Viaggio a Londra? Ecco i documenti necessari dopo la Brexit

Anche dopo l'uscita dall'Ue, Londra resta una delle mete più amate per le vacanze. Ecco cosa serve per raggiungerla in aereo.

Una delle mete preferite da milioni di viaggiatori è proprio Londra, la capitale britannica della Regina Elisabetta e del the delle cinque. Raggiungerla non è difficile ma è necessario conoscere bene quali documenti servono per il viaggio e per poter entrare nel Paese. Le regole, infatti, non sono più quelle di una volta per effetto della Brexit, con cui il Paese ha espresso la volontà di non fare più parte dell’Unione Europea. Vediamo cosa serve per raggiungerla nell’estata del 2022.

Quali documenti servono per andare a Londra?

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea era stata una notizia da prima pagina all’allor 31 gennaio 2020, segnando l’inizio di un periodo prorogabile durante il quale gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE avrebbero potuto continuare ad applicarsi anche a questo Paese. Poiché la fine della transizione successiva alla Brexit, arrivò volendo e non volendo, questi accordi non sono stati ritenuti più validi e al loro posto, dal 1° gennaio dell’anno dopo, sono state applicate tutta una serie di nuovi accordi tra le parti, negoziati soprattuto con il Regno Unito.

Questi accordi furono sette e prevedevano:

  • l’accordo sui trasporti aerei
  • l’accordo sul trasporto stradale
  • l’accordo sulle assicurazioni
  • l’accordo commerciale
  • l’accordo sui diritti dei cittadini
  • l’accordo sulla mobilità dei servizi
  • l’accordo di cooperazione in materia di polizia

Sebbene questa uscita abbia destato grande incertezza, dal momento che nessun Paese si era mai sognato di farlo prima, indiscutibilmente qualche effetto si è riversato in maniera negativa su molti settori. Inoltre, le scelte scaturite durante la pandemia non hanno fatto altro che generare ulteriori variazioni, soprattutto nel settore del commercio.

In seguito alla Brexit i rapporti tra il Regno Unito e il resto d’Europa si sono fatti più tesi ed accentuati non solo a causa della questione dei vaccini (il caso di Astrazeneca che ha continuato a fornire il Regno Unito senza tener conto degli accordi bilaterali), ma anche a causa delle barriere imposte proprio alle esportazioni.

Tra i vari punti da rispettare, gli inglesi avrebbero dovuto stabilire l’origine delle merci da esportare (solo quelle prodotte in casa erano esenti da dazi), dichiarare tali esportazioni alla dogana e produrre le licenze/certificati che dimostrassero la soddisfazione delle norme di sicurezza da parte dello stesso prodotto.

Queste limitazioni hanno avuto un impatto disastroso poiché solo nel 2021 le esportazioni britanniche verso l’Europa erano già diminuite del 75% rispetto all’anno precedente. Il crollo vertiginoso ha avuto modo di palesarsi anche nelle importazioni dall’Europa che invece di guadagnarci, hanno visto un valore complessivo di soli 12,7 miliardi di euro rispetto ai precedenti 19,1 miliardi.

Le piccole imprese hanno dovuto incassare il colpo, mentre le multinazionali (già preparate per gestire la cosa al di fuori dei confini europei) hanno avuto più maestria nel trattare i dazi e i contratti al di fuori del contesto dell’Unione Europea.

Se da un lato questa decisione ha messo in difficoltà il Regno Unito perdendo gran parte del suo potere negoziale a livello internazionale, dall’altro avrebbe potuto stabilire liberamente nuovi accordi commerciali con i paesi extra- Ue, ma non solo.

Per quanto concerne il settore militare, il Regno Unito avrebbe potuto perdere gran parte della sua influenza poiché gli Usa l’avrebbe considerato un alleato menu utile senza l’attaccamento all’Europa.

E se tutte queste conseguenze hanno potuto pesare così gravemente sugli aspetti importanti di un Paese, figuriamoci cosa sarebbe accaduto al settore dei trasporti.

Con l’uscita dalla Brexit, infatti, a risentire di questo allontanamento è stato maggiormente quello aereo che non ha visto solo un aumento considerevole del costo dei biglietti ma anche la diminuzione del traffico nei cieli dovuto ad una svalutazione della sterlina e al relativo incremento del costo del carburante.

Senza contare poi la questione dei documenti necessari per raggiungere il paese, cui molti turisti ancora non hanno prestato la massima attenzione. Per rendere la cosa più chiara possibile, sono stati riportati qui di seguito quelli necessari per poter entrare nel Paese senza essere rispediti indietro.

Per entrare nel Regno Unito come turisti servono assolutamente:

  • la carta d’identità valida per l’espatrio (in buone condizioni) oppure un passaporto in corso di validità per i cittadini dell’UE
  •  il visto turistico per i cittadini extracomunitari (salvo alcune eccezioni)

Mentre, se si vuole entrare per motivi di lavoro, di studio o di permanenza sono necessari:

  • il passaporto in corso di validità
  • il visto per il Regno Unito

La questione del passaporto è legata al fatto che può rendere più semplice le cose e se doveste mai perdere la carta d’identità, questo potrebbe evitarvi code interminabili al consolato italiano dove sarete tenuti a presentare una dichiarazione di smarrimento o furto compilata in tutte le sue parti.

Leggi anche: Passaporto online: vediamo come farlo e costi

Viaggio a Londra: tampone e green pass sono necessari?

