La storia dello strangolatore di Boston: verità (e finzione) nel film con Keira Knightley

La raccapricciante storia dello strangolatore di Boston raccontata da Disney+ è vera? Sì, anche se non manca qualche "licenza poetica". Vediamo quale.

Lo strangolatore di Boston è stato sicuramente fra i titoli più attesi della stagione primaverile per la piattaforma Disney+, che sempre di più sta cercando di ampliare il proprio catalogo con prodotti meno vincolati al pubblico giovanile.

Lo strangolatore di Boston, in particolare, vede fra le star principali un’attrice del calibro di Keira Knightley, che interpreta una delle due protagonista in questo dramma true crime.

Trattandosi di un film, e non di un documentario, è lecito però chiedersi quale sia il grado di accuratezza e quanto sia attinente ai fatti realmente accaduti. Vediamo allora qual è la storia vera dietro al film, e quali sono stati i cambiamenti e le invenzioni del regista.

La storia vera dietro Lo strangolatore di Boston

La storia vera che è all’origine del film Lo strangolatore di Boston riguarda una serie di omicidi seriali, commessi fra il 1962 e il 1964, che hanno cambiato per sempre la città e gli studi di criminologia.

Il film di Matt Ruskin, tuttavia, sceglie di concentrarsi su un lato delle indagini accantonato per molto tempo: più che la polizia e le gesta dell’assassino, infatti, le vere protagoniste sono le due giornaliste Loretta McLaughlin e Jean Cole.

McLaughlin (Keira Knightely) e Cole (Carrie Coon) sono state infatti le prime a collegare fra loro i diversi delitti, e a vedervi l’azione di un serial killer, spingendo poi anche la polizia ad agire in questa direzione.

Vediamo allora, per domande e risposte, che cosa c’è di vero nel film di Ruskin, e cosa invece è stato lasciato alla libera fantasia degli sceneggiatori:

  • Loretta McLaughlin è stata davvero la prima a inventare il soprannome “Lo strangolatore di Boston”? Sì, nonostante ci fossero altri soprannomi (come Il folle strangolatore o Lo strangolatore fantasma), è stata proprio McLaughlin a utilizzare Lo strangolatore di Boston.

  • Sono state McLaughlin e Cole a comprendere la connessione fra gli omicidi? Sì, mentre precedentemente venivano considerati come isolati. Scrissero 29 articoli sulle vittime e i delitti, poi giudicati molto accurati dall’assassino stesso. All’inizio subirono molti attacchi e furono ridicolizzate per le loro idee.

  • La storia di Albert DeSalvo, come è raccontata nel film, è vera? In generale, sì. DeSalvo visse un’infanzia caratterizzata da un padre violento, e aveva moglie e figli all’epoca delle uccisioni. Accurata è anche la sua confessione in cella, così come il fatto che ritrattò la sua confessione e fu ucciso in carcere qualche anno dopo.

  • Il modus operandi di DeSalvo era quello descritto nel film? Sì, DeSalvo uccise 13 donne, dopo essere entrato nelle loro case, averle stuprate, e infine strangolandole (tranne due che furono pugnalate). Il fiocco al collo è attestato.

  • Le donne nel giornalismo erano trattate come appare nel film? Secondo le testimonianze delle vere McLaughlin e Cole, sì. Ai tempi non era usuale che le donne si occupassero di cronaca nera, e riuscire a farsi rispettare ed essere prese sul serio nell’ambiente era estremamente complesso.

Proprio a quest’ultimo punto si legano, inoltre, le due discrepanze più significative rispetto alla realtà dei fatti.

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Un personaggio totalmente inventato: ecco di chi si tratta

Nel film, infatti, compare un personaggio totalmente inventato, che è però fondamentale per lo svolgimento della narrazione. Si tratta del Detective Conley, interpretato da Alessandro Nivola.

Conley diventa in breve un alleato di Loretta, e condivide la sua visione sugli omicidi. Non si tratta di un personaggio basato su un individuo realmente esistito, ma al contrario è una sorta di amalgama di alcuni dei detective che si mostrarono disponibili a collaborare con Loretta e Jean.

Nivola ha infatti dichiarato:

Alcuni dei detective su cui è basato il personaggio erano persone davvero alla amno e dalla mentalità progressisita, molto aperti, e che volevano sapere su che cosa stavano investigando Loretta e Jean.

Anche un altro personaggio maschile, l’editor Jack McLaine, sebbene basato su un personaggio realmente esistito, è stato soprattutto costruito per mostrare in maniera convincente e sintetica i pregiudizi del mondo editoriale nei confronti delle giornaliste.

Ultimo dettaglio non del tutto aderente alla storia, è il fatto che lo strangolatore di Boston non fu infine incarcerato per la serie di delitti al centro del film, ma per alcuni stupri commessi precedentemente.

Nel complesso, tuttavia, il film si dimostra estremamente attento alla ricostruzione storica, e riesce a dare un ritratto convincente soprattutto del giornalismo di quegli anni.

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Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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