Effetti crisi Ucraina: carburante schizzato fino a 2,74 euro!

L'Europa, tra cui l'Italia, hanno deciso di sanzionare all'unanimità la Russia, ma queste sanzioni porteranno e stanno già portando, grossi, enormi problemi economici ai paesi sanzionatori stessi, soprattutto all'Italia che dipende per il 40% dal gas che arriva dalla Russia. La crisi in Ucraina sta avendo effetti devastanti sui prezzi del carburante nel nostro paese e le prospettive del prossimo futuro sono ancora peggiori. Scopriamo i dettagli nell'articolo!

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L'Europa, tra cui l'Italia, hanno deciso di sanzionare all'unanimità la Russia, ma queste sanzioni porteranno e stanno già portando, grossi, enormi problemi economici ai paesi sanzionatori stessi.

In che senso?  L'Italia, per esempio, sta pagando uno dei prezzi più alti in termini di prezzi e di caro vita. 

Il carburante nel nostro paese sta per toccare i 3 euro a litro.

Come potrebbero mai fare le famiglie italiane a vivere una vita dignitosa con questi prezzi aumentati a dismisura? Non solo il carburante, ma anche l'energia elettrica, il gas, la TARI. Tutto è aumentato, tranne, ovviamente le retribuzioni. E mentre l'inflazione aumenta a dismisura, non accennando a diminuire nel brevre periodo, il potere d'acquisto delle famiglia crolla inesorabilmente.

Siamo davvero, davvero certi che le sanzioni alla Russia facciano male alla Russia e non a chi queste sanzioni le sta emettendo?

La crisi in Ucraina ha portato il prezzo del carburante alle stelle!

Il peggioramento della crisi dell'Ucraina ha fatto aumentare repentinamente i prezzi di benzina e gasolio che in sole 24 ore sono salite di 5 centesimi. Un aumento così repentino non si era mai visto. Il Brent si aggira pericolosamente attorno ai 98 dollari al barile (facendo quasi avverare la profezia dei 100 dollari al barile fatta dagli analisti tempo fa).  

Le medie dei prezzi praticati dai benzinai italiani e comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico elaborati ieri mattina su quindici mila impianti italiani, presentano il seguente quadro, che non è affatto incoraggiante e non fa ben sperare. Vediamo i dati:

  • benzina self service a 1,859 euro/litro, diesel a 1,733 euro/litro;
  • benzina servito a 1,986 euro/litro, diesel a 1,865 euro/litro;
  • Gpl servito a 0,818 euro/litro (invariato, compagnie 0,825, pompe bianche 0,810);
  • metano servito a 1,776 euro/kg;
  • Gnl 2,146 euro/kg.

Questo per quanto concerne i benzinai in città. Come sempre accade, invece, in autostrada troviamo prezzi ancora più elevati; vediamo la media dei prezzi in autostrada:

  • benzina self service 1,942 euro/litro, mentre servito ha superati i due euro, 2,157;
  • diesel self service 1,831 euro/litro, e servito anch'esso ha superato i due euro,  2,053;
  • Gpl 0,923 euro/litro, metano 2,028 euro/kg, Gnl 2,139 euro/kg. 

Quello che sta accadendo in Ucraina, dunque, come possiamo vedere chiaramente dai prezzi esposti dall'Osservatorio, ha infiammato ancora di più una situazione che era già critica prima che scoppiasse questa crisi geopolitica.  

I paesi sanzionatori pagheranno le spese loro stessi delle sanzioni imposte alla Russia!

Chi ne pagherà le spese, paradossalmente, saranno proprio i paesi sanzionatori europei, prima fra tutte l'Italia. Non la classe dirigente, ovviamente, ma le famiglie, i singoli, i cittadini, che non ce la faranno ad arrivare non a fine mese, nemmeno a metà mese.

L'Italia dipende per il 40% dal gas esportato dalla Russia, come potrebbe non pagare le spese di quello che sta accadendo?

Il primo caso al mondo in cui un paese sanzionatore, come l'Italia nei confronti della Russia, pagherà più conseguenze del paese sanzionato (che, come ho scritto dettagliatamente in questo articolo, riuscirà ad eludere le sanzioni economiche occidentali, grazie alle criptovalute).

L'Italia sul fronte gas, dipende per il 90% dall'estero!!!! Una cifra esorbitante! E il 40% di questo 90% proviene proprio dalla Russia. Nonostante questo, ha accettato anch'essa di sanzionare la Russia, come se la Russia si preoccupasse delle sanzioni italiane

L'Italia rischia un crollo abissale dell'economia!

L'Italia è in assoluto il paese europeo che dovrebbe preoccuparsi di più. Il Belpaese dovrebbe preoccuparsi per la tenuta dell'economia e del potere d'acquisto delle famiglie, che sta finendo nel baratro più completo e chissà quando e se mai si rialzerà.

