi, e questo dispositivo permette di raccogliere ogni giorno chili e chili di plastiche. LifeGate, da sempre sensibile verso i problemi legati all'ambiente, mette in atto il progetto PlasticLess e comincia a lottare concretamente contro l'inquinamento. 

Attualmente il dispositivo è installato in tutta Italia e anche nel Regno Unito, ma ci si aspetta un coinvolgimento molto più ampio. 

Un progetto che tutela il mare

LifeGate, da sempre sensibile verso i problemi ambientali, mette in atto il progetto PlasticLess, un dispositivo che permette la raccolta delle plastiche e delle microplastiche presenti nei nostri mari. In particolare, questo dispositivo chiamato Seabin consiste in una sorta di cestino galleggiante che, installato in tutti i nostri porti permette la raccolta dei rifiuti. Seabin riesce a catturare 1,5 kg di plastica, ovvero 500 kg di plastica all'anno.

Seabin riesce a catturare anche le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm, dannosissimi per l'ambiente e per i pesci che se ne nutrono. Nel nostro mare, nel mar Mediterraneo, proprio adesso si stanno riversando tonnellate e tonnellate di rifiuti, tanto che l'UNEP ha dichiarato l'emergenza da inquinamento causato dalle plastiche. 

Il Seabin, posizionato in un porto o in un luogo dove venti e correnti tengono a far convergere i rifiuti galleggianti, viene immerso nell’acqua e con la parte superiore del dispositivo al livello della superficie grazie all’azione della pompa collegata alla corrente, in grado di trattare 25.000 litri di acqua all’ora ed i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del dispositivo.

Attualmente, infatti, nei nostri mari ogni giorno si riversano 731 tonnellate di plastica e nel 2025 potrebbero raddoppiare. Le nostre spiaggie sono invase da plastiche proveniente da ogni parte del mondo e qualche volta anche da un'altra epoca. Quanti di noi non ha trovato almeno una volta un barattolo o una bottiglia prodotti 50 o 60 anni fa? 

La plastica non si decompone, ma si sgretola e si trasforma in microplastica. Quest'ultima è molto più pericolosa ed infima perchè non si limita ad invadere i mari ma riesce anche a raggiungere i fondali marini, i fondali oceanici, si posano sui coralli e sulle piante per poi diventare cibo per i pesci. E' inevitabile che arrivi anche all'uomo.

LifeGate descrive così il progetto:

Il progetto di LifeGate che intende contribuire alla diminuzione dell’inquinamento delle nostre acque attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti, marine e nei circoli nautici e a promuovere un modello di economia e di consumo davvero circolare [...]

Attraverso un sistema basato sull'economia circolare, LifeGate si pone l'obiettivo di ridurre, raccogliere e riutilizzare i rifiuti, soprattutto quelli più dannosi per l'ambiente, come le microplastiche e le microfibre.

PlasticLess, non solo un dispositivo che raccoglie rifiuti

Il progetto prende questo nome non per caso. Tutto il progetto non si esaurisce solamente nel dispositivo raccogli plastica, ma attraverso il progetto PlasticLess di LifeGate si è anche attivata una campagna di sensibilizzazione perché come dice anche LifeGate, il cambiamento parte dalla consapevolezza. Tutti i nostri comportamenti, anche quelli inconsapevi, anzi soprattutto quelli, hanno delle conseguenze gravissime ed è importante che le persone lo sappiano.

LifeGate, che nasce come redazione giornalistica, riesce a diffondere a macchia d'olio temi come l'inquinamento dei mari e dei fiumi poiché tutti gli articoli contengono il tag Plastica, riuscendo così a raggiungere molte più persone. 

L'intenzione sarebbe quella di riuscire attraverso l'informazione a cambiare abitudini scorrette per l'amore del nostro pianeta, per riuscire finalmente a cambiare le cose attraverso il potere della condivisione e dell'informazione. Le buone pratiche ed un comportamento virtuoso verso l'ambiente riusciranno a ridurre drasticamente l'ambiente.

Ecco l'intervista a LifeGate da parte di comunicazione doValue:

Obiettivo di LifeGate è dunque anche suggerire quali sono le pratiche quotidiane più sostenibili, come ad esempio la riduzione degli imballaggi, il riutilizzo di materie riciclate e la corretta differenziazione dei rifiuti. 

La collaborazione con doValue

LifeGate è riuscita a raggungere la collaborazione anche con il Gruppo doValue, il più grande Gruppo specializzato nella gestione crediti per Banche e investitori di tutta Europa.

Il Gruppo doValue ha accolto con grande piacere e senso di responsabilità il progetto attuato da LifeGate e, grazie al suo supporto, il dispositivo Seabin è stato installato in un porto turistico nei pressi di Roma.

Grazie a questo intervento di installazione sono stati già raccolti 250 tonnellate di rifiuti in quella zona, contribuendo a ridurre drasticamente l'inquinamento del litorale. LifeGate spera di riuscire a coinvolgere più persone e aziende in questo progetto, che abbiano a cuore la salute dei nostri mari e di tutti gli esseri viventi che lo abitano.

