Bond oggi: Btp, buy o sell, i livelli da seguire a gennaio 

Deboli ma non debolissimi, con molte scadenze che si muovono poco sopra supporti importanti. Ecco i numeri per seguirli nel corso di un mese che sarà decisivo. 

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Le notizie sono proprio negative e il mese di gennaio risulterà decisivo per i titoli di Stato in euro, a cominciare dai Btp: le tensioni politiche per l’elezione del Presidente della Repubblica, le notizie su un’inflazione fuori controllo e le previsioni su un trend in merito che proseguirà per mesi, nonché le prime avvisaglie di un tentativo dei mercati di spingere i rendimenti dei Paesi ad alto rating a tornare nel contesto del segno positivo indeboliscono inevitabilmente i governativi italiani, venduti anche dalle nostre banche. È il caso allora di fare il punto tecnico della situazione.

Su supporti importanti 

La discesa delle ultime sedute ha portato molte scadenze a ritrovarsi appoggiate su livelli decisivi per lo sviluppo delle quotazioni. Li abbiamo analizzati per i due future e per sei titoli, quelli benchmark per gli investitori.

Future long term – È vicinissimo al supporto dei 146,3 contro la chiusura venerdì sui 147. Sta tornando sui minimi di giugno, quando sembrava che la Bce si apprestasse ad annunciare decisioni su un suo “tapering”. Allora scese poi sui 145 e occorre quindi valutare adesso con attenzione l’area compresa fra questi livelli, così come l’Rsi a 14 periodi, tornato vicino al livello di ipervenduto. Questo fatto potrebbe alimentare una reazione tecnica nel corso delle prossime sedute, sebbene si segnali una riduzione dei controvalori scambiati, il che avviene da qualche settimana per l’intero comparto dei Btp. Da notare poi che tutte le medie mobili sono impostate sul “sell” e che la 200 sta cominciando a inclinarsi negativamente. 

Btp short term – Il derivato relativo alle scadenze corte dà segnali più netti (e ribassisti) rispetto al long term e questo fatto va preso in considerazione, poiché i dati storici dimostrano che un suo nervosismo attesta tensioni in arrivo per l’intera curva. Anche qui l’Rsi a 14 è entrato nella zona di iperveduto. L’ultima quotazione a 112,9 è poco sopra il supporto dei 112,82.

Btp 2,15% 2072 (Isin IT0005441883) - Attenzione al supporto dei 95,5 euro contro la chiusura venerdì a 95,8. Molti indicatori sono ribassisti ma l’Rsi è tuttora sopra quota 30 (ultimo dato a 37,8), il che può far pensare a una fase interlocutoria in un trend ribassista in corso da mesi. 

Btp 2,8% 2067 (Isin IT0005217390) - Da seguire il livello dei 111 euro contro la chiusura venerdì a 113,06. Quasi tutti gli oscillatori fotografano una situazione simile a quella del 2072, pur con valori logicamente diversi. 

Btp 1,7% 2051 (Isin IT0005425233) - La distanza rispetto ai minimi di giugno si sta riducendo e lì scatterebbe uno “strong sell” rispetto al “sell” in corso. Il supporto di 91,1 euro si confronta infatti con l’ultima quotazione di 93,78 ma in questo caso la media mobile è già inclinata da agosto negativamente e solo un ritorno sopra i 96 invertirebbe l’andamento ribassista.

Btp 3,45% 2048 (Isin IT0005273013) - Situazione simile al 2051, con riferimenti di prezzo a 131,6 euro per l’ultima chiusura contro il supporto di 129,3. La rottura al ribasso di un triangolo avvenuta lunedì 27 chiede ora conferme di un trend che sarebbe smentito solo in presenza di un ritorno sopra i 134. 

Btp 0,95% 2031 (Isin IT0005449969) – Rispetto alla quotazione di 98,05 in un’area di congestione che dura da quattro sedute trova il suo primo decisivo supporto sui 97,4 euro. L’Rsi attesta una volta di più la quota dei 35/36, con una certa esitazione quindi a passare decisamente sull’ipervenduto.

Btp 1,25% 2026 (Isin IT0005210650) - Il quinquennale comprova la debolezza del future “short term” e si rivela molto preciso nell’individuare forza o debolezza per le prossime sedute: la prima si manifesterebbe con un ritorno sopra i 104,8, il che vorrebbe anche dire la chiusura di un vistoso gap, contro i 104,06 dell’ultima seduta, mentre la seconda proseguirebbe sotto i 103,8.

In estrema sintesi:

  • la stanchezza viene confermata dai movimenti delle ultime sedute
  • troppi fattori condizionano il quadro attuale e sono più quelli ribassisti rispetto a quelli potenzialmente rialzisti
  • il posizionamento su supporti decisivi per molte scadenze causerà volatilità nelle prossime giornate.