ENI cala con stacco dividendo e non solo. Un'occasione buy?

ENI perde tereno nel giorno dello stacco cedola, ma a pesare è anche il ribasso del petrolio. Focus su alcuni rumor: la strategia degli analisti.

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Anche la seduta odierna non sta riservando nulla di buono per ENI che perde ancora terreno, malgrado il netto recupero avviato dal Ftse Mib dai minimi intraday.

ENI ancora in rosso sul Ftse Mib

Il titolo, dopo aver ceduto quasi un punto percentuale venerdì scorso, oggi scende per la quinta seduta di fila, occupando una delle ultime posizioni nel paniere delle blue chip.

Negli ultimi minuti ENI si presenta a 11,272 euro, con una flessione dell'1,5% e oltre 6,6 milioni di azioni passate di mano fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 13 milioni.

ENI cala con ribasso petrolio

Il titolo risente della negativa intonazione del settore oil, sulla scia del ribasso accusato dal petrolio.Nel corso della seduta le quotazioni sono scese ad un passo da quota 82 dollari, salvo poi recuperare, pur rimanendo in negativo. Mentre scriviamo, il petrolio si presenta a 84,4 dollari, con una flessione dello 0,83%. 

ENI: staccata oggi la prima tranche del dividendo

ENI intanto continua a viaggiare in rosso, penalizzato anche dall'effetto cedola, visto che oggi il titolo ha staccato un dividendo che sarà pagato tra due giorni, mercoledì 21 settembre.   

Nel dettaglio si tratta della prima tranche del dividendo a valere sull'esercizio 2022 che, in base a quanto deliberato dall'assemblea degli azionisti a maggio scorso, sarà pagato ora in quattro tranche.

La prima è appunto quella odierna, pari a 0,22 euro per azione, valore che rapportato ai prezzi di chiusura di venerdì scorso, si traduce in un rendimento pari all'1,9%.

Al netto dello stacco cedola, quindi, ENI al momento mostrerebbe un saldo positivo di quasi mezzo punto percentuale, indubbiamente un segnale di forza considerando anche l'andamento negativo del petrolio di cui abbiamo parlato prima. Il titolo intanto resta sotto la lente sulla scia di alcune indicazioni di stampa.

ENI: dubbi sull'aumento delle forniture dall'Algeria

Repubblica riporta una notizia da cui si apprende che secondo il sito Algerie Part, la società petrolifera statale algerina Sonatrach starebbe incontrando difficoltà nella messa in funzione degli impianti di produzione necessari per l’incremento delle forniture all’Italia.

Il portale algerino sostiene che su un totale di 9 miliardi di metri cubi di forniture addizionali che dovevano essere raggiunte gradualmente nel periodo 2023-2024, Sonatrach è in grado di fornire solo 3,5 miliardi di metri cubi.

Il volume medio delle forniture di gas dall’Algeria all’Italia oscillava negli anni scorsi tra i 20 e i 22 miliardi di metri cubi all’anno.

Equita SIM evidenzia che una delle soluzioni potrebbe essere quella di produrre meno LNG a favore del gas trasportato via tubo.

ENI: per Equita SIM è un buy allettante

Ad ENI non risulterebbe alcuna difficoltà da parte algerina nella disponibilità presente e futura dei volumi di gas addizionali concordati.

In attesa di ulteriori indicazioni su questo fronte non cambia la strategia della SIM milanese che su ENI mantiene fermo il rating "buy", con un target price a 19 euro.