Btp e Bund, dove potrebbe arrivare il ribasso?

Dalla Bce si alzano ormai molte voci concordi nel prospettare un rialzo dei tassi già a luglio. Btp e Bund potrebbero tuttavia rimbalzare nel breve.

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Secondo il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, i dati macro attuali dovrebbero convincere la Bce a terminare il programma di acquisto di obbligazioni per poi iniziare ad alzare i tassi nel terzo trimestre dell'anno. Nagel ritiene improbabile che la Bce possa riportare l'inflazione al di sotto del suo obiettivo del 2% e per questo motivo c'è il rischio che le previsioni di crescita, anche a livello globale, possano essere riviste al ribasso.

Il governatore della Banca del Belgio, Pierre Wunsch, parlando a Bloomberg, ha dichiarato che la Bce potrebbe portare i tassi in territorio positivo a meno che l'area euro entri in recessione. Se l'inflazione continuerà a crescere l'inizio della salita dei tassi potrebbe avvenire già a luglio.

Il governatore lettone Martins Kazaks, membro del Consiglio direttivo della Bce, intervistato da Bloomberg ha dichiarato che un rialzo dei tassi a luglio "è possibile" dal momento che l'inflazione resta elevata. E' inoltre probabile una ulteriore stretta più avanti nel corso dell'anno. Il programma di acquisto di obbligazioni APP potrebbe terminare nel terzo trimestre secondo Kazaks.

Anche secondo il Vice Presidente della Bce Luis De Guindos un rialzo dei tassi nella riunione di luglio è possibile. De Guindos ritiene che non ci sia motivo per non terminare gli acquisti di bond a luglio e procedere poi con il rialzo del costo del denaro, anche se le decisioni in merito verranno prese tenendo sotto controllo i dati economici. La recente revisione delle prospettive di crescita dell'area euro per il 2022 dal 3,9% al 2,8% sono un primo monito per la banca centrale a non essere troppo aggressiva sul fronte della politica monetaria. 

Il mercato sconta al momento un aumento del costo del denaro di 70 punti base nel 2022, quindi quasi tre incrementi da 25 punti base prima della fine dell'anno. 

Aumentano i prezzi in Germania

Del resto ieri è stato reso noto che in Germania i prezzi alla produzione sono cresciuti a marzo del 30,9% su base annua con attese di un +28,2% e con un dato precedente del 25,9%. L'aumento su base mensile è stato del 4,9% dopo il +1,4% di febbraio, molto oltre il +2,6% stimato dal mercato. L'aumento dal marzo 2021 dei prezzi dell'energia è stato dell'83,8%, del 10,4% a livello mensile. Il prezzo del gas naturale è aumentato del 144,8%. Al netto dell'energia l'aumento dei prezzi alla produzione su base annua è stato del 14%. 

La Fed vuole portare i tassi al 2,5%

Sui bond governativi dell'area euro già pesa il mutato atteggiamento della Federal Reserve, determinata come e forse più della Bce a mettere un freno all'inflazione. I rendimenti sui titoli Usa sono in netto rialzo già da tempo e questa tendenza ha contagiato il mercato europeo anche prima che la Bce abbandonasse nella propria comunicazione la posizione di politica monetaria accomodante.

Che la Fed possa continuare nel corso del 2022 ad alzare i tassi, probabilmente ad ogni incontro del Federal Open Market Committee (Fomc), è dato quasi per scontato, e i mercati europei si stanno adeguando a questo mutamento di scenario.

Nella prima parte della settimana i rendimenti sui trentennali Usa sono saliti oltre il 3% per la prima volta dal 2019, quelli sui decennali sono ai massimi dal 2018. In Europa il rendimento sul decennale italiano è ormai sopra il 2,5%, quello del Bund con analoga durata si è spinto sulla soglia dell'1%, ai massimi dal luglio del 2015 (era attorno al -0,7% un anno fa).

Mary Daly, president della Federal Reserve Bank (Fed) di San Francisco, che nel 2022 non è membro votante del Federal Open Market Committee, si attende una "rapida marcia" verso la neutralità per i tassi d'interesse Usa e la sua visione è in linea con quella prevalente all'interno dell'istituto centrale di Washington secondo cui tale livello si raggiungerebbe intorno al 2,50% (valore ritenuto congruo per non stimolare né smorzare la crescita). Daly ha sottolineato l'importanza di un intervento celere da parte della Fed, considerato l'elevata inflazione. 

Btp e Bund, cosa dicono i grafici?

Il Bund future cede oggi lo 0,3% circa a 154,13 euro e ha toccato un minimo di giornata a 153,66. Il Btp future cede lo 0,4% a 132,72 con minimo intraday a 132,16. 

Sia il Bund sia il Btp sono tuttavia in una situazione di "ipervenduto" in termini di indicatore Rsi a 14 sedute. Quando l'indicatore Rsi si spinge al di sotto della soglia del 30% e poi ne risale al di sopra (al momento è al 31% per il Btp, in salita dal 25% dell'11 aprile, per il Bund è al 32%, in salita dal 27% dell'11 aprile) di norma si creano le condizioni per un rimbalzo, una reazione, in questo caso rialzista. 

Nel breve termine quindi le pressioni al ribasso sui prezzi di questi due future potrebbero essere in allentamento. Del resto è una cosa abbastanza normale che i mercati si muovano in anticipo rispetto alle notizie, e che prendano profitto, almeno temporaneamente, nel momento in cui il quadro si assesta.

Attenzione tuttavia a non scambiare un rimbalzo per una inversione di trend. La reazione del Btp potrebbe portarsi a testare la media mobile esponenziale a 20 giorni, a 135,95 circa (passa a 157,30 circa per il Bund), difficilmente tuttavia sarà possibile assistere a movimenti superiori a quei livelli con il mercato che deve metabolizzare il cambiamento di atteggiamento da parte della Bce. 

Sul grafico del Btp è stata violata l'8 aprile la trend line rialzista che unisce i minimi del 2011 con quelli del 2018, un segnale di debolezza che sarà difficile fare rientrare. Sotto area 132 si rischierebbe una estensione del ribasso verso i 125 punti. 

Sul grafico del Bund future è riconoscibile un ampio testa spalle ribassista disegnato dal top del settembre 2019 e completato a inizio febbraio. La base della figura, la "neckline", è la lina che unisce i minimi di gennaio 2020 e di maggio 2021. Il primo target del testa spalle, ottenuto proiettandone l'ampiezza dal punto di rottura, si collocava a 156 circa, ed è quindi già stato superato. L'obiettivo successivo, ottenuto proiettando l'ampiezza della figura moltiplicata 1,618 volte dal punto di rottura della base, si colloca a 148 circa, ed è quello il supporto verso il quale potrebbero dirigere i prezzi dopo un eventuale rimbalzo di breve termine.

(Alessandro Magagnoli)