Unicredit alle corde. Dividendo a rischio con guerra Russia?

Unicredit prosegue in netto calo malgrado l'inversione del Ftse Mib: analisti mettono in guardia dai rischi legati alla Russia. Cosa aspettarsi?

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Anche la seduta odierna prosegue in calo per Unicredit che, dopo l'affondo di venerdì scorso, quando la giornata si è conclusa con un crollo del 14,59%, continua ad arretrare oggi.

Unicredit in recupero dai minimi, ma ancora in netto calo

Il titolo nella prima parte della mattinata è arrivato a toccare un minimo intraday a 7,752 euro, con una perdita di oltre il 10%.

Da questo bottom è partito un prodigioso recupero che tuttavia non ha permesso al titolo di liberarsi dal segno meno per il momento. 

Negli ultimi minuti Unicredit si presenta a 8,674 euro, con un calo del 3,62% e volumi di scambio sempre elevati, visto che fino ad ora sono transitate sul mercato oltre 42 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pai a quasi 25 milioni.

Unicredit in rosso del 38% dall'inizio della guerra Russia-Ucraina

Dallo scorso 24 febbraio, giorno in cui è iniziato l'attacco della Russia all'Ucraina, Unicredit ha perso fino ad oggi circa il 38% del suo valore, con una evidente sottoperformance rispetto al Ftse Mib, ma anche in confronto agli altri titoli del settore bancario.

Questo tonfo più accentuato di Unicredit è da ricondurre ai maggiori impatti derivanti dal conflitto Russia-Ucraina.

Unicredit: esposizione Russia è considerevole, ma S&P vede resilienza

Come evidenziato venerdì scorso da S&P, quattro gruppi bancari europei hanno esposizioni considerevoli in Russia e Ucraina e tra questi troviamo anche Unicredit, con un'esposizione di poco inferiore all'1,5% nel Paese guidato da Putin.

Gli analisti di Standard & Poor's stimano però una certa resilienza da parte di Unicredit e delle altre tre banche europee.

La suddetta resilienza emerge sia nello scenario base prevede un sostanziale aumento delle perdite su crediti, sia in quello più estremo in cui le banche vendano le loro partecipazioni nelle filiali locali.

Gli esperti di S&P restano consapevoli "di potenziali significativi effetti di secondo ordine derivanti dal conflitto, che potrebbero portarci a rivedere le nostre ipotesi di base sull'ambiente operativo in Emea".

Prospettive di crescita economica più lente potrebbero frenare i ricavi delle banche e portare a modeste perdite su crediti aggiuntivi, oltre a eventuali perdite sulle esposizioni dirette verso la Russia

Unicredit: per Berenberg rischio diretto alla guerra è elevato

A parlare di Unicredit sono stati oggi anche gli analisti di Berenberg, che hanno diffuso un report nel quale hanno evidenziato che tanto le banche francesi quanto quelle italiane hanno un rischio diretto molto alto.

Il maggiore tra gli istituti di credito coperti dal broker è proprio quello di Unicredit, tanto che gli analisti stimano che svalutando tutte le esposizioni russe e ucraine, il gruppo italiano dovrebbe affrontare un'erosione del 12% del net asset value tangibile e un calo di 150 punti base del suo CET1.

Proprio il buon livello di questo coefficiente patrimoniale, pari al 15%, permette di contenere in parte i rischi, ma non esclude che Unicredit possa avere una minore flessibilità ad affrontare operazioni di fusioni e acquisizioni.

Unicredit: M&A o dividendo? Cosa potrebbe saltare?

Secondo Berenberg, nel caso in cui Unicredit dovesse svalutare gli asset russi, potrebbe essere costretta a scegliere tra un'operazione di M&A bolt-on e il mantenimento della sua politica di dividendo che, secondo quanto indicato nel piano industriale presentato a dicembre scorso, prevede un payout elevato. 

Per gli analisti la scelta di Unicredit cadrà nel caso sulla remunerazione degli azionisti, visto che l'outlook sulla distribuzione di capitale è stato uno dei motivi chiave alla base dell'ottima performance mesa a segno dal titolo da dicembre scorso e fino al periodo antecedente lo scoppio del conflito tra Russia e Ucraina.