Stranizza d'amuri, il film è tratto da una storia vera: ecco tutte le differenze

Il film di Beppe Fiorello "Stranizza d'amuri" è ispirato a un fatto di cronaca nera degli anni Ottanta. Ecco tutte le differenze con i fatti reali.

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Giuseppe Fiorello debutta dietro alla macchina da presa, dopo una trentennale carriera di attore, e lo fa con una storia vera, ispirata ad uno dei più atroci fatti di cronaca degli anni Ottanta.

La scelta di Fiorello è coraggiosa da molti punti di vista, soprattutto nell'indagare, senza retorica, un tema ancora considerato tabù da una parte della popolazione, soprattutto nelle realtà descritte dal film.

Per farlo, il regista sceglie anche di distaccarsi dai fatti reali, dando un respiro più ampio alla narrazione e realizzando una metafora efficace degli anni Ottanta e non solo. Vediamo allora qual è la storia vera all'origine del film, e quali sono le principali differenze rispetto la cronaca.

"Stranizza d'amuri" si ispira a una storia vera che sconvolse l'Italia

Il film "Stranizza d'amuri" è ispirato a una storia vera, quella del delitto di Giarre, commesso nell'omonima località siciliana, in provincia di Catania.

Il film è infatti ambientato nel 1982, nell'estate che vede il percorso della nazionale italiana verso le qualifiche ai mondiali di calcio, mandando in fermento l'intero paese.

Anche in Sicilia le partite sono seguitissime, e l'entusiasmo generale è alle stelle. In questo contesto, avviene lo scontro in motorino fra due ragazzini, che iniziano così un'amiciza che, col passare dell'estate, si fa sempre più intensa.

Gianni è un ragazzo deriso e schermito dai coetanei perché troppo "femminile", e percepito come diverso. L'unica persona in cui trova conforto è sua madre Lina, che accetta di convivere con un compagno violento per assicurare una casa e un lavoro in officina al figlio.

Nino è invece il collaboratore più stretto del padre, un impresario di fuochi d'artificio. La sua è una famiglia calorosa e numerosa, in cui però il clima sa farsi anche opprimente.

L'amore fra i due ragazzi, ritratto con estrema delicatezza nel corso del film, scatena però il pregiudizio e la ferocia da parte della comunità, fino a portare al più estremo degli atti contro natura.

Il film è esplicitamente dedicato ai veri Gianni e Nino, Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, assassinati dalle rispettive famiglie per motivi d'onore, e deve il suo titolo ad una delle più belle canzoni di Franco Battiato. Tuttavia, in alcuni passaggi e nella caratterizzazione stessa dei personaggi, sono presenti alcune differenze rispetto alla vicenda reale.

"Stranizza d'amuri" e il delitto di Giace: tutte le differenze

La prima è più significativa differenza fra "Stranizza d'amuri" e la cronaca riguarda l'anno in cui è ambientata la pellicola: se il film si svolge nel 1982, il delitto di Giace fu consumato il 31 Ottobre 1980.

La scelta del regista di posticipare gli eventi è legata all'immagine delle qualificazioni ai mondiali, che con la sua effervescenza ed entusiasmo è il perfetto corrispettivo del primo amore dell'adolescenza. Allo stesso tempo, l'energia e la gioia del calcio creano un contrasto importante con la conclusione della storia.

Anche la località è leggermente modificata. Il delitto avvenne infatti nell'omonima località, mentre, per ragioni di discrezione o per ragioni pratiche, il film è stato girato tra Noto, Marzamemi e Priolo. In ogni caso, rimane intatta l'ambientazione siciliana e il contesto culturale.

Diversa è anche l'età reale dei protagonisti. Giorgio Agatino Giammona aveva infatti 25 anni all'epoca dei fatti, e Antonio Galatola 15. I due erano noti in paese come "I ziti", ovvero "I fidanzati".

Per il delitto, fu imputato soltanto un nipote tredicenne di Antonio, minorenne e pertanto impunibile, anche se si sospettò sempre dell'azione dei familiari dei due. L'onda di indiganzione portò pochi mesi dopo alla fondazione del primo circolo Arcigay.

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Beppe Fiorello: "Un fatto di cronaca che non ho mai dimenticato"

Parlando del motivo che l'ha spinto a scegliere questa vicenda come materiale per il suo primo film da regista, Beppe Fiorello ha commentato così:

Stranizza d'amuri è la storia di un’amicizia e di un amore senza tempo, mai consumato e per sempre ricordato. [...]  Stranizza d’amuri è dedicato alle vittime del delitto avvenuto in Sicilia nel 1980, un fatto di cronaca che non ho mai dimenticato.

Fu un reato che cambiò per sempre la percezione dell'omosessualità in Italia. I corpi senza vita dei due giovani adolescenti sono stati ritrovati in campagna, sotto un pino. Entrambi sono stati sfigurati dagli spari.

Quello che viene ricordato di più è che sono stati trovati tenendosi per mano come se avessero promesso di stare insieme per l'eternità. I giornali dell'epoca parlavano degli omicidi di "due ragazzini". Quasi tutti i quotidiani hanno dedicato alla vicenda un breve paragrafo.