Gli italiani, dopo due anni di pandemia, di lockdown, potrebbero mai sopportare quest'altra enorme stangata sui loro portafogli? Dopo mesi alle prese con il caro-bolletta causato dal rialzo dei prezzi, da dove arriverà l'aiuto per le famiglie italiane? Qual è la soluzione? Ma, soprattutto, ci si chiede: "Qualcuno è davvero intenzionato a trovare una soluzione STRUTTURALE"? I bonus non sono la soluzione, possono essere la pezza a colori, ma non la soluzione. Bisogna trovare soluzioni e dare risposte strutturali agli italiani!

Qualche dato su quello che è accaduto in Italia nell'ultimo periodo, dal punto di vista economico

Snoccioliamo qualche dato: nel 2021 le famiglie hanno subìto un aumento medio del 32% su base annua delle bollette energetiche, pagando un aumento del 31% rispetto all'anno precedente, ma facendolo con le stessissime entrate. 

Ma le cose possono andare ancora peggio, purtroppo. L'Arera ha previsto, infatti, in questo primo trimestre 2022 un aumento del 55% per l'elettricità (+300 euro all'anno ) e del 41,8% per il gas (+600 euro all'anno). È una mazzata davvero esagerata per le famiglie italiane già provate! Tutto questo è accaduto già prima che scoppiasse il conflitto. Ma ora cosa potrebbe accadere? La situazione può peggiorare? Quali prospettive ci sono in Italia ora?

Secondo alcuni analisti, se il conflitto in Ucraina dovesse durare più del dovuti, si può prevedere che il gas arrivi addirittura a quotare 180-200 euro a megawattora e il petrolio potrebbe arrivare addirittura a costare 150 dollari.

Purtroppo siamo destinati ad assistere inermi ad un enorme e terribile ulteriore rialzo dei prezzi. Inoltre se la Russia decidesse di non rispettare più gli obblighi contrattuali sui volumi di gas esportato, lo scenario sarebbe ancora peggiore. Questo secondo il parere di Roberto Prioreschi, Managing Director di Bain & Company Italia e Turchia.

Insomma, le soluzioni ipotizzate oggigiorno sono tutto, tranne che tranquillizzanti. 

Italia nella morsa del caro carburante: qual è la soluzione?

Ricorrere al Gas Naturale, aumentare l'esportazione da paesi come l'Algeria, la Libia o l'Azerbaijan non limiterà l'effetto delle sanzioni sulla Russia e il rialzo dei prezzi si abbatterà sulle famiglie italiane come una bomba.  

La crisi ucraina sta incidendo profondamente sul settore energetico europeo e italiano

La crisi ucraina sta avendo effetti tangibili sul prezzo di benzina, gasolio, Gpl e metano. Ma questa volta, rispetto alle altre guerre scoppiate, per esempio, in Medio Oriente, il fatto che la guerra sia accanto a casa nostra, che gli approvvigionamenti che arrivano in Europa dalla Russia attraversando il territorio ucraino, fa ridurre le forniture e, ovviamente, alzare i prezzi.  

L'aumento dei prezzi del carburante è iniziata già nel 2020

L'aumento dei prezzi del carburante, però, è iniziata già da novembre del 2020 per cause ovviamente diverse da quelle riguardanti la guerra, ma a causa della rapida e inaspettata ripartenza della domanda dopo la prima ondata di Covid. L'innalzamento della domanda ha fatto alzare repentinamente i prezzi, dando il via all'inflazione. Per esempio la domanda di petrolio è aumentata repentinamente, ma non altrettanto repentinamente è aumentata la produzione di greggio e questo ha causato un aumento del prezzo al barile. 

Ovviamente con la crisi ucraina tutto è peggiorato e il  Brent europeo ha toccato inesorabilmente i 100 dollari al barile (101 dollari in apertura delle contrattazioni del 25 febbraio dopo aver toccato i 102,48 dollari al barile) e il Wti americano a 95 dollari al barile dopo il picco di 97,40 dollari registrato il giorno precedente. 

Sul fronte del gas naturale il prezzo invece è sceso a 224 euro per ogni MWh, dopo il record raggiunto a dicembre di 281 euro/MWh. 

Questo perché la Russia ha continuato a garantire le forniture di gas naturale e l'Europa sta cercando fornitori diversificati. 

Ma la situazione è destinata a peggiorare. Secondo le valutazioni e le previsioni degli analisti ricercatori specializzati sul carburante, uno stop a oleodotti e gasdotti da parte della Russia farebbe schizzare gasolio e benzina fino a 3 dollari al litro, ovvero 2,74 € a litro. Un aumento insopportabile per le famiglie italiane.