Datalogic si appoggia su un forte supporto

Datalogic si appoggia su un forte supporto dopo i risultati 2021. Il bilancio è buono, meno incoraggiante la guidance. Ce la farà il titolo a riprendersi?

Datalogic si appoggia su un forte supporto dopo i risultato 2021. Il bilancio è stato buono, meno incoraggiante la guidance 2022. Ce la farà il titolo a riprendersi?

Datalogic ha terminato la seduta di venerdì in calo del 4,29% a 10,70 euro (minimo intraday a 10,50, massimo a 11,40). Datalogic è leader mondiale nei settori dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale. I dati relativi al 2021 sono stati buoni, evidentemente al mercato non è piaciuta la guidance proposta. 

Datalogic, ricavi 2021 in crescita del 26,4%

Nel 2021 i ricavi sono cresciuti del 26,4% a cambi costanti su base annua a 600,5 milioni di euro. L’EBITDA adjusted è risultato in crescita del 46,9% a 85,7 milioni, l’EBITDA adjusted margin è risultato del 14,3%, il 2,1% in più che nel 2020. Il risultato netto è aumentato di 25,7 milioni di euro a 39,5 milioni. L’Indebitamento Finanziario Netto risulta pari a 26,1 milioni di euro, la cassa è di 8,9 milioni al netto dell’acquisizione di MD per 35 milioni.

Dividendo a 30 centesimi

Il Consiglio di Amministrazione ha proposto all’Assemblea degli azionisti un dividendo, al lordo delle ritenute di legge, pari a 30 centesimi di euro per azione.  

AD di Datalogic, portafoglio ordini in aumento

Ecco il commento dell’Amministratore Delegato del Gruppo Datalogic, Valentina Volta: “Il Gruppo chiude il 2021 con una crescita del fatturato superiore al 25% e un portafoglio ordini in aumento di oltre il 50%. La crescita del fatturato è stata a doppia cifra in tutte le geografie e nei settori T&L e Manufacturing. Il controllo delle spese operative, pur investendo il 10% del fatturato in ricerca e sviluppo, ha permesso di recuperare 2,1 punti percentuali di marginalità rispetto all’anno precedente. Questo nonostante lo shortage della componentistica che ha impattato sul nostro gross margin a partire dal secondo semestre del 2021″. 

Primo semestre 2022 crescita “single digit”

Valentina Volta ha poi proseguito “A causa dell’attuale situazione geopolitica e dell’acuirsi del fenomeno dello shortage, per il primo semestre dell’anno prevediamo una crescita del fatturato e una marginalità single digit. Stante il solido portafoglio degli ordini, in crescita a doppia cifra, e le azioni intraprese per contrastare la carenza di componenti elettronici e gli aumenti di costo degli stessi, contiamo in una maggior conversione degli ordini in fatturato e in un forte recupero della marginalità nella seconda parte dell’anno”.

Quindi, riassumendo, la crescita del fatturato nei primi sei mesi è attesa “single digit”, ovvero inferiore al 10%, una marginalità “single digit” nel primo semestre contro il 14,3% del 2021, una maggior conversione degli ordini in fatturato e un forte recupero di marginalità nel secondo semestre del 2022.

Ultimo trimestre 2021 in rallentamento

Limitatamente all’ultimo trimestre del 2021 le vendite sono state di 166 milioni (+25% su base annua), l’EBITDA adjusted di 19,5 milioni, in calo del 7,6%, l’utile netto di 8,7 milioni di euro. La Net Financial Position (NFP) è di -26,1 milioni, negativo per maggior assorbimento dal circolante.

Analisti prudenti sul titolo

Banca Akros ha posto in revisione il target price sul titolo dal momento che i risultati del 2021 sono stati in linea alla guidance ma il pimo semestre 2022 è atteso debole. La valutazione precedente era “accumulate” con target price a 21,8 euro.

Prima dei risultati Equita Sim aveva confermato la raccomandazione “hold” sul titolo con prezzo obiettivo a 21,3 euro.

Datalogic, sopra 11,73 primo target a 14,21 euro

Il titolo nelle ultime sedute ha testato a più riprese la trend line rialzista disegnata dai minimi di marzo 2020, e passante per quelli di ottobre 2020, ora in transito a 10,60 euro circa. La candela giornaliera del 7 marzo, comparsa in occasione del primo test della trend line, è un “hammer” rialzista che tuttavia da solo non basta per garantire l’inizio di una fase di rimbalzo.

A questo scopo servirebbe anche la rottura di 11,40, media mobile esponenziale a 10 giorni, e di 11,73, minimo di un altro “hammer”, quello del 14 febbraio. Sopra quei livelli diverrebbe credibile un tentativo di ricopertura del gap del 21 gennaio con lato alto a 14,21 euro. Resistenza successiva a 15,15, trend line che scende dal top di settembre 2021.

Una chiusura di seduta inferiore a 10,50 farebbe temere il proseguimento del ribasso verso 9,40, minimo di ottobre 2020, poi fino a 8,83, minimo di marzo 2020.

(Alessandro Magagnoli)

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