Stiamo finalmente vivendo un periodo di normalità dopo quella che sembrava un’interminabile agonia fatta di paure e restrizioni obbligatorie. La pandemia ci ha tolto molto e ci ha restituito ben poco, ma noi italiani siamo abituati ad arrotolarci su le maniche e non ci facciamo di certo abbattere. Dal punto di vista delle vacanze estive e dei viaggi di piacere abbiamo dovuto sottostare a cambiamenti drastici, come l’aumento dei prezzi di soggiorno e se ci è ancora possibile, preferiamo andare all’estero e cambiare aria. Poiché Londra è una delle mete più in voga di sempre, è il posto perfetto per poter visitare qualcosa che non siano le classiche spiaggie dorate sotto il sole cocente. Il suo clima temperato, i suoi quartieri colorati, i suoi musei e le sue attrazioni principali sono tutto ciò che ci basta per poter staccare la spina anche solo per pochi giorni. Questa libertà momentanea riconduce il nostro pensiero anche all’aspetto sanitario della cosa, ovvero quella che riguarda i tamponi e il green pass.

Sono ancora necessari per poter entrare nel Regno Unito? E se non li ho con me ma servono comunque, che fare? Niente allarmismi.

Dal 18 marzo di quest’anno le autorità britanniche hanno rimosso tutte le restrizioni agli arrivi nel Paese, pertanto non sarà più necessario effettuare test prima della partenza. Non sarà necessario nemmeno compilare il Passenger Location Form (PLF), né per chi è vaccinato né per chi non lo è.

Potrete sicuramente chiedere loro di riconoscere le certificazioni vaccinali ottenute in Italia e se siete residenti fissi in UK, avrete protezione sanitaria gratuita esattamente come ce l’hanno i cittadini britannici. In caso di emergenza questo beneficio vera disposto anche per coloro che si trovano temporaneamente in territorio britannico. Una volta entrati, la mascherina non sarà più necessaria e il green pass non servirà all’entrata dei locali.

Ovviamente, la protezione sul viso sarà consigliata in luoghi chiusi o affollati e le distanze verranno suggerite qualora risultino necessarie per l’incolumità di tutti. Ciò che serve una volta a Londra non sono solo i documenti di riconoscimento ma, prima di tutto, il buonsenso civico.

Cosa mettere in valigia per un viaggio a Londra?

Dopo aver visto la parte più ostica (e forse anche più noiosa, ma pur sempre utile!) del viaggio pe raggiungere Londra, entriamo nel vivo della vacanza.

Poiché la capitale britannica è una delle più cosmopolite ed è una meta molto comune per i viaggi di breve durata o anche solo per i week end, in realtà non serve una grande valigia per portarsi dietro l’occorrente.

In molti casi basta anche un trolley da cappelliera o un bagaglio a mano dove poter mettere dentro l’essenziale, ovvero:

  • portafoglio con documenti
  • i documenti di viaggio
  • farmaci utili
  • mini kit di pronto soccorso
  • abiti abbinabili
  • scarpe comode
  • beauty case (entro i limiti imposti dalla vostra compagnia aerea)
  • un k-way ( si sa, Londra presenta condizioni metereologiche ballerine)

LEGGI ANCHE: Cosmetici nel bagaglio a mano? Ecco quali e in che quantità

Un altro oggetto che non può assolutamente mancare nella vostra valigia è l’adattatore. Le prese inglesi hanno lo stesso voltaggio di quelle italiane ma l’entrata delle spine è del tutto diversa dalla nostra. Presentano tre contatti con una sezione rettangolare e la maggior parte di queste è provvista anche di un fusibile atto a proteggere i dispositivi da eventuali cortocircuiti. Nei bagni addirittura, si diversificano ancora diventando più complesse e meno soggette a collegamenti con phon e stufette elettriche. L’adattatore inglese è, dunque, il tramite che non può mancare e per scegliere quello giusto bisogna prestare attenzione alla forma del fusibile. Se è a 1,5 si potranno collegare solo i dispositivi che consumano un massimo di 330W (telefono, caricabatterie del computer) ma non dispositivi ad alto consumo. Il migliore e il più economico sul mercato è quello universale che funziona anche in tutti gli altri Paesi del mondo ed è munito di porte USB extra per caricare quello che si vuole.

È molto piccolo e leggero e dispone di un fusibile interno che può proteggere i dispositivi elettrici dalle tensioni. Su Amazon ha un costo ridotto di € 14,99.

Differentemente, se si desidera adottarne uno ancor più economico (ma con meno funzionalità), allora si potrà scegliere quello al quale si deve collegare per forza un convertitore italiano. Il costo è di € 5,00, sempre su Amazon.

Viaggio a Londra: come farsi capire se non si conosce l’inglese?

Siamo arrivati nel pieno centro di Londra e ci accorgiamo di sapere poco o niente della lingua inglese. Bella storia! E adesso, come facciamo a farci capire? Spesso e volentieri ci si aiuta con la gestualità e qualche parola messa a caso, anche a costo di sembrare un popolo indigeno che comunica a vocali.

Un metodo utile per aggirare il problema potrebbe essere quello di scaricare sul proprio smartphone un’app come Babbel che, in pochi minuti ci offre le frasi principali e indispensabili per poter chiedere l’ora, un’indicazione stradale o semplicemente per chiedere aiuto qualora se ne avesse bisogno. È vero che tutto il mondo è Paese e che gli inglesi sono persone gentili, ma se ci impegniamo a non fare figuracce e ad abbracciare una lingua diversa, può solo venire a nostro vantaggio. 

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