Cosa sono gli ETF

ETF è l’acronimo di “Exchange Traded Fund”, che letteralmente significa “Fondo Negoziato in Borsa”.

ETF è l’acronimo di “Exchange Traded Fund”, che letteralmente significa “Fondo Negoziato in Borsa”. Si tratta di uno strumento finanziario ed in particolare di un Fondo di investimento indicizzato che può essere scambiato sul mercato regolamentato come una semplice azione.

Il termine Indicizzato, sta a significare che questo strumento è strettamente correlato al proprio indice di riferimento, ovvero replica fedelmente l’andamento dell’indice stesso. Vedremo più avanti quali siano gli innumerevoli vantaggi che può comportare una tale caratteristica.

Gli ETF rappresentano un sottoinsieme dei più generici ETP (Exchange Traded Products) che annoverano al loro interno anche gli ETN (Exchange Traded Notes) vale a dire ETP su titoli di debito e gli ETC (Exchange Traded Commodities) specializzati nel campo delle materie prime.

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Differenza tra investimento in un Fondo Comune ed Investimento in ETF

Di solito quando si investe in un semplice Fondo Comune l’investimento viene seguito da un gestore del Fondo, il cui compito è quello di conseguire il miglior risultato possibile investendo nell’ambito prestabilito, sia esso azionario, obbligazionario, delle materie prime o per esempio delle criptovalute.

Detto che il capitale investito viene garantito dal depositario del fondo, di solito una banca separata rispetto al gestore, e dunque risulta protetto anche in caso di default del gestore (abbattimento del rischio emittente), il risultato finale dell’investimento dipenderà in gran parte dall’abilità del gestore stesso. In casi “avversi” ciò potrebbe implicare una performance dell’investimento inferiore rispetto a quella del benchmark (l’indice di riferimento).

L’investimento in ETF, invece, abbatte questa problematica. Trattandosi di un fondo indicizzato, infatti, l’ETF è di fatto uno strumento “passivo” ovvero non ha bisogno dell’intervento di nessun gestore, viene semplicemente costruito replicando in maniera estremamente veritiera il benchmark, così da poterne seguire pedissequamente l’andamento.

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I vantaggi dell’investimento in ETF

Oltre agli aspetti già sottolineati (abbattimento rischio emittente e indicizzazione) vi sono altre peculiarità che contribuiscono a rendere gli ETF strumenti di investimento di assoluto interesse.

In primis l’estrema semplicità con cui permettono di diversificare l’investimento. Acquistare un ETF equivale ad acquistare tutto un indice di riferimento (benchmark), che a sua volta è costituito da più strumenti, siano essi azioni obbligazioni o quant’altro. Basti pensare a cosa accade nel caso in cui si acquisti, per esempio, un ETF sul Nasdaq 100 (mercato azionario americano) o sull’indice FTSE Mib (mercato italiano): è come se allo stesso momento acquistassimo tutti i 100 titoli del paniere del Nasdaq 100, con le stesse percentuali di allocazione presenti nell’indice, oppure i 40 titoli del FTSE Mib, anch’essi con le relative percentuali di allocazione. Con una semplice operazione, come se acquistassimo una singola azione, abbiamo l’opportunità di diversificare l’investimento su tutti i titoli del paniere, circostanza che rende questi strumenti estremamente adatti agli investitori privati che vogliono gestire di persona il proprio patrimonio.

Altra caratteristica non meno interessante è quella dell’economicità degli ETF. Il costo di acquisto di questi strumenti non prevede infatti “commissioni di gestione” ed è quindi ridotto, nella maggior parte dei casi, al semplice costo di intermediazione che il broker applica alle singole azioni oltre allo spread di mercato tra “bid e ask” (denaro/lettera) durante la fase di acquisto/vendita sul mercato che dipende in buona parte dalla liquidità di ciascun ETF. Il basso costo di intermediazione contribuisce dunque ad innalzare il rendimento del risparmio, facendo salire contemporaneamente le probabilità che venga conseguito un profitto.

Trasparenza ed Intuitività degli ETF

L’investimento in ETF è inoltre estremamente intuitivo e trasparente. È infatti piuttosto semplice, di solito, verificare la composizione dell’indice correlato all’ETF, cosicché possa risultare sempre chiara anche la rischiosità dell’investimento in base alle caratteristiche dell’indice.

Inoltre, essendo quotati su di un mercato regolamentato, dunque una borsa, gli ETF vengono scambiati con continuità durante tutto l’orario di negoziazione, al contrario dei semplici fondi comuni per i quali viene fornito il singolo valore giornaliero di chiusura. Questa flessibilità ne favorisce l’utilizzo sia da parte dell’investitore che guarda al breve periodo sia da quello più orientato al medio lungo termine.

ETF: l’importanza della liquidità

La liquidità rappresenta un aspetto strategico nella valutazione di un ETF. Come accade per ogni strumento finanziario, infatti, maggiore è il numero dei partecipanti sul mercato, maggiori saranno le possibilità di riuscire ad acquistare o vendere quello strumento. Una volta individuato il settore in cui si desidera investire è allora necessario concentrare la propria attenzione su alcune caratteristiche dell’ETF per valutarne il livello di liquidità.

Sono sostanzialmente due gli aspetti che devono essere presi in considerazione: i Volumi giornalieri degli scambi dell’ETF e la differenza (in gergo “spread“) tra denaro e lettera, ovvero tra il prezzo di acquisto e quello di vendita dell’ETF.

Maggiori sono i Volumi dell’ETF e maggiori saranno i corrispondenti flussi di denaro che convergono sull’ETF. La semplice moltiplicazione tra il numero di contratti scambiati ogni giorno ed il prezzo di chiusura dell’ETF fornisce un’idea precisa sull’ammontare di questo flusso. La media mobile di questa grandezza calcolata per un certo numero di giorni (ad esempio 5 per la settimana o 21 per il mese) restituisce un valore ancor più indicativo sull’andamento del flusso di denaro nel corso della settimana o del mese.

Uno scarto o “spread” ridotto tra il valore del Denaro (bid) e quello della Lettera (ask) o più semplicemente tra il valore di Acquisto dell’ETF e quello di Vendita è invece indice di elevata liquidità dello strumento. Più risulterà “stretto” questo divario più sarà elevato il numero di partecipanti sul mercato e di conseguenza più facile sarà effettuare l’operazione di acquisto/vendita.

Tendenzialmente gli ETF maggiormente liquidi sono quelli il cui sottostante è rappresentato da uno strumento molto diffuso e conosciuto, come ad esempio un Indice Azionario, mentre lo spread tenderà ad ampliarsi nel caso in cui il sottostante faccia riferimento ad un mercato più di nicchia a cui partecipano meno “players”.

Anche il numero dei Market Makers che operano su di uno specifico ETF contribuisce a modulare lo spread denaro/lettera. Più è elevato questo numero e maggiori saranno le probabilità che lo spread si riduca, poichè ci sarà più concorrenza tra i vari Market Makers che cercheranno di offrire spread migliori per garantirsi un maggior numero di operazioni da parte di chi investe.

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