Pesante avvio di settimana anche per Enel che, dopo aver ceduto circa un punto e mezzo percentuale venerdì scorso, ha accusato una flessione più ampia oggi.
Enel in netto calo, ma meno del Ftse Mib
Il titolo i è fermato a 6,665 euro, con un affondo del 3,48% alimentato da volumi di scambio molto alti, visto che a fine giornata sono transitate sul mercato oltre 41 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 26,5 milioni.
Enel stacca l’acconto sul dividendo
Enel ha risentito della pessima intonazione del mercato, ma è riuscito a difendersi meglio del Ftse Mib, malgrado lo stacco cedola.
Da ricordare infatti che oggi nel ha staccato l’acconto sul dividendo 2022 nella misura di 0,19 euro per azione e rapportando questo valore ai prezzi di chiusura di Enel di venerdì scorso si ottiene un rendimento del 2,75%.
Al netto dunque dell’effetto cedola, il titolo oggi avrebbe riportato un calo dello 0,73%, ben lontano dall’affondo accusato dal Ftse Mib.
Enel: disegno di legge su misure per settore energia
Non è solo lo stacco del dividendo a calamitare l’attenzione su Enel che resta sotto la lente del mercato in attesa di novità dal mondo della politica.
Gli analisti di Equita SIM si sono concentrati in particolare sulla bozza del decreto legge per gli interventi sul settore energia, evidenziando le misure in essa contenute.
Si parla dell’eliminazione degli “oneri di sistema” per i clienti industriali ed un credito di imposta per le società energivore per un impatto complessivo di 1,7 miliardi di euro, coperto dai proventi dalle aste di CO2, senza ricadute per le società energetiche.
Nella bozza del decreto legge è previsto un claw back sui prezzi di vendita dell’energia di alcuni produttori rinnovabili per il periodo febbraio-dicembre 2022.
Per gli impianti solari che beneficiano del conto Energia e gli impianti idroelettrici, geotermici ed eolici merchant, viene introdotto un cap/floor sul prezzo di vendita dell’energia.
ARERA dovrà calcolare questo prezzo di riferimento per singolo impianto entro 30 giorni, partendo dai prezzi di mercato dal 2010 ad oggi, rivalutati per l’inflazione.
Gli analisti di Equita SIM stimano un cap/flor di circa 60 €/mwh, che sarà applicato anche per i forward già siglati se avessero un prezzo del 10% superiore a questo limite. Il claw back varrà fino al 31/12/2022.
Le associazioni degli industriali ritengono insufficienti queste misure del governo in questo momento straordinario. Dall’altro lato il Sole 24 Ore non esclude probabili riscorsi da parte degli operatori rinnovabili.
Utility: impatti attesi su Enel, A2A ed ERG
Rispetto alle loro stime, basate su prezzi dell’energia a 70/75 €/mwh, gli esperti di Equita SIM stimano un impatto del 3%-4% dell’EBITDA 2022 per A2A (55% hedging a 70 €/mwh) ed Iren (90% hedging a 94 €/mwh).
Su Enel non si attendono impatti rilevanti a P&L (90% hedging sotto al cap) ma un deterioramento del capitale circolante di cira 300-500 milioni di euro. Nessun impatto rilevante per ERG: forward a prezzi inferiori al cap.
Considerando la situazione straordinaria, alla SIM milanese sembra che il Governo voglia minimizzare gli impatti per gli operatori elettrici ed evitare ricorsi.
Andrà verificato se ci saranno eventuali compensazioni, ad esempio l’allungamento delle concessioni idroelettriche, e soprattutto quale sarà l’atteggiamento del governo sulla redditività di questi impianti nell’attuale scenario di prezzi nel 2023 e nel lungo termine.