Oltre al Gruppo doValue, LifeGate ha già coinvolto Whirpool e Volvo con l'obiettivo di ridurre insieme l'inquinamento dei nostri mari. Il Presidente della Volvo, la nota industria d'auto, Micherle Crisci ha dichiarato:

Tocca a noi dare un contributo tangibile che assume un valore particolare se pensiamo che il nostro amato Mediterraneo ha purtroppo una delle concentrazioni di inquinanti plastici più elevate del pianeta.

Grazie alla Volvo sono state installate altri Seabin a Varazze, Marina di Cattolica, Venezia e a Limone sul Garda.

Come verrà usato Seabin

L'obietivo di LifeGate sarà quello di installare Saebin nei maggiori porti, porti turistici e laghi, dove si concentrano la maggior quantità di rifiuti. Proprio per questo motivo LifeGate cerca di coinvolgere il maggior numero di aziende e di persone.

Le attuali pratiche di raccolta della plastica stanno funzionando e non stanno producendo risultati. La quantità di rifiuti e talmente grande da non riuscire più a smaltirli. L'Italia è costretta ad inviare i rifiuti all'estero per riuscire a smaltirli: questo non è più sostenibile, sia in termini economici sia in termini ambientali, poiché i rifiuti inviati creano altro inquinamento e attualmente non si riesce a ridurne l'impatto sull'ambiente.

LifeGate cita diversi progetti che attualmente non stanno funzionando, come le "trash boats", ovvero le imbarcazioni che girano per i porti raccogliendo plastica attraverso delle reti, un sistema costoso e difficilmente gestibile dalle marine.

Poi un altro metodo è la raccolta manuale delle plastiche, grazie all'aiuto di alcuni addetti che raccolgono la plastica, ed i rifiuti che si accumulano negli angoli del porto, manualmente grazie all'ausilio reti. Oltre che essere un metono lento e meno efficace è anche un metodo che non riesce a catturare tutti i rifiuti, non le microplastiche, solamente quindi i rifiuti visibili. Inoltre, in questo caso la quantità di rifiuti raccolta risulta essere molto minore rispetto a quella che riesce a raccogliere Seabin.

Dove è installato Seabin

Il sistema di raccolta plastica è installato attualmente in diverse parti d'Italia e si prevede di implementare il progetto grazie all'aiuto di diverse anziende, tra le più rinomate, come Nivea, Findus, Coop, Colgate-Palmolive, FINECO, Winni's e tanti altri.

Queste sono le aree marine portuali dove è stato attivato il progetto PlasticLess e dove sono stati installati i Seabin:

  • Marina dei Cesari (Fano);
  • Circolo Nautico Sambenedettese (San Benedetto del Tronto)
  • Marina Sant’Andrea (San Giorgio di Nogaro)
  • Marina Blu (Rimini)
  • Marina Dorica (Ancona)
  • Gestiport (Senigallia)
  • Marina di Capraia (Isola di Capraia)
  • Club Nautico della Vela (Napoli)
  • Marina di Lacco Ameno e Marina di Forio (Ischia)
  • Marina Capo d’Orlando (Messina)
  • Marina Acquatica di Alghero
  • Associazione Nazionale Marinai d’Italia (Darsena di Milano).

L'obiettivo è quello di riuscire a coinvolgere altre aziende in altre parti del mondo perchè il problema dell'inquinamento è un problema di tutti, soprattutto delle aziende che producono prodotti con plastica.

Tutti devono assumersi la responsabilità di quello che sta accadendo dentro i nostri mari, dentro gli oceani, i fiumi ed i laghi.

Un problema di tutti: l'inquinamento

In un mondo dove si è dichiarato lo stato d'emergenza ambientale, cosa ci aspettiamo che succeda? Che il problema si risolvi da solo?

Come dice anche LifeGate, la consapevolezza porta cambiamento, e di questo ne sono convinti tutti gli ambientalisti. La sensibilizzazione è l'arma migliore per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Attraverso le buone pratiche e seguendo una stile di vita il più possibile circolare, tenendo conto dei consumi, facendo attenzione a quello che compriamo, a quello che buttiamo nello scarico, nelle acque possiamo ottenere dei risultati magnifici.

Il sistema circolare è l'unico che potrebbe risolvere il problema dei rifiuti. Alcune aziende come la San Pellegrino ha già attuato questo sistema raggiungendo degli ottimi risultati, anche se c'è molto ancora da fare. 

Quest sono alcuni delle attività circolari che l'azienda sta attuando:

  • Riciclare la plastica per la realizzazione di nuovi materiali;
  • Produrre tessuti con gli scarti di lavorazione delle arance;
  • Riuso in cui le materie prime vengono dalla riconsegna di mobili o vestiti usati;
  • Realizzare una centrale a biogas partendo dai propri residui di produzione agroalimentare;
  • Riciclare gli pneumatici fuori uso attraverso l’utilizzo delle microonde. 

Delle opportunità da non sprecare!

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