Consolidamento dell'azionario dopo un recupero molto rapido

Al ritorno dal ponte, trovo che il mercato azionario USA ha recuperato interamente la correzione di inizio dicembre, praticamente in 2 sedute (6 e 7 Dicembre).

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Al ritorno dal ponte dell'Immacolata (arricchito da Sant'Ambrogio per chi come me è basato a Milano), trovo che il mercato azionario USA ha recuperato interamente la correzione di inizio dicembre, praticamente in 2 sedute (6 e 7 Dicembre). Un tempo si era usi dire che la borsa saliva per le scale e scendeva con l'ascensore, a indicare che le discese erano più brusche della salita. Recentemente i mercati ci mettono molto più a scendere che a salire, e l'inizio della settimana è assolutamente esemplificativo di questo nuovo trend.  Bisogna dire che effettivamente la correzione del Ringraziamento aveva totalizzato letture significative in termini di forza dei flussi di vendita e sentiment pessimistico, insoliti per una correzione di nemmeno il 5%. Il greed & fear index era arrivato a 25, pressochè il minimo dell'anno. Il NYSE Up volume (% dei volumi che è rappresentato da azioni che salgono) aveva visto la sua media a 10 giorni scendere al 33%, un livello pari al secondo percentile dal 1961, secondo il database di Sentimentrader.com.  In 2 sedute, il 26 e il 30 novembre, il NYSE Up Volume è andato sotto il 10%.  Si tratta di letture da capitulation, che solitamente producono rimbalzi. Ma che, infatti, solitamente seguono correzioni un po' più lunghe e profonde. Il rimbalzo che ne è seguito è stato fortissimo: basti pensare che in 3 giorni su 4 il NYSE Up volume è stato superiore all'80%. Questo tipo di forza viene definito "breadth thrust" e il backtest mostra che è un evento piuttosto raro, che è solitamente foriero di forza a medio termine, molto sopra la media.

Quel che mi rende perplesso di questa analisi, è che, come si vede dal grafico, questi "thrusts" avvengono dopo significative correzioni, in grado di creare i presupposti per violenti rimbalzi.  Solo nel 2006 ne è avvenuto uno in una fase di apprezzamento (e infatti la performance a 2 mesi è stata scarsa). In questo caso siamo in pieno bull trend e come tale questo è un thrust atipico. Sentimentrader ha rilassato le condizioni del backtest per aumentare il numero delle osservazioni del campione e renderlo più significativo, e le conclusioni non cambiano, anzi, migliora la performance media sul breve. Ma nemmeno le obiezioni fatte sopra ne vengono molto intaccate.

Per quanto riguarda i catalyst di questo rimbalzo, il principale  è sembrato essere l'affermarsi della sensazione che effettivamente la variante Omicron sia caratterizzata da sintomatologia più lieve. Al momento parlo di sensazione perché anche se effettivamente sembra che le ospedalizzazioni e i decessi non tengano il passo dei nuovi casi, in confronto alle precedenti ondate, i numeri sono ancora esigui e bisogna valutare l'età media dei contagiati, che potrebbe essere più bassa. Probabilmente nei prossimi giorni avremo numeri più precisi. Resta il fatto che il livello di contagiosità sembra molto più elevato della Delta (4.2 volte secondo uno studio giapponese), cosa che sta facendo scattare ulteriori misure di contenimento, per esempio in UK, con il ripristino dell'obbligo di mascherine, la raccomandazione di lavorare da casa e obblighi di green pass per alcune attività. Sul fronte efficacia dei vaccini è notizia di ieri che la terza dose offrirebbe una protezione elevata, mentre le 2 dosi purtroppo vedono la loro efficacia calare (cosa che era vera anche per la Delta).

Tra i fattori a supporto del mercato, anche il taglio della riserva obbligatoria di 50 bps in Cina, annunciato dal Premier Li e prontamente eseguito dalla PBOC.  L'impressione è che, al di là della liquidità rilasciata sul mercato (1.2 trilioni secondo lo statement della Banca Centrale), l'impatto sul sentiment passi anche attraverso la percezione di un cambio di stance di politica monetaria verso un maggiore easing per sostenere la crescita.

Dopo un inizio di settimana al fulmicotone, ieri in EU sono cominciate alcune prese di beneficio (Eurostoxx 50 -1.01%). Ma a Wall Street gli indici sono comunque stati in grado di costruire sul guadagno con l'S&P 500 (+0.31%) capace di riportarsi sopra 4.700 punti, e il Nasdaq 100 (+0.42%) a segnare la terza salita di seguito per un totale di +4.3%. Il VIX è tornato sotto il livello di 20.

Stanotte in Asia una seduta dal tono costruttivo. Solo Tokyo, e Sydney hanno ceduto moderatamente. Molto bene il China complex, con "A" e "H" shares a mostrate progressi parenti o superiori dell'1%, insieme a Hong Kong e Seul. Positive, ma meno forti Taiwan e Mumbai.

Sul fronte macro, abbiamo avuto il CPI di novembre in Cina.

