Come capire qual è la lunghezza ideale di un articolo per il blog nel 2022

Qual è la lunghezza ideale di un articolo nel 2022? In questo articolo analizziamo i dati per capire se performano meglio contenuti lunghi o brevi.

Quanto deve essere lungo l’articolo che stai scrivendo affinché il motore di ricerca lo ritenga rilevante? Sicuramente è una domanda che ti sei posto più volte se ti occupi di copywriting e conosci qualcosa delle regole della SEO.

In questo articolo, scoprirai che, a dispetto di quanto comunemente si ritiene, la lunghezza di un articolo non è il dato più importante di cui il motore di ricerca tiene conto per posizionare il tuo blog.

O meglio, lo è. Ma soltanto fino ad un certo punto. Per scoprire quale sia il fantomatico punto non resta che continuare a leggere.

Qual è la lunghezza ideale di un articolo per il blog: la parola ai dati

Perché cerchiamo ossessivamente quante parole dobbiamo inserire in un articolo per il nostro blog? La risposta è semplice. Vogliamo risultati.

In effetti, potrebbe risultare quasi meccanica l’associazione tra la quantità di parole scritte in un articolo e il posizionamento. Si potrebbe pensare che più un determinato contenuto sia lungo e più sia esaustivo.

Naturalmente sappiamo benissimo che non è così e vediamo spesso nel web articoli che, seppur lunghi, non soddisfano nemmeno in parte il loro intento iniziale. Eh già, parliamo di intento. Sarà una parola che ci tornerà utile tra poco.

Ad ogni modo, sarà capitato a tutti i copywriter prima o poi di imbattersi in consigli sull’argomento. Alcuni sostengono che sia necessario scrivere almeno 300 parole, ad esempio. In effetti è uno dei consigli che dà uno dei migliori aiutanti automatizzati per i principianti nel campo della SEO, ovvero il plugin Yoast SEO.

Alcuni invece diranno che le parole che servono sono molte di più. Non ne bastano 300, e nemmeno 600.

La tendenza rilevata è che pian piano gli articoli si stiano allungando poiché articoli più lunghi, tendenzialmente, portano più risultato in termini di ranking, ovvero posizionamento, ma anche di interazioni, ovvero engagement.

Una ricerca di Hubspot, importantissima piattaforma nel campo dell’inbound marketing (marketing in entrata) sostiene che i contenuti che performano meglio sono quelli che hanno un tempo di lettura calcolato intorno ai 7 minuti.

Dal momento che un lettore medio madrelingua inglese legge all’incirca 300 parole al minuto, se ne deduce che, secondo questa statistica, la lunghezza ideale di un articolo è di circa 2100 parole.

Dunque, da questo momento in poi scriveremo solo articoli di 2100 parole? Considerando che Hubspot ha continuato la sua analisi affermando che gli articoli di circa 2300 avevano ottenuto i migliori risultati, potrebbe sembrare che sia così.

In realtà, non è questo il messaggio che vuole dare questo studio. E ora vediamo perché attraverso 3 consigli.

3. Oltre la quantità delle parole chiave: l’importanza dell’intento di ricerca

Come sapere se la quantità di parole scritte sia sufficiente?

La prima domanda da porsi è proprio questa, ovvero verificare che le parole che abbiano scritto siano rilevanti per l’intento di ricerca per cui le abbiamo scritte.

Se non lo facciamo, è assai probabile che anche un articolo di 3000 parole non sia rilevante per il nostro titolo. Per questa ragione, non possiamo sperare che un nostro articolo, per quanto lungo, abbia dei buoni risultati se non soddisfa il search intent.

2. Non consideriamo solo la lunghezza: valutiamo la struttura dell’articolo

Molti utenti, lo sappiamo benissimo, anche quando si trovano davanti ad articoli molti brevi, non li leggono dall’inizio alla fine. Anzi, è assai probabile che gli articoli dei blog siano stati letti completamente solo da chi li ha scritti.

Questo perché gli utenti cercano di trovare nel minor tempo possibile l’informazione che stanno cercando.

Per questo motivo, in questo frangente, più che valutare se scrivere un articolo lungo o breve per il nostro blog, dovremmo invece considerare la struttura.

Questo significa, e qui torniamo alle basi, che un muro di testo, per quanto il search intent sia soddisfatto, non riuscirà a dare ancora i risultati sperati.

Ecco quindi che oltre a titoli e sottotitoli, immagini e grassetti, una buona idea potrebbe essere quella di usare un indice. In questo modo un utente riesce ad andare subito al punto e pescare l’informazione necessaria.

1. Articolo lungo o breve? Analizziamo quello che vuole la nicchia

Tutti questi ragionamenti che stiamo facendo non hanno molto senso se non abbiamo preventivamente analizzato ciò che cerca e vuole la nostra nicchia di riferimento.

Chi fa copywriting sa benissimo cosa intendiamo.

A tal proposito, vorremmo segnalarvi uno strumento che potrebbe tornare molto utile in questo senso e aiutarci a definire quello che vuole la nostra nicchia attraverso una chiara analisi dei nostri competitor.

Si chiama SemRush e nella sezione dedicata alla On Page & Tech SEO, quando si analizza una determinata parola chiave, restituisce non soltanto l’elenco delle parole chiave correlate (utili per la SEO semantica), ma anche la lunghezza ideale che dovrebbe avere il nostro articolo.

Tale risultato si basa sulla media della lunghezza degli articoli già posizionati dunque, anche se non abbiamo l’abbonamento a SemRush, potrebbe essere un calcolo che riusciamo a fare noi stessi.

Dunque, lungo o breve che sia, è importante che il nostro articolo sia: rilevante, completo, di qualità e risponda all’intento di ricerca della nostra nicchia di riferimento.

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