Vendere su Amazon: come iniziare e quanto costa

Vendere su Amazon può essere un’opportunità importante per ogni business che produce e/o commercializza prodotti. Scopri come iniziare e quanto costa.

Vendere su Amazon può essere un’opportunità importante per ogni business che produce e/o commercializza prodotti in una delle numerose categorie merceologiche previste dal marketplace.

I dati mostrano che le persone utilizzano questa piattaforma per i propri acquisti in maniera significativa, per questo motivo è importante capire come creare un account e perché conviene, con una valutazione che deve tenere conto anche delle varie tipologie di costi ai quali l’azienda dovrà far fronte.

Ma entriamo nei dettagli analizzando tutto ciò che va considerato quando si entra in questa realtà.

I vantaggi della piattaforma

Con i giusti prodotti, investimenti, strategia e una gestione oculata degli strumenti a disposizione, vendere su Amazon può portare enormi soddisfazioni, aiutando le PMI italiane ad aprirsi al mercato globale, grazie all’e-commerce, infatti nel 2020 la multinazionale ha speso per le PMI circa 2,8 miliardi di euro in Europa in logistica, strumenti, servizi, programmi, formazione e persone del loro team.

Inoltre risulta significativo l’enorme tasso di fiducia dei consumatori nei confronti del negozio online, infatti l’89% degli acquirenti online preferisce, in genere, acquistare prodotti da Amazon piuttosto che da altri siti di e-commerce, una percentuale sorprendente.

Infine, secondo un’indagine sulle abitudini di shopping online di un campione di 2.200 americani, il 47% dei consumatori inizia la propria ricerca di acquisto di prodotti online da Amazon e il 24% da Google. Significa che Amazon è nettamente il primo motore di ricerca quando il search intent è l’acquisto di beni.

Come iniziare: guida passo dopo passo

Ammesso che abbia ben chiaro i prodotti da vendere e la strategia di marketing da seguire, il primo passo per iniziare a vendere su Amazon è scegliere il mercato di riferimento. Molto spesso i nuovi venditori danno per scontata questa scelta: sono un’azienda italiana, venderò in Italia prima, in Europa poi e magari in tutto il mondo.

Questa soluzione può essere vincente da un punto di vista strategico, in quanto testare la validità dei prodotti in un mercato di riferimento più limitato a livello geografico può essere utile. In particolare serve a capire con maggiore concretezza i punti di forza e di debolezza del proprio inventario, prendere consapevolezza degli strumenti per i venditori messi a disposizione da Amazon, testare l’impatto della logistica, dell’assistenza cliente e in generale di come reagisce il mercato al tuo ingresso.

In realtà però, soprattutto se ci si affida alla logistica di Amazon, Amazon FBA, il luogo fisico nella quale ha sede la tua attività non è necessariamente un vincolo nella scelta del mercato in cui offrire i prodotti, perché affidando la merce ai magazzini di Amazon con spedizioni una tantum, sarà quest’ultimo a gestire il magazzino e provvedere alla spedizione degli ordini al cliente finale.

Il mercato statunitense muove il maggior numero di vendite, ma è anche molto più competitivo. La scelta dev’essere necessariamente differente e studiata caso per caso, analizzando tutti i marketplace sparsi per il mondo.

La seconda scelta da effettuare per iniziare a vendere su Amazon è se farlo da privato o da azienda con partita IVA

Amazon offre la possibilità ai privati di vendere prodotti nuovi ed usati senza avere un’attività commerciale organizzata, strutturata e continuativa ma questa soluzione ha diversi limiti, primo su tutti il limite di fatturato di 15 mila euro.

Nel caso di un’azienda strutturata la scelta deve necessariamente ricadere sull’apertura di un account professionale dedicato ad attività di produzione e /o commerciali con partita IVA.

Una volta effettuata questa seconda scelta puoi procedere con la registrazione al tuo account Amazon Seller per il mercato italiano e che ti apre alla possibilità di gestire tutti i marketplace europei da un’unica piattaforma, oppure su Sell Amazon per il mercato nord-americano.

Una volta effettuata la registrazione tramite una mail di contatto, sarà necessario procedere ad inserire:

  • dettagli dell’attività;
  • dettagli della persona di contatto principale;
  • metodi di addebito e accredito.

Quanto costa vendere su Amazon

Bisogna necessariamente valutare l’impatto sui margini che avrebbe la vendita tramite questo canale, per questo è bene sapere i costi a cui si va incontro.

Le tipologie di costi principali che incidono sulla vendita su Amazon sono 

  • costo dell’account;
  • commissioni sulle vendite;
  • costi di logistica (se si utilizza Amazon FBA);
  • investimenti in pubblicità.

L’account per i venditori non professionali (senza partita IVA) è gratuito, ma bisogna pagare al marketplace una commissione di chiusura per ogni vendita di 0,99 euro, mentre l’account professionale (quello consigliato) ha un costo fisso di 39 euro + IVA al mese e sono escluse commissioni fisse sull’ordine.

Il costo che incide maggiormente quando inizi a vendere su Amazon è sicuramente la commissione sulle vendite, le cosiddette commissioni per segnalazione.

A seconda della categoria merceologica in cui si opera queste possono variare da un minimo del 7,21% ad un massimo del 15,45% sul totale dell’ordine (comprese le spese di spedizione).

Vendere su Amazon FBA: ecco i costi

Se si decide di affidare i propri prodotti alla logistica di Amazon, le offerte in questione hanno il vantaggio di essere inserite nel programma Amazon Prime.

I costi di Amazon FBA non sono fissi, paghi quello che utilizzi senza abbonamenti o requisiti minimi di inventario e sono calcolati sommando 4 tipologie di costi:

  • tariffa di gestione (o tariffa di spedizione)
  • tariffa di stoccaggio
  • addebiti per stoccaggio a lungo termine
  • tariffe per eventuali servizi opzionali

Ognuna di queste tariffe ha dei valori modulati usando i seguenti fattori:

  • peso e dimensione del prodotto (light, standard e fuori misura);
  • periodo dell’anno (Gennaio-Settembre, Ottobre-Dicembre);
  • paese di stoccaggio e destinazione della merce (Italia, Europa);
  • canale di vendita (Amazon, altri canali).

In merito agli investimenti in pubblicità non esiste un budget fisso da dedicare, tutto dipende dagli obiettivi di marketing e vendite prefissati e dalla capacità di gestire strategicamente e tecnicamente la piattaforma di advertising interna al marketplace.

Si possono mettere a budget 2 tipi di pubblicità pay-per-click su Amazon:

  • sponsored brands;
  • sponsored products.

Infine, come specificato dal team di Marketplace Efficace, agenzia di consulenza per la vendita su Amazon, Ebay e altri marketplace, “bisogna valutare l’impatto di altri investimenti che vanno oltre la gestione direttamente imputabile al marketplace più utilizzato al mondo”.

Ad esempio:

  • servizi di logistica esterni ad Amazon;
  • gestione carta di credito;
  • servizi fotografici per prodotti;
  • software gestionali o di fatturazione;
  • servizi gestione account e SEO;
  • assistenza clienti.

Resta quindi fondamentale conoscere alla perfezione i margini su cui poter lavorare per evitare di fatturare andando in perdita.

Redazione Trend-online.com
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