Vino: lusso in bottiglia! I 10 più costosi al mondo da avere

Stappiamo una bottiglia di vino, magari di lusso, e brindiamo a qualsiasi cosa valga la pena brindare! Ma se questo rientrasse nei 10 più costosi al mondo?:

Versare nel calice una discreta quantità di vino, abbinarci un bel crostino con qualche fetta di salame e sedersi a guardare il tramonto sotto l’ombra di un glicine.

Potrebbe essere descritto così il tipo di paradiso che tutti vorrebbero o almeno, quello che tutti i grandi bevitori di vino vorrebbero trovare alla fine del loro tempo.

La storia legata a questo elisir alcolico è così connessa all’evoluzione dell’essere umano, alle tradizioni, alle connotazioni geografiche e ai cambiamenti dei territori da stabilirne il pregio e renderlo addirittura una bevanda di lusso.

Scopriamo in questo articolo alcune curiosità che lo riguardano e vediamo insieme quali sono i 10 più ricercati e costosi al mondo.

Il vino: un prodotto che dura nel tempo

Dovremmo rendere grazie agli Armeni, popolo meraviglioso che ha definito lo sviluppo delle coltivazioni e la produzione di quello che per noi é diventato simbolo di gioia e spensieratezza quotidiana: il vino.

Rosso, bianco, rosé, piuttosto corposo, ben bilanciato, profumato … poco importa.

Ciò che ci interessa é che sia buono da abbinare al pasto o che accompagni i nostri pensieri mentre lo degustiamo in aperta campagna, magari ad una festa di paese.

Questa bevanda alcolica ha sempre avuto un grande significato nelle tradizioni popolari e nelle cerimonie religiose, ma anche nelle abitudini di ogni giorno e nella cultura enogastronomica.

Basti pensare agli antichi greci che veneravano Dioniso con celebrazioni e spettacoli, oppure agli antichi romani che talmente entusiasti dai banchetti pieni di cibo e dalle coppe rase di vino ne trasmisero il culto tramite la figura di Bacco.

Andando avanti con il tempo, il consumo di questa bevanda divenne parte integrante della cultura ebraica e del cristianesimo che dedicava parte della celebrazione eucaristica alla commemorazione del sacrifico di Gesù alla croce accompagnandone  un sorso all’ostia.

Ma non solo.

Si dice che nell’epoca islamica ( la religione meno tollerante gli alcolici che ci sia), alcuni studiosi si specializzarono nella distillazione del vino per creare profumi o contribuire allo sviluppo di cure medicinali.

Il vigneto e il prodotto finale rimangono, dunque, parte importante della società sin dai tempi più remoti e investono in sé una moltitudine di valori simbolici che rimangono presenti nella tavola e nel senso di convivialità della maggior parte dei paesi del mondo.

Vino di lusso: quando diventa così pregiato?

Quando abbiamo davanti un calice pieno di vino pensiamo a tutto tranne che a quello che precede la trasformazione della vite in un liquido così buono.

Eppure il processo e l’impegno che sta dietro è di fondamentale importanza perché ne determina non solo il gusto e la consistenza finale, ma anche il successo che il prodotto stesso avrà nella fase di vendita.

Saper produrre il vino, infatti, viene ritenuta un’arte che pochi sanno fare perché richiede tempo, pazienza e sacrificio.

Come spiega periniprosecco.it:

“Quando si hanno dei vitigni da curare bisogna affrontare diversi problemi e complicanze che la vite presenta. Si tratta infatti di una pianta molto delicata, sensibile agli sbalzi di temperatura e alle intemperie come freddo, gelo, caldo intenso e siccità.”

Occorre, quindi, avere tanta passione ma anche un buon occhio per riconoscere se la pianta darà i frutti oppure no, sapere quale clima e quale temperatura è la migliore e rispettare i tempi necessari.

