Usa lanciano allarme terrorismo: pericolo attacchi Isis-k!

L'allarme terrorismo non è mai rientrato. Dopo il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, però, la situazione di estrema confusione che si è venuta a creare a Kabul, potrebbe permettere alle milizie terroristiche di prendere il definitivo sopravvento. Dopo i primi attentati in Patria (aeroporto ed ospedale), pare che il gruppo denominato Isis-k stia progettando attentati anche all'esterno dell'Afghanistan.

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Arriva dagli Usa un nuovo allarme terrorismo. La situazione in Afghanistan non è delle più tranquille (per usare un eufemismo) e, il Pentagono, ha evidenziato come, il pericolo di attacchi terroristici sia lungi dall'essere scampato.

In particolare, secondo quanto riportato da Ilfattoquotidiano.it:

"...i gruppi legati all'Isis-k e ad al Qaida in Afghanistan rappresentano una seria minaccia per l'Occidente e potrebbero essere pronti a sferrare attacchi su scala internazionale già nel giro di sei mesi."

Gli 007 americani infatti, dopo il ritiro delle truppe statunitensi da Kabul, hanno raccolto informazioni non proprio incoraggianti in materia.

Lo ha riferito il vicesegretario alla difesa Colin Kahl, al Congresso americano.

Il terrorismo non è morto, e continua ad incutere timore.

Citando una famosa frase di Gino Strada, tratta da frasicelebri.it:

"Il terrorismo è la nuova forma della guerra, è il modo di fare la guerra degli ultimi sessant'anni: contro le popolazioni, prima ancora che tra eserciti o combattenti."

E' proprio questo ciò che spaventa maggiormente: il bersaglio potrebbe essere ovunque e chiunque.

Usa: la situazione in Afghanistan preoccupa

Desta non poca preoccupazione la situazione in Afghanistan. Dopo la smobilitazione dell'esercito americano, è piuttosto difficile capire se e fino a che punto il governo talebano sarà in grado di tenere a freno i gruppi jihadisti.

Questi gruppi, mai morti, sono tornati in auge proprio dopo che i soldati americani hanno abbandonato Kabul. Una serie di attentati interni al Paese, hanno fatto alzare la soglia d'allerta. Non si può nemmeno escludere che, al di là degli attentati interni, questi gruppi terroristici stiano preparando qualcosa all'esterno. Non nell'immediato, probabilmente, in quanto non ne avrebbero ancora le capacità, secondo quanto riferito dall'Intelligence americana.

Non sembra particolarmente stupito di questa possibilità il corrispondente di guerra de Il Giornale, Fausto Biloslavo che, come riportato da Ilsussidiario.net, ha dichiarato:

"Non stupisce questo allarme, perchè l'Afghanistan sta dicentando il santuario che attira tutti gli sconfitti della guerra santa dell'ex califfato, compresi ceceni e uiguri cinesi. E il loro obiettivo rimane sempre colpire l'Occidente".

Usa: in Afghanistan situazione tragica

La situazione, in Afghanistan, è a dir poco tragica.

Come riporta il giornalista freelance Giuliano Battiston sul sito ispionline.it:

"Il conflitto, particolarmente violento nei mesi che hanno preceduto la conquita del potere da parte dei Talebani, ha intensificato i movimenti interni della popolazione. Oggi sono almeno 3,5 milioni gli sfollati interni, quasi settecentomila coloro che hanno abbandonato la propria casa dall'inizio dell'anno."

Del resto, anche al recente G20 straordinario convocato in modalità virtuale e promosso dall'Italia, ha manifestato seria preoccupazione per quanto sta accadendo e potrebbe accadere in Afghanistan.

Il rischio concreto è che, tra poco più di sei mesi, ovvero a metà del 2022, circa il 97% della popolazione sia sotto la soglia di povertà. Con tutte le ripercussioni che questo comporta, non solo a livello economico, sociale e sociologico, ma anche perchè, la povertà, la fame conducono alla rabbia e ad una maggior predisposizione alla manipolazione da parte dei membri dei gruppi terroristici. Quando non hai più niente da perdere, è più facile essere manipolati e vedere una luce anche dove c'è soltanto buio profondo.

Usa: perchè l'Afghanistan è nel baratro

Il Paese afghano non sta vivendo solo una crisi politica, ma anche una crisi economica che definire drammatica è un eufemismo.

Parlando di commercio, ad esempio, da quando, ad agosto, i talebani hanno preso il controllo del Paese, la Federal Reserve americana e le Banche Centrali europee hanno "congelato" miliardi di dollari dell'Afghanistan.

Tutte le transazioni in dollari sono state quindi vietate dall'Emirato islamico. Le stesse banche quali Western Union e Money Gram non permettono più le transazioni verso il Paese di Kabul. Questi flussi di denaro, ovvero le rimesse esterne, da sempre costituiscono fonte di sopravvivenza importantissima per la popolazione locale. I contanti erogabili dagli sportelli bancari stanno finendo. I prezzi dei beni di prima necessità sono schizzati alle stelle. Insomma, solo spine e niente rose.

Se aggiungiamo il fatto che, l'economia afghana, da sempre, è fortemente dipendente dagli aiuti internazionali si capisce come, se i rubinetti vengono progressivamente chiusi tutti, in un tempo esiguo non arriverà nemmeno più una goccia d'acqua e la situazione non potrà che deflagrare.

Tutto questo, ovviemente, è terreno fertile per il terrorismo.

Usa: chi sono i miliziani Isis-k

Esattamente, chi sono i miliziani dell'Isis-k?

