Azionario bloccato ma volano le materie prime

Con l’inizio di maggio i mercati stanno tentando di imbastire un nuovo rally, anche se la giornata di ieri, partita piuttosto bene in Europa, si è poi un po’ sgonfiata in America, dove le minacce di inflazione stanno rendendo la vita difficile al Nasdaq100 (-0,44%) e continuano a bloccare il principale indice SP500 (+0,27%) all’interno della stretta congestione sui massimi storici, che lo trattiene ormai da sei sedute.

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Con l’inizio di maggio i mercati stanno tentando di imbastire un nuovo rally, anche se la giornata di ieri, partita piuttosto bene in Europa, si è poi un po’ sgonfiata in America, dove le minacce di inflazione stanno rendendo la vita difficile al Nasdaq100 (-0,44%) e continuano a bloccare il principale indice SP500 (+0,27%) all’interno della stretta congestione sui massimi storici, che lo trattiene ormai  da sei sedute.

La prima seduta di maggio ha permesso comunque agli indici europei di rimbalzare con buona convinzione dopo la debolezza accusata nelle ultime due sedute di aprile. Sia Eurostoxx50 (+0,64%) che praticamente tutti i principali indici azionari europei hanno iniziato il mese col segno positivo, mostrando che le prese di beneficio possono dirsi riassorbite e che la voglia di salire non è passata.

Ai vertici della classifica europea di giornata si è rivista la borsa italiana, con il FtseMib salito di oltre un punto percentuale (+1,15%), per merito della galassia Agnelli e del settore bancario. D’altra parte il FtseMib è stato in Aprile tra i peggiori indici d’Europa, con una perdita mensile di 2 punti percentuali. Si sa che nei giorni di rimbalzo a trarre maggior beneficio sono spesso i ritardatari.

Per l’Italia deve aver contribuito anche il sospiro di sollievo per la presentazione sul filo di lana del 30 aprile del Recovery Plan italiano (PNRR), che il Governo Draghi ha inviato finalmente a Bruxelles dopo travagliata gestazione.

In USA la seduta è partita bene, con apertura in gap rialzista e immediato superamento di 4.200, fino a segnare nella prima mezz’ora il massimo di seduta a 4.209 ed un guadagno provvisorio di giornata simile a quello che registravano gli indici europei. Poi però l’entusiasmo si è sgonfiato, anche per la scarsa vena della tecnologia, penalizzata dai timori di inflazione. La seduta si è chiusa in positivo (Nasdaq a parte), ma l’attacco ai massimi è rimandato.

Quello dell’inflazione mi pare sia stato ieri il tema dominante. Sebbene la FED ne neghi da tempo la possibilità di un ritorno stabile ed elevato, e la Yellen, per conto dell’Amministrazione Biden, lo abbia affermato anch’essa nel weekend, i mercati sembrano invece assai più preoccupati. 

Gli indicatori che misurano le aspettative di inflazione in USA continuano a salire. Ad esempio il 10-Year Breakeven Inflation Rate ha registrato nuovi massimi degli ultimi 8 anni, salendo al 2,42%.

A conferma del surriscaldamento dei prezzi, ieri la giornata ha visto performance molto significative da parte delle materie prime, sia quelle agricole che i metalli, che stanno fornendo una forte spinta all’aumento dei prezzi al consumo.

Hanno strappato al rialzo anche gli asset che vengono visti come rifugio contro l’inflazione: il Bitcoin e le criptovalute in generale, ma anche l’Oro e soprattutto l’Argento.

Sono segnali che il mercato sta cominciando a preoccuparsi ed a diffidare sempre più della tranquillità di maniera manifestata dalle autorità monetarie e politiche.

Comunque sull’azionario vere novità non si vedono. Fino a quando SP500 viaggia sopra il supporto di area 4.160, la tendenza rialzista è intatta ed il tempo che viene passato in laterale deve essere visto come consolidamento. 

Ieri si è cominciato a vedere qualche compratore. Non è bastato ad accendere la miccia, ma potrebbero arrivarne altri.

Certo, la stagionalità non aiuta. Ricordo il detto “Sell in May and go away”, che ci avvisa che questo mese viene per lo più visto come occasione per intascare i guadagni.

Avremo occasione, nelle prossime sedute, di verificare se anche quest’anno la stagionalità riuscirà ad imporsi, oppure dovrà cedere il passo all’euforia.