Un altra seduta, un altro record a Wall Street. Si tratta della decima chiusura record su 12 sedute, con 7 avvenute di seguito, dal 24 Giugno al 2 Luglio. Sentimentrader.com ha fatto un backtest di tutte le volte che l'S&P 500 ha fatto 10 nuovi massimi o più su 15 sedute, per la prima volta da 12 mesi, e ha notato che i ritorni successivi nei primi 2 mesi sono peggio della media, anche se a medio termine non è un cattivo segnale. Lo studio osserva che in questo caso il livello di partecipazione è stato molto basso (meno del 60% dei singoli titoli è sopra la media mobile a 50 giorni). Incrociando queste 2 caratteristiche (ovvero serie di massimi con breadth bassissima) si ottengono performance successive molto peggiori della media, sia pure con un numero di osservazioni basso (appena 6 precedenti, di cui 2 nel 1929 che pesano sulle medie). Giorni fa lo stesso Sentimentrader aveva osservato che in questo caso la scarsità di breadth sembrava più un effetto di rotazione settoriale. In ogni caso, la raffica di massimi (con oggi potremmo arrivare a 11 su 13 sedute) mi pare un motivo di più per ritenere che l'inizio della earning season possa coincidere con un consolidamento a Wall Street. Vedremo.
La seduta asiatica ha mostrato un buon tono stanotte, con solo Jakarta in negativo (la banca Centrale ha tagliato le stime di crescita in seguito all'aumento dei casi Covid) e Sydney al palo (calo della Business Confidence a Giugno sempre a causa del Covid). Benino il China Complex, trainato dalle "H" shares. Intanto, la bilancia commerciale cinese di Giugno ha sorpreso in positivo, con esportazioni in crescita del 32.2% da +29.7% di Maggio e vs attese per +23%. In rallentamento l'import, ma meno delle attese (+36.7% da prec +51.1% e vs stime per +29.5%). Visto il pessimismo che circondava l'economia cinese negli ultimi giorni, sicuramente un po' di effetto si è avuto. Poi, vi è stato il rimbalzo delle grosse holding tech dopo i cali indotti dalla messa sotto inchiesta e dal blocco delle IPO.
Infine si attende l'entrata in vigore del taglio alla riserva obbligatoria operato dalla PBOC. I toni delle autorità sembrano quelli di chi ha già concluso la fase di tightening e si prepara a riaprire i cordoni della borsa.
- CHINA PBOC: MACRO LEVERAGE RATIO BROUGHT DOWN, EXPECTED TO BE STABLE - BBG
- PBOC: RRR CUT WILL HELP TO LOWER AGGREGATE FINANCING COSTS
- PBOC: FINANCIAL RISKS IN KEY AREAS PREVENTED, RESOLVED IN 1H
Più tardi il Premier cinese Li Keqiang ha cercato di correggere il tiro (CHINA'S PREMIER LI: WE WILL NOT USE A FLOOD-LIKE STIMULUS).
Sul fronte fiscale USA, abbiamo appreso che la strada non sembra spianata per il piano infrastrutture bipartizan, con vari media a parlare di consenso evanescente. Sarà per quello che i futures USA hanno iniziato la seduta europea in lieve ritracciamento.
Un altro motivo per il clima incerto che ha regnato stamattina sui mercati europei era l'incombere del CPI USA di Giugno, in pubblicazione alle 14.30 Italiane. Nonostante il "flop" delle precedenti pubblicazioni nel causare rimbalzi dei tassi e persistente volatilità negli asset, una certa attesa era comprensibile. Così la mattina è andata via con i principali assets in consolidamento, sia azionario che cambi o bonds.
In attesa dei dati di CPI, qualche spunto interessante lo ha dato lo Small Business optimism di Giugno. L'indice ha sorpreso in positivo, segnando i massimi da ottobre scorso (102.5 da prec 99.6 e vs stime per 99.5). Tra i sottoindici, nuovi massimi storici per "job openings hard to fill" e lieve ritracciamento per "higher prices" sempre su livelli mai visti nella storia trentennale della survey.