Si tratta di una milizia internazionale che ha raggruppato in sè, i talebani più vicini ad al Qaeda e alcuni tra gli ex foreign fighters siriani. Messi un poì in ombra dalle gesta dei talebani, stanno cercando di riconquistare una posizione di predominio ed importanza.

Come?

Attraverso attentati e gesti estremi in grado di fare rumore e clamore. Comparsi agli onori delle cronache circa sei anni fa, hanno sfruttato quel vuoto effettivo e normativo tipico di queste lande estreme, dove, l'assenza dell'intervento del governo, crea le basi per la formazione di milizie ribelli.

Ad un triennio di intraprendenza ed attività serrata (2015-2018), ha fatto seguito un periodo di stasi, che aveva portato ad un certo ridimensionamento della milizia. Successivamente, con l'ingresso nel mercato della droga, hanno iniziato ad affluire maggiori capitali. Da qui, la possibilità per l'Isis-k di finanziare la milizia e di renderla sempre più operativa e presente sul territorio.

Ad oggi, il raggio d'azione è limitato all'Afghanistan. Ne è un brutale esempio l'attacco che ha colpito il più grande ospedale militare di Kabul il 2 novembre.

Usa: Isis-k e l'attacco all'ospedale di Kabul

Almeno 25 morti e decine di feriti: il bilancio delle vittime continua a salire. Questo è il drammatico esito, al momento, dell'attacco terroristico che l'Isis ha lanciato il 2 novembre 2021 contro l'ospedale militare di Kabul.

Il New York Times ha riportato la notizia evidenziando come l'attacco sia stato condotto da un gruppo di uomini armati, tra i quali almeno un attentatore suicida.

L'Ospedale in questione, si trova nella zona più ricca di Kabul ed è dotato di 400 posti letto. Viene utilizzato per prestare le cure sia ai soldati feriti che combattevano per l'ex governo sia ai militanti che collegati ai talebani. Due sono state le esplosioni: una da parte di un attentatore suicida all'ingresso dell'ospedale, l'altra all'esterno della struttura, facendo esplodere un auto parcheggiata vicino all'edificio.

Alcune ore dopo l'attentato, lo stesso è stato rivendicato dall'Isis-k .

Le difficoltà che i talebani, dopo che gli Usa hanno lasciato il Paese, stanno affrontando per cercare di mettere in ordine e sicurezza i centri urbani, sono terreno fertile per queste milizie terroristiche che si insinuano nei buchi della rete al fine di prenderne il controllo.

Usa: l'Afghanistan è solo

Con la smobilitazione delle forze armate americane, l'Afghanistan si è ritrovato ad essere un Paese solo ed isolato. La caduta, nel mese di agosto, del governo che era appoggiato dagli Stati Uniti e dal resto dell'Occidente, ha determinato un vuoto di potere del quale, le milizie terroristiche, stanno cercando di approfittare ad ogni modo. Costi quel che costi.

I talebani, che sono stati dall'altra parte della barricata per 20 anni, si ritrovano a dover gestire una situazione esattamente dal lato opposto. Senza però avere la necessaria esperienza e soprattutto senza avere l'appoggio e l'aiuto della comunità internazionale.

Pare fin troppo semplice ribadire come, una situazione così precaria e confusionaria, non possa portare a nulla di buono. Anzi.

Il primo step per un gruppo terroristico, è quello di appropriarsi del proprio Paese. Senza limiti, senza pietà. Il timore, la paura, sino alla morte, sono gli strumenti con i quali si acquisisce il potere che prevede, uno dopo l'altro, l'eliminazione di qualsiasi ostacolo che possa frapporsi tra i terroristi e il controllo del potere stesso.

Un Paese solo, allo sbando, dove la stragrande maggioranza della popolazione muore di fame, è, inoltre, un bacino di reclutamento per la causa davvero ideale.

Usa: perchè torna la paura di attentati 

La paura di attacchi terroristici non è mai svanita. Non solo negli Stati Uniti. Ciò che è successo l'11 settembre del 2001 è negli occhi di tutti, così come lo sono altri gesti eclatanti compiuti dai terroristi nel Resto del Mondo.

Nel corso del'ultimo ventennio, l'approccio americano alla questione è cambiato diverse volte, a seconda del momento e della corrente al potere. L'Europa, dal canto suo, è stata un po' al traino dell'America, anche se avrebbe voluto un atteggiamento più collaborativo e pacifico rispetto alla caccia al sospetto terrorista ad ogni costo.

E' chiaro come la reazione immediata degli Usa all'attacco dell'11 settembre 2001, sia stata una reazione di pancia, per far capire ai terroristi che il loro azzardo sarebbe stato ripagato a suon di rappresaglie. Il problema è che, sia nel caso degli attentati che delle rappresaglie, chi ne paga le conseguenze più pesanti è, quasi sempre, la gente comune, che non ha colpe.

Quel giorno, quell'attacco alle Torri Gemelle, ha fatto capire ad ognuno di noi che non si è mai al sicuro al cento per cento. Quelle scene drammatiche, che non solo gli americani, ma tutto il mondo rivive ad ogni ricorrenza annuale, sono immagini che nessuno di noi vorrebbe mai più vedere.

Nemmeno però, vorremmo vedere le immagini di civili innocenti uccisi per rappresaglia. 

Vent'anni di guerra in Afghanistan e poi l'addio, rappresentano una sconfitta non solo per gli Usa, ma anche per l'Europa e per tutto il mondo occidentale in genere. Resta la paura, la diffidenza con la quale si guarda il vicino di casa. Se è di pelle o religione diversa.

Chi è stato colpito al cuore una volta, sa che la paura fa parte del quotidiano. E quando, dall'altra parte ci sono persone che non hanno nulla da perdere, si ha ancora più paura dei gesti folli che potrebbero commettere.

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