Bond oggi: 48 ore decisive per le emissioni in Dollaro

Attenzione: oltre l’1,9% di rendimento del decennale scatterebbe il “sell off”.

Fra le mille confusioni dei mercati ce n’è una rilevante anche in campo obbligazionario. I gestori professionali di fondi ritengono che sia arrivato il momento di alleggerire le posizioni relative ai corporate e agli high yield in dollari. Parlano di un mercato stanco, che lentamente sta passando alle vendite. Il che sarebbe inevitabile di fronte a una Fed falco e a un’inflazione torrida. La fotografia dell’andamento degli Etf riferiti a tali sottostanti è però meno negativa di quanto si evincerebbe da tali affermazioni. Osservando il grafico dello spread delle due categorie di bond rispetto ai titoli di Stato su identiche scadenze si nota che:

  • il trend è stabile e soprattutto la distanza del rendimento fra “non investment grade” e “investment grade” evidenzia modeste tensioni. Di solito quando i mercati vanno in panne il distacco si allarga a sfavore logicamente degli high yield, che vedono scendere di netto le proprie quotazioni;
  • il “sell off” non è ancora iniziato.

Questo fino a ieri. Anzi proprio nell’ultima seduta i prezzi di bond ed Etf sono saliti, a seguito della corsa al “risk off” da parte degli investitori. Da oggi – se la Fed annunciasse una stretta violenta – la situazione potrebbe però inevitabilmente cambiare.

Giornate cruciali

Attenzione quindi se siete investiti in bond in dollari a cosa accadrà nelle prossime 48 ore, risolutive in merito. Il rendimento del decennale è certamente il faro principale; una risalita oltre l’1,8%, che si sta confermando resistenza significativa, alimenterebbe la sfiducia e impatterebbe sulla categoria corporate con ogni livello di rating. Non è comunque detto che ciò avvenga brutalmente. Tutto dipenderà dalla velocità con cui saranno superate le quote di 1,805% e successivamente di 1,834% e 1,883%. Per chi sia meno tecnico va quindi identificata questa situazione:

  • sotto l’1,8% il quadro non preoccupa;
  • fra 1,8 e 1,9% le tensioni salgono;
  • oltre l’1,9% si passa progressivamente alle vendite, sempre che i prezzi di acquisto non siano stati molto favorevoli. 

Gli Etf da seguire

L’iShares Usd Corporate Bond (Isin IE0032895942) ha sì perso qualcosa dai massimi di inizio dicembre oltre i 114 euro ma in parte ha risentito dell’effetto stacco cedola del 16/12/2021 (0,8624 $). È ancora lontano dai minimi dello scorso maggio sui 102 euro, avendo chiuso ieri a 108,5.

Situazione più favorevole per un clone ad accumulo delle cedole. Il Vanguard Usd Corporate Bond (Isin IE00BGYWFK87) ha perso meno di 2 euro dal picco di dicembre (ultima quotazione a 51,9 contro 53,7 euro).

E ora il settore “non investment grade”: il Lyxor Usd high yield aveva registrato un massimo a 93,17 euro il 7 dicembre. Poi violento l’effetto stacco cedola di 2,06 Usd, con successivo rimbalzino e infine progressiva discesa dai 91 euro fino agli 89 di ieri.

Considerando in tutti i casi mobilità storiche dei corsi abbastanza accentuate l’effetto Fed non si è ancora sentito. Ci sono quindi i margini per agire prima che un’eventuale tempesta riporti le quotazioni verso nuove aree di riferimento, che nella maggior parte dei casi si collocano – almeno graficamente – sui minimi del marzo 2020, cioè allo scoppio della crisi Covid. Da lì si ripartirebbe con un nuovo imprevedibile capitolo. 

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