BTP a picco, tassi e Spread a razzo. I motivi del sell-off

Un vero disastro oggi per i BTP, colpiti da violenti vendite, con il decennale in folle rialzo. Cosa sta spaventando gli investitori e cosa aspettarsi.

Cala il sipario su una seduta ad alta tensione per il mercato obbligazionario italiano che continua a rimanere sotto pressione, in un contesto di mercato caratterizzato da troppi venti a sfavore in questo momento.

Spread in rally, BTP affonda: decennale al top da aprile 2020

Lo Spread BTP-Bund ha terminato la seduta a 161,6 punti base, con un rally del 3,99%, dopo aver segnato nell’intraday un top a 163,5 basis points.

Molto pesante il bilancio dei BTP che oggi sono stati colpiti da un pesante sell-off, con un’impennata dei rendimenti, tanto che il rendimento del decennale è volato dell’8,14% al 2,24%, valori che non si vedevano da aprile 2020, quando si era nel pieno della pandemia da poco scoppiata.

BTP e Spread: quali i motivi del disastro? Focus su sanzioni alla Russia

Diversi sono i fattori che anche oggi hanno scatenato le vendite sui BTP e hanno fatto balzare il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco.

In primis i riflettori del mercato continuano a essere puntati sul conflitto tra Russia e Ucraina e oggi gli investitori hanno mostrato i nervi tesi dopo che l’Unione Europea ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca.

Per la prima volta sono finite nel mirino anche le materie prime energetiche, visto che nel quinto pacchetto di sanzioni è prevista la messa al bando delle importazioni di carbone dalla Russia.

Si attende ora la nuova stretta degli Stati Uniti che potrebbero colpire nuovamente anch’essi il paese guidato da Putin nel corso di questa settimana.

Stando ad alcune indiscrezioni, l’intento del Tesoro Usa sarebbe quello di impedire a Mosca l’utilizzo dei dollari depositati presso le banche statunitensi per pagare le cedole dei bondi ai suoi creditori.

BTP e Spread temono stretta monetaria di Fed e BCE

Intanto, Spread e BTP oggi hanno sofferto per la crescente aspettativa di una stretta sul fronte della politica monetaria da parte delle Banche Centrali.

La Fed, come è noto, si è già mossa in tal senso a marzo, alzando il costo del denaro dello 0,25%, ma è già pronta ad altri aumenti che dovrebbero avvenire in maniera sistematica nei mesi a venire.

Alcuni non escludono che il Board guidato da Powell possa alzare i tassi anche dello 0,5% a maggio, accelerando quindi la sua stretta.

Anche la BCE non dovrebbe rimanere ferma a lungo, tanto che lo scorso week-end Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo dell’Eurotower, ha dichiarato che il rialzo dei tassi dovrebbe materializzarsi dopo la fine del quantitative easing nel terzo trimestre. 

Tanto la BCE quanto la Fed sono determinate nel portare avanti una politica monetaria restrittiva malgrado gli impatti, ancora da quantificare, della guerra sull’economia.

BTP e Spread: l’inflazione continua a mordere

Questo perchè l’inflazione non molla la presa e continua a mordere, basti pensa che le prime indicazioni dell’Eurostat parlano per il mese di marzo di un indice dei prezzi al consumo su un nuovo record storico, in rialzo del 7,5%, al di sopra del 6,6% stimato e dl 5,9% rilevato a febbraio.

Tanto basta per mettere sotto scacco Spread e BTP per i quali sarà difficile assistere ad un’inversione di tendenza, almeno fino a quando non ci sarà un allentamento delle tensioni sui vari fronti di cui abbiamo parlato poc’anzi.    

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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