Mahmood è sicuramente uno dei cantanti più apprezzati della scena italiana, in grado di mettere d’accordo un pubblico eterogeneo per età e per gusti musicali.
Negli ultimi anni si è detto e scritto molto sia sulla vita privata che sulla vicenda musicale del cantate. Ora però è l’artista stesso a prendere la parola, in un buon documentario diretto da Giorgio Testi e scritto da Virginia W. Ricci in onda su Prime Video, dopo una breve anteprima nelle sale cinematografiche.
Si tratta di un racconto intimo e personale, in grado di dare un ritratto a tutto tondo dell’artista. Fra le rivelazioni più toccanti e interessanti del documentario Mahmood ci sono sicuramente quelle sul rapporto del cantante con la famiglia, e un’eccezionale rivelazione sul brano Soldi.
Nel documentario su Prime, Mahmood si racconta fra cartoons e interviste ai colleghi
Il documentario di Giorgio Testi dà molto spazio al racconto dell’infanzia dell’artista, descritto come un bambino sereno e dalla fantasia strabordante. Questa sezione è anche arricchita da diverse sequenze in stile cartoon, che rendono perfettamente questo clima fra il sognante e il divertito.
L’infanzia di Mahmood si sviluppa fra il quartiere milanese di Gratosoglio e le vacanze in Sardegna, terra d’origine della madre Anna Frau. Quest’ultima è anche una delle voci più importanti del film, alla quale il cantante è legato da un rapporto amorevole, fatto di stima e sostegno reciproco:
È sempre stato un bambino felice. Non racconta i suoi malesseri, è nelle canzoni che racchiude la nostra vita. Abbiamo un rapporto simbiotico
Racconta Anna Frau, prima di parlare del rapporto con il padre dell’artista, Ahmed.
Ho conosciuto il papà di Alessandro all’età di ventitré anni. Era bello, solare, simpatico. Siamo stati fidanzati tre anni, poi ci siamo sposati ed è nato nostro figlio.
Le cose cambiano quando Mahmood ha cinque anni, e il padre decide di abbandonare la famiglia. Nonostante questo fatto, che segnerà per sempre la vita del cantante e quella dei membri della sua famiglia, Alessandro vive un’infanzia piuttosto serena, e soprattutto ha ben chiara quella che sarà la sua strada.
Si iscrive infatti a lezioni di canto, e vince diverse competizioni per giovani artisti. Partecipa a X Factor, e collabora in qualità di autore con diversi nomi della musica italiana. Poi, il successo di Soldi, il brano con il quale vince il festival di Sanremo nel 2019 e che lo avvia ad una carriera di successi in Italia e all’estero.
Proprio i colleghi sono infine una delle parti più importanti del documentario: Durdast, Carmen Consoli e Blanco forniscono infatti aneddoti e curiosità sul cantante, mostrandone punti di forza, debolezze e inquietudini.
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Soldi, la sorprendente rivelazione sul vero significato della hit svelata nel documentario
Se Mahmood aveva già parlato nel corso di precedenti interviste del significato della hit Soldi, è anche vero che solo all’interno di un contesto più ampio come quello del documentario è possibile cogliere tutte le sfumature del brano.
Soldi si lega infatti ai ricordi e alle impressioni che il giovanissimo Alessandro era riuscito a farsi del padre prima della sua partenza. Nonostante il cantante abbia affermato di non provare rancore al riguardo, il suo giudizio nei confronti del genitore è decisamente severo:
‘Soldi’ nasce da un episodio un po’ triste, da uno degli ultimi ricordi che ho di mio padre. In quel momento ho dubitato seriamente del suo interesse. Quel ritornello, ‘Volevi solo i soldi’ poteva sembrare molto cattivo, ma questo era quello che pensavo e che penso”
Una figura assente, quindi, in grado solo di chiedere senza mai dare, e contrassegnata da un atteggiamento ipocrita, di chi alle buone parole non riesce mai a far seguire un effettivo cambiamento (Beve champagne sotto il Ramadan). I versi in arabo, però sembrano anche aprire uno spiraglio, in un desiderio velato di comunicazione, che però si rivela sempre impossibile.
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