Bce e S&P, l'economia corre più delle attese
La Bce e S&P Global sono stupiti positivamente dalla crescita della zona euro. Diventano ora credibili previsioni di un +6% per l’Italia.
Bce, crescita globale ancora robusta
Nell'ultimo Bollettino economico pubblicato dalla Banca Centrale Europea si legge che l'attività economica a livello globale prosegue intatta anche se nel breve termine esistono due fattori che potrebbero imporre un temporaneo rallentamento, le strozzature dal lato dell'offerta e la diffusione della più contagiosa variante Delta del Covid-19.
Sono in particolare le economie emergenti che soffrono di un lieve indebolimento del tasso di crescita.
Nonostante le due zavorre citate la Bce a settembre rivede al rialzo le sue stime relative alla crescita economica mondiale, in particolare per il 2022. Nel 2021 la crescita del Pil mondiale in termini reali (esclusa l'area dell'euro) dovrebbe raggiungere il 6,3% per poi rallentare al 4,5% nel 2022 e al 3,7% nel 2023. Anche la domanda estera è attesa in aumento, dovrebbe crescere del 9,2% nel 2021, del 5,5% nel 2022 e del 3,7% nel 2023 grazie al maggior vigore delle importazioni mondiali all'inizio del 2021 rispetto a quanto stimato nelle precedenti proiezioni. In questo clima di rinnovata fiducia le imprese aumentano gli investimenti.
I rischi per lo scenario di base relativo all'economia mondiale sono perlopiù connessi con il futuro corso della pandemia. Da non sottovalutare il problema dell'inflazione.
Bce, crescita area euro superiore alle attese
Venendo all'economia dell'area dell'euro la crescita del secondo trimestre è stata del 2,2%, superiore alle attese, un valore che getta le premesse per una forte crescita anche nel 3° trimestre. Alla base di questo risultato il successo della campagna di vaccinazione che ha permesso una significativa riapertura dell'economia della quale ha beneficiato in modo particolare il settore dei servizi. Bene anche la manifattura, frenata però dalla scarsità di materiali e attrezzature.
Aumentano i consumi anche se i consumatori sono ancora prudenti alla luce del persistere della pandemia. Migliora il mercato del lavoro e con esso si creano aspettative positive sull'andamento dei redditi e della spesa. Il numero dei beneficiari dei programmi di integrazione salariale è sceso di circa 28 milioni di unità rispetto al picco dello scorso anno. Ci sono comunque ancora due milioni di occupati in meno rispetto al periodo antecedente la pandemia, soprattutto fra i più giovani e meno qualificati.
Bce, migliorano le prospettive di bilancio
Gli esperti della Bce prevedono un miglioramento delle prospettive di bilancio per l'area dell'euro rispetto all'esercizio dello scorso giugno. Mentre nel 2021 il rapporto tra disavanzo e Pil dovrebbe rimanere elevato, al 7,1%, dopo il 7,3% del 2020, il successivo miglioramento dovrebbe essere rapido, a fronte del rallentamento della pandemia e il consolidamento della ripresa economica. Tale rapporto dovrebbe scendere al 3,0% nel 2022 e al 2,1% nel 2023.
Il debito dell'area dell'euro dovrebbe raggiungere un picco appena inferiore al 99% del Pil nel 2021 e scendere poi a circa il 94% nel 2023.
Per quello che riguarda il Pil la Bce si attende una evoluzione positiva nei prossimi anni, ovvero un aumento in termini reali pari del 5,0% nel 2021 (dato rivisto al rialzo rispetto alle stime di giugno), del 4,6% nel 2022 e del 2,1% nel 2023.
S&P, rimbalzo sorprendentemente forte
Stupita in positivo anche S&P Global che ha scritto nel suo report Economic Outlook Europe di settembre "Il rimbalzo dell'economia europea da quando sono state tolte le restrizioni in marzo-aprile è stato sorprendentemente forte, sia in termini di Pil che di occupazione, spingendoci ad alzare le nostre stime di crescita al 5,1%, dal 4,4% della nostra precedente previsione". Salgono anche le stime sull'inflazione, dal +1,8% al +2,2%: la forza della ripresa "ha causato carenze di materiali e l'aumento dei prezzi". L'inflazione non sembra tuttavia destinata a durare, la crescita economica infatti nei prossimi anni è destinata a rallentare e anche l'evoluzione dei salari dovrebbe dimostrarsi contenuta. S&P non si attende quindi che la Bce interrompa gli acquisti netti complessivi di asset prima della fine del prossimo anno e che alzi i tassi fino alla fine del 2024.
Per Draghi Pil al +6%
Le attese di un miglioramento della crescita rispetto alle stime precedenti sono condivise anche dal governo italiano. Il premier Mario Draghi ha detto infatti ieri che le previsioni del governo che saranno presentate nei prossimi giorni stimano una crescita intorno al 6% quest'anno contro il +4,5% ipotizzato in primavera.
Anche per S&P l’Italia crescerà del 6%
Le stime di Draghi sono allineate con quelle di S&P Global rese note ieri nell'Economic Outlook Europe di settembre. S&P Global ha infatti alzato le proiezioni di crescita per l'Italia nel 2021 al +6%, dal +4,9% di fine giugno. Quelle per il 2022 scendono da +4,9% a +4,4% mentre è quella per il 2023 è confermata al +1,8%.
(Alessandro Magagnoli)