Il Covid-19 spaventa la Cina e le investment tagliano il Pil

Il Covid-19 spaventa ancora la Cina con Pechino finita in lockdown. Crollano i mercati di Shanghai e Shenzhen e le investment bank tagliano l'outlook sul Pil.

Sembra un copione già visto. A metà marzo il panico era tornato sui listini cinesi, dopo che era stata registrata l’ondata di contagi più diffusa da quando nel marzo 2020 era finito il lockdown su scala nazionale. A essere colpita era stata la città di Shenzhen, la Silicon Valley cinese, poi era toccato a Shanghai (a farne le spese era stata anche Tesla, che lì ha una delle sue gigafactory) e ora è arrivato il turno di Pechino. Il risultato un sell-off per le piazze della Cina. E le investment bank che fanno a gara per rivedere l’outlook sulla crescita economica del gigante asiatico e tagliano le stime del Pil 2022. Come per altro già fatto settimana scorsa dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che ha tagliato dal 4,8% al 4,4% la sua previsione di crescita della Cina quest’anno.

Covid-19 spaventa la Cina. Investment bank tagliano l’outlook sul Pil

L’ottava era partita con un tracollo: lunedì Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 avevano infatti perso il 5,13% e il 6,13% rispettivamente, contro il sell-off del 6,48% per lo Shenzhen Composite. E l’Hang Seng aveva lasciato sul terreno il 3,73% a Hong Kong. Sell-off che aveva condizionato tutta la regione ma nella sessione successiva nonostante il generalizzato recupero Shanghai e Shenzhen hanno segnato ancora declini (il peggiore lo Shenzhen Composite deprezzatosi del 2,11%), mentre Hong Kong, tradizionalmente più legato alla performance di Tokyo, ha chiuso in positivo.

Investment bank tagliano Pil Cina. Più pessimista Nomura con il 3,9%

E nell’ultima settimana, nota la Cnbc, tutte le maggiori investment globali hanno rivisto al ribasso l’outlook 2022 della Cina, con una stima media di crescita del Pil scesa al 4,5% contro il 5,5% che è la previsione ufficiale di Pechino. Più pessimista di tutti è la giapponese Nomura, che si attende per quest’anno un’espansione dell’economia cinese del 3,9% contro il 4,3% del precedente outlook. La strategia di tolleranza zero “applicata in modo rigoroso provoca un grande shock dell’offerta per l’economia in generale, in particolare per le città soggette a blocchi totali e parziali”, ha sottolineato Ting Lu, chief economist di Nomura per la Cina. “Shock che potrebbe indebolire ulteriormente la domanda di case, beni durevoli e beni capitali a causa del calo del reddito e della crescente incertezza”, ha aggiunto.

Covid-19 spaventa Cina, che non cambierà strategia tolleranza zero

E la strategia anti-pandemica senza pari nel mondo, a fronte di numeri molto bassi se paragonati a quelli registrati in Occidente, ha portato 3,5 milioni abitanti di Pechino già sottoposti a test per il Covid-19 nella giornata di lunedì, cui ne seguono 19 milioni martedì. Nonostante aspettative per un maggiore sostegno politico, riporta sempre la Cnbc, Wang Tao di Ubs non ritiene che Pechino farà “tutto il necessario” per raggiungere l’obiettivo ufficiale del 5,5% poiché era stato stabilita prima dell’emergere della variante Omicron e, soprattutto, prima dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. “Non crediamo che l’impatto economico porterà presto a un cambiamento della strategia sul Covid-19 del governo. Ridurre al minimo contagi e vittime rimarrà probabilmente la priorità”, ha aggiunto Wang. (Raffaele Rovati)

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