Mobbing sul lavoro: 10 modi pratici per difendersi!

In quest'articolo vedremo cos'è il mobbing e dieci modi possibili per difendersi. Vedremo se è reato e quali sono le differenze con "straining" e "burnout".

Il termine mobbing fa riferimento ad una serie di maniere aggressive compiute da terzi nei confronti di qualcuno.

Questo fenomeno si può verificare in vari ambiti, specialmente però in quello lavorativo. 

Il mobbing può avere diverse sfumature: esiste ad esempio il bossing, ovvero un tipo di mobbing messo in atto da un superiore nei confronti di un lavoratore di grado inferiore.  

Al mobbing possono essere associati anche lo “straining” e il “burnout”. Questi tre fenomeni, apparentemente molto simili poiché si riferiscono tutti e tre ad una situazione di disagio, indicano circostanze differenti.

Il mobbing consiste in una serie di azioni violente sia fisiche che verbali ripetute nel tempo. Il lavoratore subisce aggressioni di vario tipo in maniera continuativa e sistematica.

Lo “straining” si differenzia dal mobbing poiché le aggressioni subite avvengono invece in maniera sporadica.

Diverso ancora è il “burnout“, uno stato di malessere profondo generato per lo più dal peso delle responsabilità lavorative. 

Esistono vari modi in cui il mobbing può manifestarsi: in quest’articolo vedremo alcuni esempi. 

La persona che subisce il mobbing ha la possibilità di difendersi chiedendo, ad esempio, un risarcimento per i danni subiti. In alcuni casi, inoltre, il mobbing può diventare reato di lesioni personali. In questo caso, oltre al risarcimento del danno è prevista anche una pena per il datore di lavoro. 

Infine, presenteremo dieci modi possibili per difendersi in caso di mobbing. 

Iniziamo quest’articolo spiegando innanzitutto che cos’è il mobbing, come è nato il termine e a quali ambiti fa riferimento. 

Che cos’è il mobbing?

Il mobbing è un termine che fa riferimento a comportamenti aggressivi compiuti nei confronti di qualcuno.

Questi comportamenti aggressivi possono essere di natura fisica o verbale.

Inoltre, possono essere messi in atto da una o più persone nei confronti di uno o più individui. 

Il mobbing dunque non è solo un tipo di violenza psicologica poiché in alcuni casi può trasformarsi anche in una aggressione fisica. 

In quest’articolo parleremo del fenomeno del mobbing in ambito lavorativo poiché solitamente il termine fa riferimento ad aggressioni fisiche o verbali subite in quest’ambito. 

Tuttavia, il termine può indicare in maniera più generale maniere violente nei confronti di qualcuno. 

Il termine “mobbing” venne creato dal noto etologo Konrad Lorenz negli anni settanta del XX secolo per riferirsi ad un’attitudine violenta tra individui appartenenti alla stessa specie, con lo scopo di allontanare un membro del gruppo. 

Ritornando all’ambito lavorativo, in alcuni casi si può parlare anche di bossing. Si tratta di un tipo di mobbing messo in atto da una persona di grado superiore nei confronti di un individuo di grado inferiore. Si tratta di un tipo di aggressione operata, ad esempio, da un capo nei confronti del suo dipendente. L’obiettivo del superiore che mette in atto il bossing è solitamente quello di indurre il dipendente a licenziarsi.

Si tratta di situazioni estremamente spiacevoli per i dipendenti che le vivono e che, in alcuni casi, possono anche causare problemi di sonno e di salute.

Di conseguenza, queste situazioni non vanno mai prese sottogamba poiché possono nuocere pesantemente, specialmente da un punto di vista psicologico. 

Dopo aver spiegato che cosa sono il mobbing e il bossing vediamo adesso quali sono le differenze tra mobbing, straining e burnout. Apparentemente questi termini possono essere sinonimi ma, come vedremo, in realtà non lo sono poiché indicano fenomeni di disagio differenti. 

“Mobbing”, “straining” e “burnout”: quali sono le differenze?

Sebbene siano due termini molto simili, in realtà “mobbing” e “straining” presentano alcune differenze. 

Come spiega il sito randstad.it, il mobbing è una serie di azioni ostili nei confronti del lavoratore che sono ripetute nel tempo, in maniera quasi programmata, con l’obiettivo di emarginarlo. 

Lo “straining” è molto simile al mobbing, nel senso che gli obiettivi di chi mette in atto una serie di comportamenti violenti verso un lavoratore sono gli stessi. Tuttavia, contrariamente al mobbing, lo straining non è un fenomeno che si ripete in maniera continuativa ma solo sporadicamente. 

Nonostante la sua durata limitata nel tempo, non significa che sia un fenomeno da sottovalutare, anzi. Anche in questo caso lo straining, proprio come il mobbing, può causare problemi di salute. 

Molto diverso invece è lo stato di burnout. Si tratta solitamente di un disagio di tipo psicofisico che interessa principalmente persone che, in ambito lavorativo, hanno delle grandi responsabilità e temono di non essere all’altezza. 

A questo proposito, il sito frareg.com spiega brevemente quali sono le differenze tra mobbing e burnout. Il mobbing, rappresenta una serie di azioni programmate e studiate da parte di un individuo nei confronti di un altro e con obiettivi ben precisi. 

Il “burnout” invece è uno malessere psicofisico per lo più personale, generato dalla paura di non riuscire a raggiungere i propri obiettivi.

