Il successo del BTP euroi a 10 anni

Collocati 5 miliardi di euro di titoli, ma la domanda arriva a 19 miliardi e quasi metà viene dall’estero.

Operazione di successo l’ultimo collocamento di BTP€i del Tesoro avvenuta ieri. La prima tranche del titolo di Stato con scadenza al 15 maggio 2033 ha fruttato 5 miliardi di euro, ma la domanda è stata pari a quasi quattro volte l’offerta, circa 19 miliardi di euro.

Gran parte del successo è dovuta probabilmente alla felice scelta di calendario. Proprio ieri l’inflazione annua dell’Eurozona è stata stimata al 5,1% a gennaio, in crescita oltre le attese e su un nuovo record.

Collocare il BTP€i indicizzato all’inflazione armonizzata dell’Eurozona (al netto del tabacco), quindi è stato un po’ come vendere dei paracadute in un aereo che precipita. Oltretutto si è appena chiusa la partita per l’elezione del presidente della Repubblica e dunque un po’ di tensioni per i mercati si sono sciolte (anche se altre in politica ne sono maturate).

Il BTP€i è uno strumento studiato per difendere il potere di acquisto, tramite cedole semestrali calcolate in modo da garantire l’interesse costante in termini reali fissato al momento dell’emissione. Questa tranche di titoli con scadenza al 15 maggio 2033 è stata collocata a un prezzo di 102,703 pari a un rendimento lordo annuo all’emissione di -0,138 per cento.

In pratica la cedola reale è allo 0,10% (tasso annuo) con pagamento in due cedole semestrali.

Per l’operazione si è costituito un sindacato con BofA, Citibank, HSBC, Société Générale e UniCredit in veste di lead manager, mentre tutti gli altri specialisti in titoli di Stato sono stati invitati a partecipare come co-lead manager dell’operazione.

Nuovo BTP€i a 10 anni: la composizione della domanda

Come detto la risposta solida della domanda a questo collocamento è stata probabilmente la caratteristica principale di questa operazione, anche per il segnale inviato dai mercati dopo un dato ancora in peggioramento sull’inflazione e in attesa del meeting di oggi della Bce che fornirà indicazioni che gli operatori attendono da tempo. Probabilmente l’Eurotower si manterrà prudente e confermerà il riferimento nei dati macroeconomici a venire, ma di certo l’inflazione è il tema rovente dei mercati e i titoli come i BTP€i possono far parte della difesa.

Ieri al collocamento del Tesoro hanno partecipato 110 investitori, con una domanda – appunto – di 19 miliardi a fronte dell’offerta di 5 miliardi. Le banche hanno avuto un ruolo di primo piano con il 34,5% dell’ammontare complessivo, seguite dai fund manager che si sono aggiudicati il 33% dell’emissione. Solida anche la partecipazione di fondi pensione e assicurazioni (21,5%), seguiti da banche centrali e istituzioni governative al 7,5% e infine dagli hedge fund al 3,5 per cento.

Guardando alla provenienza degli investitori, è stato sottolineato che all’estero è andato il 47,2% dell’ammontare, quindi i mercati stranieri hanno guardato con interesse al nuovo strumento. Il Regno Unito soprattutto si è messo in luce con il 18,2%, ma anche il resto dell’Europa ha partecipato con i Paesi scandinavi al 10,8%, la Francia al 4,5%, la Spagna al 4%, il blocco Germania/Svizzera/Austria al 2,3 per cento. Stati Uniti e Canada si sono aggiudicati il 4,8% circa dell’emissione.

Le linee guida alla gestione del debito pubblico del Tesoro avevano già annunciato valutazioni sull’emissione di un benchmark tra i 10 e i 15 anni ora concretizzatasi. Quest’anno andrà in scadenza un unico BTP€i da circa 11 miliardi di euro e il MEF si attende alla fine dell’anno un saldo con emissioni nette positive sull’intero comparto. Ovviamente però i calcoli della finanza pubblica dovranno tenere in considerazione il quadro generale dell’inflazione, del Pil e dei legami con il debito pubblico e la tenuta dei conti.

I rendimenti chiesti al debito pubblico italiano a 10 anni sono inevitabilmente cresciuti nel contesto generale di crescenti premi al rischio: per il BTP decennale erano nell’intorno dello 0,6% lo scorso agosto e sono ora all’1,44% Nello stesso periodo lo spread sul Bund è passato da 105 punti base a 140 circa, ma il contesto di generale va in questa direzione e il timore di una stretta troppo rapida dalla Bce crea apprensione in un contesto in cui la rampante inflazione impone premi più elevati.

(Giovanni Digiacomo)

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