Per capire come si fa il vino, ho preferito riportarvi i 6 passaggi principali:

  • la vendemmia: tipo di raccolta che una volta  veniva fatta a mano e adesso si svolge meccanicamente per mancanza di manodopera.
  • la pigiatura: tempo fa, i contadini entravano nei mastelli e pestavano i grappoli d’uva con i piedi ottenendo il mosto che poi veniva purificato e corretto per regolarne l’acidità e gli zuccheri.
  • la fermentazione: il mosto viene raccolto in grandi tini per rimanere fermo 1 solo giorno o 1 settimana intera ( 10 giorni se richiesto). Durante questa fase si attiva un processo biochimico che trasforma lo zucchero in alcol e anidride carbonica.
  • la vinificazione in rosso/bianco: divisione del mosto dalle vinacce in base alla colorazione che si intende dare al vino.
  • la svinatura e l’ invecchiamento: il vino viene travasato e purificato dai residui solidi. Quello rosso può iniziare l’invecchiamento fino a 5 anni in bottiglie di vetro sapientemente mantenute nelle cantine a temperature ideali mentre quelli bianchi sono pronti per essere imbottigliati e venduti.

Una volta fatto ciò, non ci resta che capire esattamente quando il vino diventa pregiato, ovvero quando il vino diventa un signor vino!

Come spiega igrandivini.com:

“ Ogni vino pregiato ha origini antiche e non nasce casualmente, ma è il frutto di combinazioni particolari di fattori ambientali e di lavorazioni sapienti”

Ciò vuol dire che l’attribuzione del pregio avviene sin da quando l’azienda produttrice sceglie il vitigno che ritiene migliore secondo il microclima presente e il terreno che andrà a nutrirlo.

Di pari importanza è la selezione dei grappoli ( fatta a mano) e il trasporto che deve avvenire in piccoli contenitori per evitare una prematura fermentazione data dal peso degli acini su acini.

A fare la differenza però è la vinificazione.

Essa richiede maggiore quantità di tempo per i vini rossi ( 40 giorni) che poi vengono posti in botti di legno di alta qualità ( qui prende l’aroma) ed fine imbottigliati e lasciati riposare fino a che un cliente decide di comprarli.

Douglas Mortimer ci spiega come scegliere il vino che fa al caso nostro:

Quando una bottiglia di vino diventa un investimento?

Tenere un vino pregiato in cantina o tenerlo a casa in un posto dedicato non è la stessa cosa, ma a volte il risultato che si ha quando lo si apre è lo stesso.

Molti vini pregiati possono, infatti, essere acquistati dal produttore ed essere fatti invecchiare in casa per anni, diventando così una grande fonte di investimento.

Come spiega wineclubdirectory.net:

“ Il mercato del buon vino ha sovra-performato la maggior parte delle azioni globali e degli EFT ed è meno volatile del settore immobiliare e dell’oro. Ancora più importante, ha prodotto rendimenti annualizzati del 13,6% negli ultimi 15 anni.”

Ma come si fa a capire se il vino pregiato che ho in casa é un ottimo investimento?

Per prima cosa è necessario sapere se il tuo vino è degno di età oppure no, ovvero se ha il giusto mix di acidità, alcol e tannini che serve per diventare migliore durante il processo di invecchiamento (oltre 25 anni).

Se in possesso di questo requisito, il prossimo passo da compiere è rientrare nel principio di scarsità e capire quanto il vino sia “raro”, quindi se il vino è in edizione limitata va da sé che costerà molto e sarà molto più prezioso degli altri.

Per essere sicuri della qualità si può decidere di avere una valutazione da parte dei critici del vino, veri professionisti che possono classificare il prodotto come “classico” o come “pregiato” in base ad una scala con punteggio massimo a 100.

Solitamente, i vini più pregiati sono prodotti da produttori di vino che hanno una certa reputazione  e per questo ottengono anche il pedigree ed un apprezzamento del prezzo che va da un periodo compreso tra 10 anni o più.

