Liliana Cavani, chi è la regista insignita del Leone d'Oro alla carriera

Con film rivoluzionari, Liliana Cavani ha raccontato l'Italia e le sue contraddizioni. Ecco biografia, filmografia e vita privata della regista.

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Con una lunga carriera nel mondo del cinema, sia come sceneggiatrice che come regista, Liliana Cavani ha scritto una pagina importante della storia culturale italiana del Novecento, e non solo.

Artista impegnata, è riuscita come pochi a dare un ritratto autentico e senza censure della situazione politica e sociale dell'Italia, senza timore di attirarsi antipatie importanti.

Con il Leone D'Oro alla carriera, uno dei più prestigiosi premi cinematografici al mondo, Venezia sembra dunque voler consacrare definitivamente la regista. Ripercorriamo dunque la sua straordinaria carriera, e scopriamo qualcosa di più sulla sua vita privata.

Liliana Cavani, chi è la regista di "Galileo" e "La pelle"

Liliana Cavani è nata Carpi il 12 gennaio 1937. La sua passione per il cinema si accende da bambina, stimolata dalla madre che la accompagna spesso al cinema. Il cinema è anche la sua "babysitter", dato che spesso la madre la lascia in sala l'intero pomeriggio da sola.

Dopo il liceo classico, Liliana Cavani si laurea in Lettere Antiche, per poi diplomarsi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove dirige diversi documentari, genere con il quale esordisce anche una volta terminati gli studi.

Nei suoi lavori successivi, anche se ispirati a personaggi storici del passato, rimane invariata la potente carica contestatrice, come avviene ad esempio in "Francesco", dove il focus non è tanto la sua santità ma la personalità anticonformista e rivoluzionaria.

Così è anche in "Galilei", ottimo film che utilizza la vicenda dello scienziato secentesco per criticare la repressione della cultura e l'egemonia ancora esercitata dalla chiesa cattolica in Italia durante gli anni Sessanta.

Successivamente, i lavori di Liliana Cavani risultano incentrati sulla riflessione spirituale e filosofica, come avviene in "I cannibali" (ispirato all'"Antigone" di Sofocle) e in Milarepa (ispirato ad un testo tibetano del dodicesimo secolo).

Negli anni Settanta diventa un caso l'iniziale censura de "Il portiere di notte", che esplora il tema della trasgressione sessuale fra una sopravvissuta all'Olocausto e un suo passato carnefice.

Seguono poi altri lavori come "La pelle" (con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale), "Interno berlinese" e "Dove siete? Io sono qui", che convalidano anche il successo all'estero della regista. Cavani dirige inoltre sceneggiati televisivi. Il suo ultimo film, "L'ordine del tempo", uscirà nel 2023.

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Una vita libera e indipendente

Liliana Cavani ha sempre ripetuto di aver goduto di un'infanzia molto libera. I genitori si separarono molto presto (del resto il cognome Cavani è quello materno), ma la personalità del padre, anarchico e antifascista, risulta fondamentale per la sua formazione.

Cavani ha trascorso anche molto tempo con i nonni, e in un'intervista di qualche anno fa al Corriere della sera, ha dichiarato:

Forse per questo non ho mai sentito il bisogno di crearmi una mia famiglia, marito, figli… Non ho mai avvertito il desiderio di diventare madre, perché ho vissuto sempre da figlia, o da nipote.

La militanza politica di Cavani l'ha portata, nel 2007, a far parte dei 12 saggi richiamati dal PD per redigerne il manifesto.

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