Alle 14.30, nuova mega sorpresa dell'inflazione USA, la quarta consecutiva. E l'entità è importante. Sia il dato headline che quello core sul mese sono praticamente il doppio delle attese (entrambi +0.9% mese su mese).
Sicuramente il balzo è in gran parte dovuto a componenti di natura temporanea come le auto usate (+10.5% per un impatto 42 bps sul dato core), Hotel, tariffe aeree etc. Ma anche componenti più stabili come gli alloggi (+0.49%) che sono il 32% dell'indice. In altre parole, se è vero che nei prossimi mesi molti contributi rischiano di svanire o diventare negativi, vi è nei numeri una componente che probabilmente continuerà a crescere.
E veniamo alla reazione del mercato. Inizialmente l'impatto è stato canonico. Rendimenti in rialzo, con la curva in appiattimento, dollaro in recupero ed azionario USA in ritirata, mentre quello europeo ha mostrato un po' di resilienza, con le banche, fiacche di primo mattino, a recuperare terreno. E' durato poco più di mezz'ora, e poi i rendimenti hanno preso a ritracciare sulla parte lunga delle curve, in linea con quanto osservato nelle precedenti occasioni. Così il Dollaro ha rallentato un po'. Wall Street ha recuperato terreno, mentre in Europa paradossalmente la situazione è peggiorata, con le banche a restituire tutto il recupero e gli indici generali riluttanti a capitalizzare il recupero dell'S&P 500.
L'interpretazione del quadro macro da parte del mercato è ormai nota: l'inflazione nei numeri è largamente temporanea. Questa indurrà la FED ad anticipare il tightening, con l'effetto pratico che economia e prezzi ne risentiranno e quindi ne dovrà fare di meno. Ciò è negativo per i ciclici e i reflation trades e positivo per i titoli growth e tech. Quindi l'outperformance dell'America non è tanto un fatto geografico (o quanto meno non esclusivamente) ma e anche "settoriale". L'Europa piena di ciclici, value e banche è meno richiesta degli USA tech e growth.
Un quadro coerente, in se. Ma che di fronte ad un inflazione core che negli ultimi 4 mesi è cresciuta al ritmo di 0.7% al mese ( +0.3%, +0.9%, +0.7%, +0.9%) sembra un po' un atto di fede.
Sta di fatto che Wall Street si è issata in positivo nel tardo pomeriggio europeo, trainando l'Eurostoxx 50 ad una chiusura invariata insieme con Dax e il CAC 40, mentre Milano e Madrid al solito hanno sofferto i malumori delle banche europee (Eurostoxx banks -1.48%) rimanendo attardati. Tendenti al calo i rendimenti e gli spread periferici.
La faccenda è cambiata un po' con l'asta dei treasury trentennali, che ha visto una domanda scarsa. Questo fenomeno sembra aver stimolato un ripensamento dei mercati. I rendimenti della curva USA hanno preso a salire significativamente (il 10y che cedeva 2 bp alle 16 ora ne guadagna 5 a 1.41%), il $ ha ripreso slancio bucando con forza 1.18 vs €, e Wall Street ora cede moderatamente terreno. Una reazione più coerente, a mio modo di vedere, con le notizie apprese oggi, anche senza volerle prendere alla lettera. Vedremo se si tratta di un fenomeno momentaneo, oppure di un inizio di repricing dei tassi USA su livelli meno "lunari". Intanto domani abbiamo i prezzi alla produzione di Giugno in US. E anche Powell pronuncerà un discorso di fronte al House Financial Services committee, dove sicuramente ricerverà qualche domanda pungente sui numeri odierni.
Coperte dal CPI oggi hanno riportato le prime 2 grandi banche JP Morgan e Goldman Sachs. Entrambi hanno battuto le stime di EPS e fatturato ampiamente, ma al momento sono oggetto di moderate prese di beneficio.