Azzardo Ucraina per la Cina. Yuan è il possibile trionfatore

Yuan possibile inaspettato trionfatore della guerra di Vladimir Putin in Ucraina, che potrebbe accelerare la deglobalizzazione, il disaccoppiamento tra la Cina e gli Usa.

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La guerra lanciata da Vladimir Putin contro l'Ucraina ha in Pechino un osservatore speciale. E nello yuan un possibile inaspettato trionfatore. La Cina potrebbe uscirne rafforzata, dirottando le materie prime che oggi la Russia vende in Europa verso la propria industria, affamata di risorse per alimentare la crescita. Tuttavia la relazione pericolosa con Mosca comporta un azzardo, visto che la Cina non si può certo permettere di venire trascinata nelle sanzioni che oggi vengono imposte da Washington e dai suoi alleati in reazione all'invasione dell'Ucraina. Dopo i colpi della crisi del Covid-19 e prima ancora della guerra commerciale lanciata da Donald Trump (e solo ammorbidita dal successore Joe Biden), Pechino non può certo permettersi un'ulteriore freno alla sua espansione economica. Se la Cina riuscisse a destreggiarsi in questa delicata congiuntura, alla fine potrebbe però raccogliere significativi benefici economici. E, come nota Barron's, c'è già chi scommette su quest'ipotesi tutt'altro che remota. Non a caso tra gli investitori gli asset cinesi iniziano a essere considerati un rifugio in un portafoglio diversificato. 

Ucraina un azzardo per la Cina ma lo yuan è il possibile trionfatore

Lo scorso weekend il premier Li Keqiang aveva annunciato che il target di crescita del Pil della Cina è del 5,5% per il 2022, il più basso in oltre trent'anni (era dagli Anni Novanta del secolo scorso che non scendeva sotto al 6,0%). L'obiettivo comunicato all'Assemblea del Popolo si confronta con quello "superiore al 6,0%" dello scorso anno (nel 2020 non era stato dichiarato alcun target a causa della pandemia di coronavirus). Il Pil cinese nel 2021 è alla fine rimbalzato dell'8,1% proprio al traino della ripresa dalla crisi del Covid-19 ma secondo i dati preliminari comunicati dall’Ufficio nazionale di statistica in gennaio, nel quarto trimestre l'espansione è stata del 4,0% annuo, in ulteriore rallentamento rispetto al 4,9% precedente (e al 7,9% del secondo trimestre). Insomma. La guerra di Putin, che sembra essere stata rinviata per non ostacolare lo svolgimento di Beijing 2022 (i Giochi olimpici invernali del mese scorso), non arriva comunque nel momento migliore. Neppure per Pechino.

Guerra in Ucraina può accelerare il disaccoppiamento tra Usa e Cina

Tuttavia la spallata di Putin potrebbe accelerare un fenomeno già in atto e farlo a vantaggio proprio della Cina. Si tratta della deglobalizzazione o, meglio, del disaccoppiamento tra Usa e Cina, a partire ovviamente dal settore tecnologico. La guerra in Ucraina, e gli stretti legami tra Mosca e Pechino, potrebbero imprimere un'accelerazione al disaccoppiamento ed estenderlo a materie prime e valute. Il che, nota sempre Barron's, incoraggerebbe la Cina a perseguire con forza quello che è uno dei suoi obiettivi da tempo, ovvero liberarsi dalla dipendenza dal dollaro. La spinta verso l'autosufficienza ha rafforzato lo yuan e sostenuto la People's Bank of China nell'evitare una politica monetaria accomodante durante la pandemia, in controtendenza rispetto a Federal Reserve, Banca centrale europea e a gran parte degli istituti centrali occidentali.

Cina può trarre vantaggio in Ucraina. Yuan diventerà mainstream?

Strategia che ha già messo Pechino nei radar degli investitori, che hanno deciso di allocare una porzione per quanto piccola dei loro fondi sul debito sovrano cinese. Sean Darby, global strategist di Jefferies, ha scritto recentemente che la guerra in Ucraina ha segnato una delle rare occasioni in cui gli investitori in fuga dagli asset più rischiosi si sono diretti verso lo yuan. Darby nota come Mosca abbia quasi ancorato il rublo allo yuan già nel 2021, in quella che lui descrive come la "prima vera prova di de-dollarizzazione". E alla de-dollarizzazione sono interessate anche tante economie emergenti dell'Asia, la cui dipendenza dal dollaro (e dai titoli di Stato Usa) li rende troppo vulnerabili alle decisioni prese dall'altra parte del globo. Mentre la Russia viene tagliata fuori dal sistema finanziario occidentale i pagamenti digitali tra Mosca e Pechino crescono e il settore fintech cinese è ben posizionato per trarre vantaggio dal fatto che lo yuan diventi mainstream. (Raffaele Rovati)