Cos’è la frequenza di rimbalzo di un sito web? Ecco perché è importante conoscerla

Cos’è la frequenza di rimbalzo? Perché è fondamentale conoscere questo importante dato? Ecco le risposte a queste e ad altre domande.

La frequenza di rimbalzo, bounce rate, è uno dei tanti dati che è utile conoscere per capire se un sito web è ben fatto o meno e garantisce quindi una buona user experience. Ma perché? Vediamo nel dettaglio il suo significato.

Cos’è la frequenza di rimbalzo?

La frequenza di rimbalzo di un sito web, in inglese “bounce rate”, è la percentuale di utenti che approdano in un sito web e non si trattengono, ma scappano immediatamente, senza visitare altre sezioni del sito stesso. I motivi per cui succede questo fenomeno possono essere svariati:

  • Gli utenti trovano subito ciò che cercano: questo è, probabilmente, l’unico caso positivo che può accadere. L’utente trova immediatamente le risposte alle sue domande o alle sue curiosità ed esce poco dopo;
  • Il sito è troppo pesante: se la piattaforma web o il sito è molto lento, l’utente non si trattiene a lungo. Gli sviluppatori hanno, quindi, il delicato compito di progettare un sito veloce e snello, per abbassare le probabilità di intoppi;
  • Contenuti poco interessanti: se i contenuti sono poco creativi e interessanti, sia dal punto di vista grafico, sia testuale e di puro contenuto, l’utente non è invogliato a trattenersi;
  • L’utente non trova ciò che cerca: se non c’è coerenza tra keywords ricercate e contenuto della pagina, l’utente andrà a cercare altrove ciò che sta cercando.

Come calcolare la frequenza di rimbalzo?

Per ottenere i dati delle singole pagine web, uno dei servizi più utilizzati dai brand è Google Analytics. Questa piattaforma permette di avere una serie di dati e parametri, tra cui il bounce rate, che è uno dei più importanti KPI in ambito SEO (Search Engine Optimization). Se, invece, si vuol calcolare manualmente la frequenza di rimbalzo, la formula matematica è veramente basica:

(N° Rimbalzi / N° Accessi) x 100

Ad esempio, se il numero di rimbalzi è 30 e quello degli accessi è 120, la frequenza di rimbalzo sarà del 25%.

Qual è la percentuale corretta della frequenza di rimbalzo?

È bene sapere che una frequenza di rimbalzo molto alta non è sempre negativa. Classico esempio è quello dei blog: l’utente, una volta letta l’informazione che cercava o dopo aver visionato il contenuto, non sempre ricerca nuove informazioni.

Un’alta frequenza di rimbalzo può essere, invece, negativa per un sito aziendale oppure un’e-commerce: un utente che non trova sensato approfondire le pagine di un sito non è interessato alla navigazione, e le possibilità di acquisto si riducono al minimo.

Come abbassare la frequenza di rimbalzo?

Progettare un sito snello, minimale, semplice e allo stesso tempo coinvolgente ed interattivo è il segreto per abbassare la frequenza di rimbalzo. Inoltre, creare collegamenti immediati tra le pagine di un sito web, invoglia l’utente a saperne di più e a curiosare.

È bene quindi suddividere i contenuti in più pagine, in modo da incentivare la navigazione. È importante tenere presente che ogni sito ha una percentuale corretta, e paragonare il nostro sito a quello di un competitor potrebbe non portare a nulla.

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