Su Netflix un film dal titolo “osceno”: azione, dramma e avvenutra assicurati

Cosa si nasconde dietro al titolo osceno scelto da Netflix per questo film d'avventura? Ecco perché si è alimentata una polemica.

Netflix non è nuova a polemiche di vario tipo, soprattutto quando queste ultime siano state alimentate dai social media. Tuttavia, la causa che ha spinto diversi utenti ad ironizzare (ma non solo) sul titolo scelto da Netflix per il suo nuovo film è davvero particolare.

Il titolo del film, infatti, sembrerebbe celare un doppio senso abbastanza pesante, e difficile da ingnorare soprattutto in una lingua specifica.

Vediamo allora qual è il titolo incriminato, e come è possibile che davvero nessuno a Netflix abbia pensato a modificarlo.

Un titolo osceno per un film su Netflix (che parla di bambini)

Il film incriminato per il suo titolo osceno, prossimamente su Netflix, è problematico soprattutto per un aspetto, ovvero la fascia di pubblico a cui è rivolto: si tratta infatti di un film per (e con) bambini.

La trama non potrebbe essere più classica, e sembra evidente l’intento della piattaforma di promuovere un prodotto leggero per tutta la famiglia, incentrato su animali, magia e buoni sentimenti.

Il film è infatti ambientato in Messico, dove un ragazzino alle soglie dell’adolescenza si reca a passare le vacanze, oltre che per passare del tempo con il nonno.

Qui, il protagonista fa una scoperta sconvolgente, destinata a cambiare per sempre la vita sua e dei suoi cugini. Insieme, i ragazzi vivranno infatti una fantastica avventura, e creeranno legami indissolubili.

Nel vecchio capanno del nonno, infatti, si nasconde una magica creatura che, fino a quel momento, si credeva soltanto il frutto di antiche leggende e superstizioni locali.

Il buffo animaletto con cui in breve il protagonista stringe una fortissima amicizia è infatti un chupacabra, una bestia che secondo la leggenda (di origine portoricana) vivrebbe succhiando il sangue di capre e altri animali da pascolo, rendendo così difficile la vita ai contadini e agli allevatori.

Proprio per sottrarre il cucciolo alla violenza e alla brutalità umana sarà necessaria l’unione dei cugini, anche se non mancheranno momenti commoventi e drammatici.

Il film, in uscita il 7 aprile, vede nel cast Evan Whitten nel ruolo del protagonista Alex, Demián Bichir come suo nonno Chava e Christian Slater nel ruolo di Richard Quinn, il perfido scienziato che da la caccia a Chupa. Nickolas Verdugo e Ashley Ciarra sono invece i cugini alleati di Alex, Memo e Luna.

Di fronte a una trama di questo tipo, è lecito domandarsi dove sorga il problema e che cosa ci sia di osceno nella più classica delle favole per ragazzi, che ha la sua formula fissa da E.T in poi.

Il problema, in realtà, sta proprio nel titolo del film, Chupa (forma abbreviata di Chupacarba ovviamente). Questa parola, in spagnolo, ha infatti un significato poco innocente secondo diversi internauti.

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Chupa, un titolo troppo osceno per il pubblico ispanofono

Il termine chupa, infatti, in spagnolo significa letteralmente “succhia” (del resto la chupacabra succhia il sangue degli animali), ma fa soprattutto pensare a pratiche di sesso orale.

Non il primo titolo a cui si penserebbe per una serata sul divano con i bambini, insomma, che ha causato diversa ironia sul web ma ha anche fatto sorgere alcune domande.

Se il film è infatti diretto dal messicano Jonas Cuaron, l’unica possibilità per cui nessuno a Netflix abbia obiettato su un titolo del genere è l’assenza di rappresentazione della comunità ispanofona e latina.

Non sono in effetti mancati casi anche molto illustri di titoli cambiati per evitare situazioni di questo tipo: il titolo originale del classico Disney Oceania è infatti Moana, che è anche il nome della protagonista nella maggior parte delle altre lingue (tranne il francese, che ha seguito l’italiano Vaiana).

Tuttavia, per evitare erronei accostamenti all’attrice Moana (celebre per i suoi film pornografici), l’ufficio marketing cambiò titolo e nome. In questo caso sembra dunque assente qualunque ricerca sul contesto di distribuzione ispanofono, e dato che il film è ambientato in Messico la cosa diventa particolarmente grave.

Nessun pericolo in questo caso in Italia, dove i bambini assoceranno proababilmente il titolo alle amatissime caramelle chuppa-chuppa (ma forse, dopo questa polemica, saranno i genitori a guardarle diversamente).

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Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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