In altri casi, può essere dovuto a carenze di tipo amministrativo. 

Un altro aspetto importante da specificare è che il mobbing e il “burnout” non sono sinonimi di stress.

Quest’ultimo infatti può essere causato da qualsiasi tipo di evento facente parte della nostra vita di tutti giorni che ci crea particolare agitazione.

Lo stress non è dunque legato strettamente all’ambito lavorativo come nel caso dei tre termini che abbiamo appena descritto. 

Dopo aver spiegato quali sono le differenze tra mobbing, straining e burnout, vediamo adesso alcuni esempi pratici di mobbing. 

Mobbing: alcuni esempi

Il sito laleggepertutti.it offre alcuni esempi di mobbing e spiega quando può diventare reato, come vedremo nel paragrafo successivo. 

Esistono svariati esempi di mobbing sul lavoro e sarebbe impossibile elencarli tutti. Anche perché ogni situazione di disagio in ambito lavorativo è a sé. 

Generalmente il mobbing si manifesta con comportamenti aggressivi sia tipo fisico che verbale.

Stiamo parlando ad esempio di azioni fisiche violente nei confronti di un dipendente oppure di umiliazioni, insulti e prese in giro ripetuti nel tempo. 

Tuttavia, chi mette in atto azioni di mobbing non mira solamente all’umiliazione ma anche all’esclusione.

In alcuni casi infatti il datore di lavoro può scegliere di non tenere al corrente il proprio dipendente di alcune comunicazioni importanti che concernono l’interesse dell’azienda.

In altri casi, per causare disagio, il datore di lavoro può sottrarre volutamente degli oggetti al dipendente che gli servono per adempiere alla sua mansione. 

Si ricorda che queste situazioni (che sono solamente alcune di quelle possibili) per essere considerate mobbing devono durare per almeno sei mesi e avere come obiettivo l’esclusione del dipendente dal contesto lavorativo. 

Se il datore di lavoro insulta un suo dipendente una sola e unica volta non si può dunque parlare di mobbing, perché è un’azione singola che non si ripete nel corso del tempo in maniera programmata. 

Dopo aver presentato alcuni esempi di mobbing sul lavoro, cerchiamo adesso di capire se il mobbing è un reato oppure no. 

Mobbing sul lavoro: è reato?

Il mobbing è un inadempimento contrattuale per cui il datore di lavoro è tenuto a risarcire il dipendente per i danni subiti. 

Colui che ha subito il mobbing deve innanzitutto provarlo, con documenti o testimonianze. Successivamente sarà necessario dichiarare, tramite perizia medico-legale, che a causa del mobbing il dipendente ha subito danni fisici o psichici permanenti.

Il danno, all’interno della perizia medico-legale, corrisponde ad una percentuale che viene in seguito convertita in denaro. In questo calcolo si tiene conto anche dell’età della persona che ha subito il mobbing. 

Per quanto riguarda il danno patrimoniale, il dipendente dovrà provare tramite scontrini, fatture ecc. che ha dovuto sostenere delle spese mediche a seguito del comportamento aggressivo del datore di lavoro. 

In altri casi però il mobbing non è più solo un inadempimento contrattuale poiché diventa un reato vero e proprio.

In alcuni casi gli atti di mobbing possono rientrare nel reato di lesioni personali.

Se si tratta di reato, il datore di lavoro può subire una condanna penale ed essere punito con la reclusione per un periodo che va dai sei mesi fino a tre anni. 

Dopo aver spiegato come e quando il mobbing può diventare reato, vediamo adesso alcuni modi possibili per difendersi se si presentano queste situazioni. 

Mobbing sul lavoro: come difendersi

Concludiamo quest’articolo con dieci modi pratici per difendersi in caso di mobbing. 

  • Non sottovalutare mai la situazione: come abbiamo già anticipato, il mobbing può causare danni fisici e psichici alla persona che li subisce perciò non bisogna mai prendere alla leggera queste situazioni di disagio. 
  • Cambiare lavoro: sebbene sia ingiusto che qualcuno ci impedisca di lavorare, a volte trovare un nuovo impiego può davvero essere la soluzione migliore poiché aiuta a migliorare la nostra autostima e ci permette di vivere più serenamente. 
  • Esporre denuncia: il mobbing, come abbiamo visto, è un inadempimanto contrattuale che in alcuni casi può diventare anche reato di lesioni personali. 
  • Chiedere un risarcimento per i danni subiti dal mobbing. 
  • Conservare tutto ciò che può costituire una prova per denunciare il mobbing come ad esempio testimonianze piuttosto che gli scontrini delle medicine acquistate o delle spese mediche sostenute. 
  • Evitare che il disagio vissuto in ambito lavorativo possa intaccare anche la vita privata.
  • Continuare a coltivare i propri interessi e i propri hobby al di fuori della sfera lavorativa. 
  • Chiedere aiuto a dei professionisti sia in ambito legale che medico.
  • Non isolarsi, nè all’interno nè al di fuori dell’ambito lavorativo.  
  • Non mostrarsi mai deboli nei confronti di chi mette in atto il mobbing

Il mobbing è una situazione che crea disagio a moltissimi lavoratori. Anche se sembra impossibile uscirne, in realtà basta chiedere informazioni a dei professionisti, principalmente in ambito legale. 

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