L'accelerazione inferiore alle attese avrà dato ulteriore spago alle speculazioni di una PBOC più munifica, tanto più che il rimbalzo è dovuto per lo più al cibo, e ai carburanti. Non così il PPI che ha rallentato, si, ma meno delle stime. Dopo la chiusura del mercato, gli aggregati monetari hanno ulteriormente rallentato la corsa a novembre, deludendo le attese. I dati sembrano indicare una domanda debole di credito nonostante le nuove direttive sul financing al settore immobiliare. Vedremo domani se vi sarà una reazione negativa.

Nel contempo, la PBOC ha messo in atto una nuova azione volta a frenare l'apprezzamento dello yuan, con un aumento della riserva obbligatoria a fronte cambi del 2% al 9%. Il problema è l'enorme il surplus del current account che supporta, in questa fase di tassi bassi mondiali, il cambio. Quello della PBOC, più che un rimedio, è un segnale che le autorità non vogliono tollerare ulteriori significativi apprezzamenti e se la speculazione non si ferma, torneranno ai vecchi sistemi.

La seduta europea è iniziata con un tono discreto, ereditato dall'Asia, ma a metà mattinata la costruttività è evaporata e gli indici hanno preso a accumulare ribasso. Difficile dire quale sia stato il motivo, ma è un fatto che la situazione Covid è ancora nella migliore delle ipotesi incerta, e comunque anche prima della comparsa di Omicron stava dando segnali solo timidi segnali di stabilizzazione. Ora la minaccia di misure si sta intensificando e, al solito, il vecchio continente è visto come più vulnerabile. Così i ciclici, l'energy e le banche hanno ripreso a indebolirsi, mentre i difensivi hanno ripreso forza. Ha fatto eccezione il FTSE Mib, supportato dal settore bancario italiano (+3%) dopo che la comunicazione del nuovo piano di Unicredit ha messo le ali al titolo (+10.8%). Coerenti i movimenti della divisa unica, e dei rendimenti che hanno progressivamente ritracciato larga parte di quanto recuperato ieri in simpatia col treasury.

I movimenti di cambio e bonds Eurozone sono stati favoriti anche da indiscrezioni, raccolte da Reuters, sull'assetto che darà la banca centrale al piano di acquisti, una volta scaduto il PEPP a marzo. In pratica, sei diverse fonti avrebbero dichiarato che la decisione verrà comunque presa a dicembre (e Omicron non cambia le cose) e che il consenso si sta orientando ad aumentare il programma già esistente (APP) o con un nuovo ammontare, o con un aumento temporaneo delle size degli acquisti. Gli acquisti saranno comunque di importi inferiori al PEPP, ma all'APP verrà estesa una forma di "flessibilità geografica" per evitare rischi di frammentazione del mercato. Così, anche in una giornata di risk aversion, lo spread è rimasto compresso.

Nel primo pomeriggio in US i sussidi di disoccupazione hanno segnato un altro minimo dal 1969 (184.000 da precedenti 227.000 e vs stime per 220.000) e anche i continuing si sono confermati sotto la soglia di 2 mln (1.992 da prec 1.954 e vs stime per 1910). In realtà sembra che vi sia dietro una destagionalizzazione eccessiva, visto che i numeri non corretti hanno visto un aumento di 64.000 unità a 281.000. Resta un segnale di un mercato del lavoro molto tirato.

Al momento però Wall Street resta riluttante a farsi trascinare dalla vena di consolidamento dell'Europa. L'S&P perde qualche decimale, anche se il Nasdaq 100 fa peggio, e il Russell 2000 small caps, vittima predestinata del Covid, cede bene. Tradizionalmente, l'economia USA, e l'azionario hanno mostrato maggior resilienza al Covid per via della maggior flessibilità e robustezza del tessuto economico USA (e la sua maggior chiusura) e la composizione degli indici. I livelli di vaccinazione (terza dose in particolare) in US però non rendono molto tranquilli in vista di una diffusione di Omicron. E comunque, dovesse effettivamente verificarsi uno scenario benigno, per il FOMC di dicembre è stato già segnalato un aumento del ritmo di tapering, che dovrebbe mettere in condizione la Fed di alzare i tassi già a metà dell'anno prossimo. E domani abbiamo il CPI USA di novembre, ed alcune dichiarazioni di Biden lasciano intendere che la sorpresa potrebbe non essere nella direzione che spera la Fed.

  • Biden administration signals Friday's inflation data could be high 

Un po' di supporto è arrivato dall'avanzamento al Senato della procedura per elevare il debt ceiling, con larga maggioranza (U.S. SENATE VOTES 64-36 TO CLEAR THE WAY FOR PASSAGE OF BILL SETTING FAST-TRACK PROCEDURE ON DEBT-LIMIT INCREASE).

La chiusura europea vede gli indici cedere moderatamente (ma ieri hanno perso bene), tranne il FTSE MIB, marginalmente positivo per i motivi sopracitati. Se la risk aversion (e L'ECB) grava sui rendimenti, il $ ha ripreso ad avvantaggiarsene. Male le commodities, a cominciare dal petrolio, nuovamente, e anche le Cripto. Dopo la chiusura l'azionario USA si è ulteriormente indebolito. A pesare, oltre che il trade off tra Covid e Fed, anche la geopolitica, con un crescente confronto USA - Russia su Ucraina, e altre azioni contro la Cina. In particolare il primo focolaio è da monitorare per l'esito dei colloqui tra Putin e la NATO proposto da Biden che tanto ha fatto infuriare i paesi dell'est europeo.

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