L'azionario tiene, nonostante tutto

L’inizio di settimana doveva fornire segnali di consolidamento, dopo il forte rimbalzo in extremis dei mercati azionari, attuato nella parte finale della seduta di giovedì e per tutta la giornata di venerdì.

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L’inizio di settimana doveva fornire segnali di consolidamento, dopo il forte rimbalzo in extremis dei mercati azionari, attuato nella parte finale della seduta di giovedì e per tutta la giornata di venerdì. Un rimbalzo fatto proprio sull’orlo del baratro, che è servito a riguadagnare ampiamente quota 4.000 di SP500, baluardo che più volte ha dato l’impressione di crollare nella prima parte della scorsa settimana, ma alla fine è stato recuperato. La seduta americana di ieri, dopo gli sforzi sovrumani fatti venerdì dei compratori, doveva riuscire ad assorbire le prese di beneficio dei “mordi e fuggi” di brevissimo respiro. Non potevano mancare, dopo un recupero di oltre 4 punti percentuali attuato da SP500 nelle precedenti 8 ore di contrattazione.

Anche i mercati europei erano in una situazione analoga, poiché Eurostoxx50, che li sintetizza, aveva anch’esso prodotto un rialzo da oltre 4 punti percentuali tra le ore 14 di giovedì e la chiusura di venerdì. 

La seduta di ieri non aveva premesse entusiasmanti, a causa dei pessimi dati, molto al di sotto delle attese, arrivati dalla Cina, che ad aprile ha risentito in modo preoccupante dei lockdown attuati contro i contagi da Covid. Si tratta di Produzione Industriale, Vendite al Dettaglio e Vendite Immobiliari, tutti fortemente negativi su base annuale. Una tegola che pone parecchi dubbi sulla crescita cinese e costringerà il governo pechinese a rivedere la politica zero-covid finora attuata, troppo costosa in termini economici.

La partenza europea è stata negativa e con gap ribassista ampiamente sotto quota 3.700 per Eurostoxx50. La mattinata ha attirato qualche compratore ritardatario, che si era perso il rally di venerdì, ma il rimbalzo è solo servito a chiudere il gap. Poi è ripreso il predominio delle vendite, che ha ristabilito un saldo negativo superiore al mezzo punto percentuale fino all’apertura di Wall Street. 

SP500 ha mostrato anch’esso la necessità di rifiatare, passando la giornata ad oscillare tra il segno positivo e quello negativo, mai, comunque, troppo marcati. Così Eurostoxx50 ha chiuso la seduta in lieve calo (-0,49%). Non molto diversamente dall’indice USA SP500, che alle ore 22 ha terminato la sua giornata a quota 4.008 (-0,39%). Peggio ha fatto il tecnologico Nasdaq100, che venerdì aveva rimbalzato di più, cosicché ieri ha stornato di più (-1,16%).

La seduta delle materie prime ha mostrato la corsa all’accaparramento di quelle agricole, dopo gli allarmi dei giorni scorsi sulla carenza di frumento, mais e soia, a causa del blocco delle esportazioni dal granaio ucraino, per colpa dei combattimenti e del blocco dei porti dopo l’invasione russa. A questa grave strozzatura si è aggiunta la decisione precauzionale presa dall’India nel fine settimana, di sospendere le sue esportazioni di grano per riservarlo alle sue necessità interne. Anche le materie prime energetiche petrolio e gas naturale hanno continuato ad arrampicarsi al rialzo, riavvicinando i massimi di inizio marzo.

La situazione si presenta così ancora in via di definizione. La seduta di ieri non ha fornito indicazioni direzionali, anche se va ben accolto il moderato consolidamento degli indici e l’assorbimento senza troppi danni di notizie cinesi che in passato avrebbero suscitato il fuggi-fuggi dall’azionario. Ormai il fuggi-fuggi c’è già stato e la correzione sembra volgere al termine. 

Tuttavia, mancano ancora conferme importanti. Non basta rimanere aggrappati ai supporti per convincere di aver ritrovato convinzione rialzista. Occorre superare le resistenze e produrre la tanto attesa ed agognata inversione di tendenza.

Per ottenerla bisogna che l’indice guida SP500 riesca a superare con decisione quota 4.080. L’ideale sarebbe un primo superamento, seguito da un pullback che si mantenga al di sopra di quella resistenza e la facesse diventare supporto, seguito poi da un successivo impulso al di sopra del massimo relativo precedente.

Ci vorrà qualche giorno per vedere tutto ciò. Sempre che il mercato voglia farlo, perché sotto quota 4.080 la palla è ancora in mano ai venditori, che potrebbero spingere l’indice a segnare un minimo più basso di quel 3.859 fatto giovedì scorso. Non dimentichiamo mai che il modello di testa e spalle ribassista, costruito tra il luglio 2021 e la scorsa settimana, se non verrà negato in fretta, proietta un ribasso fino a quota 3.400.