Se investire nel vino non é cosa per voi, ecco l’articolo di Elison Savoia che vi spiega in cosa conviene investire ancora nel 2022.

Quali sono i più costosi e i più ricercati al mondo?

E qui sorge la domanda che tutti stavate aspettando di pormi: quali sono i vini più costosi e più ricercati al mondo?

Per potervi rispondere ho effettuato una ricerca su Wine Searcher, il motore di ricerca dedicato interamente al mondo del vino che ogni anno erige una classifica delle etichette più rare e costose ( valore + 10.000 euro!!).

La nostra top 10 é così stilata:

  • Domaine de la Romanée (Romanée Conti, 2000): valore € 357.000 x 6L
  • Cabernet (Screaming Eagle, 1992): valore € 228.228
  • Chateau Margaux (1787): valore € 165.275
  • Chateau Lafite (1787): valore € 117.530
  • Mertol ( Chateau Chela Blanc, 1947): valore € 99.257
  • Bordeaux ( Chateau Mouton Rothschild, 1945): valore € 84.191
  • Sherry ( Massandra, 1775): valore € 31.953
  • Grange Hermitage (Penfolds, 1951): valore € 28.222
  • Romanée-Conti (DRC, 1990): valore € 20.650
  • Cabernet Sauvignon (Inglenook,1941): valore € 18.125

Restando in Italia, invece la lista si compone così:

  • Barolo Riserva Monfortino (G.Conterno): € 1.095
  • Amarone della Valpolicella (G. Quintarelli): € 1.076
  • Barbaresco Crichet Paje (Roana): € 781.00
  • Brunello di Montalcino Riserva Case Basse ( G. Soldera): € 775.00
  • Massetto: € 774.00
  • Barolo Pié Franco (Capellán): € 630.00
  • Refosco Colli Orientali del Friuli “calvari” (Miani): €603.00
  • Toscana IGT Case Basse (G.Soldera): € 587.00
  • Barolo Riserva Monprivato Cà d’Morissio di Mascarello (Giuseppe e figlio): €584.00
  • Barolo “Le Rocche di Castiglione Falletto” (B.Giacosa): € 570.00

Di questi non ne ho bevuto nemmeno uno, neanche a pagarlo oro.

Se dovessi però stilare una lista personale dei vini che più ho apprezzato ( costosi e non) metterei intima alla lista il  Bolgheri “Sassicaia” di Tenuta San Guido (1983), l’Amarone della Valpolicella di Zeni (perfetto con un filetto al sangue!) e per finire, il Recioto della Valpolicella di Zeni ( dolce, persistente, perfetto con i dolci ).

Vini di lusso: vale la pena aprirli per assaggiarli?

Diciamo pure che se avessi uno, anche il meno costoso fra questi, sarei una persona molto felice.

Ipotizziamo per un attimo che sia così, di tenerlo in mano e chiederci se valga la pena aprirlo per assaggiarlo o berlo in compagnia.

Ne vale la pena?

Meglio tenerlo immacolato così com’é?

In realtà non esiste una risposta che vada bene perché tutti siamo fatti in modo diverso  e ognuno la pensa come vuole.

Se io avessi un vino molto costoso in casa potrei scegliere di berlo in un’occasione speciale ( sapendo che finirà presto) oppure tenerlo ancora in cantina, consapevole del fatto che non avrò mai abbastanza coraggio da stapparlo e comprometterne il valore.

Tutto dipende dall’interesse che io ho verso quella bottiglia di vino e di cosa intendo farne.

Molto probabilmente chi possiede vini così costosi non si sogna nemmeno di togliere il tappo di sughero, né tantomeno di condividerlo con gli altri commensali.

Ciò che è certo è che più il vino rimane intatto, più il prezzo sale e più il prezzo sale, maggiore sarà la possibilità di guadagno effettiva.

A voi la scelta!

Se volete saperne di più, ecco il tweet da seguire: 

A presto!

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
778FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate