Cos’è Artifact, il nuovo social delle notizie dove non si scrivono post

I fondatori di Instagram sono tornati, con un nuovo progetto social volto a combattere la disinformazione e a fare concorrenza a Twitter.

Kevin Systrom e Mike Krieger – i fondatori della popolarissima app Instagram, oggi proprietà di Meta – sono tornati con un nuovo progetto. La nuovissima app Artifact è una piattaforma “text-based” – come Twitter, per intenderci – che andrà proprio a competere con il social recentemente acquistato da Elon Musk.

Il duo di imprenditori visionari, che nel lontano 2010 lanciò la popolarissima app per la condivisione di foto e video acquistata da Facebook per un miliardo di dollari, parla della nuova app come strumento social per combattere la disinformazione.

Vediamo come sarà Artifact, e quali saranno le sue funzioni principali.

Artifact: l’app contro la disinformazione

Cavalcando l’ondata dell’intelligenza artificiale, Artifact sfrutterà una tecnologia di aggregazione dati per raccogliere news e articoli rilevanti secondo gli interessi degli utenti, senza però l’utilizzo di filtri utente, in maniera tale da mostrare le notizie in maniera super partes e non influenzata.

È un momento particolarmente interessante per la tecnologia: l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk e il rapido sviluppo del Metaverso aprono un panorama stimolante, ma da navigare con scrupolo” ha spiegato Systrom. “Per noi è importantissimo focalizzarci su una piattaforma di questo tipo per contribuire alla lotta alla disinformazione”.

Systrom parla di Artifact come un possibile competitor diretto di Twitter, utile a diffondere news a 360° senza però polarizzare la piattaforma.

Come dimostrano evidenze recenti, il declino di Twitter è infatti inarrestabile, specialmente dal punto di vista degli investimenti pubblicitari. Anche Meta – che detiene Facebook e Instagram – e Alphabet – proprietaria di Snapchat e YouTube – stanno affrontando un periodo complesso, fatto di tagli al personale e rapide corse ai ripari.

Systrom però non sembra preoccupato. Insieme a Krieger, crede molto nel potenziale di Artifact, su cui fino ad oggi sono stati investiti milioni di dollari per lo sviluppo negli scorsi due anni. Eppure, l’azienda – con sede a San Francisco – ha solo sette impiegati.

Questo perché il progetto non vasta gli investimenti miliardari di altre piattaforme sviluppate nella Silicon Valley – e i due non sono riusciti a trovare investitori per una nuova piattaforma di social media, dato il panorama abbastanza desolante.

Instagram è stato un progetto decisamente fortunato, e i soldi sono arrivati subito” spiega Systrom. “Per Artifact stiamo avendo un po’ di difficoltà, ma stiamo spendendo ciò che c’è da spendere in maniera oculata e prendendoci tutto il tempo che serve per lanciare una piattaforma finita e performante dal day one”.

Come sarà Artifact

Artifact utilizzerà la tecnologia di machine learning per scandagliare una lista curata, che comprenda le maggiori testate giornalistiche accreditate – si parla del New York Times, Vogue, Financial Times etc. Tuttavia, ci sarà anche spazio per blog seguiti su vari interessi di nicchia.

Più l’utente utilizzerà l’app, più l’algoritmo diventerà preciso, mostrandogli solo le notizie principali e altri articoli e news su ciò che gli interessa di più.

La struttura sarà un po’ quella di TikTok: rapido scorrimento, rapido engagement. Gli utenti potranno seguirsi a vicenda e mandarsi messaggi privati, features molto simili a quelle di qualsiasi piattaforma social sul panorama attuale. La grossa novità è che, almeno fino a quanto trapelato fin qui, non si potranno scrivere post ma solo leggerli e condividerli.

In futuro, ci sarà anche spazio per la pubblicità – rigorosamente personalizzata tramite cookies. Coloro che vorranno invece utilizzare la piattaforma ad-free potranno accedere a diversi piani di abbonamento generali o specifici per le testate pubblicitarie a cui sono più interessati.

Secondo quanto descritto dai fondatori, Artifact rimarrà più che altro una fonte di informazione strutturata – con meno spazio per le funzionalità social – così da mantenere il più possibile un approccio veritiero e super partes verso l’informazione.

L’algoritmo verrà istruito per schermare eventuali bias derivanti da altri social network, e per svolgere un’accurata operazione di fact checking su ogni notizia prima che essa venga approvata. E, per tenere accesi i dibattiti, gli utenti potrebbero ricevere news con opinioni che non condividono.

È fondamentale per noi dedicare una parte del feed a tutta quella parte di notizie che accendano il dibattito, esplorando anche interessi paralleli all’attualità – cosa che, spesso, una testata giornalistica è limitata a fare”.  

La startup cavalcherà quindi l’onda delle intelligenze artificiali, un ambito floridissimo nella Silicon Valley e preso alla sprovvista dall’enorme successo di ChatGPT, il modello di linguaggio lanciato da OpenAI alla fine dello scorso anno.

Quando abbiamo lanciato Instagram, abbiamo cavalcato l’onda del rapido sviluppo delle tecnologie fotografiche per gli smartphone. Oggi, sfruttiamo un altro trend, mettendolo a servizio dell’informazione e della verità, di cui c’è molto bisogno nei tempi recenti”.

La lista d’attesa per iscriversi ad Artifact è già aperta!

Francesca Di Feo
Francesca Di Feo
Copywriter SEO e Social Media Manager per piccole e medie imprese, classe 1994. Ho studiato Scienze Politiche e Sociali presso l'Istituto Federico Albert. Grazie al mio ruolo di Project Manager e Writer nell’ambito del programma Erasmus + ho sviluppato un forte interesse sui temi della Transizione Ecologica e Digitale. Appassionata da sempre di scrittura e tecnologia, ho continuato a formarmi autonomamente su come farne un lavoro attraverso il Marketing Digitale. Attualmente sono redattrice per Trend Online e Social Media Manager per due piccole aziende, e sto lavorando per costruire Valade D’Lans, Travel Blog sulle Valli di Lanzo, gioiello montano piemontese.
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